Ci ha lasciati anche il nostro Gigi per il suo ultimo viaggio, sicuramente verso i Campi Elisi. Non può essere diversamente, lui solo là può andare, là ha il suo posto riservato. Ho voluto molto bene a Gigi e lo ho molto stimato. Sentimenti ricambiati. Una lunga frequentazione in situazioni diverse: lui inventore della tv verità, che con la sola presenza della telecamera in sala consigliare produceva l’effetto di chilometrici consigli comunali, esibizioni di muscoli verbali che hanno riempito una stanza intera di videocassette (chissà che fine avranno fatto?!); lui impiegato della Provincia, distaccato al Liceo Majorana come tecnico di laboratorio, non il suo mestiere ma un “mestiere” imparato rapidamente, cosicché anche in quel compito ha dato il meglio di sé, competente, intelligente, disponibile, corretto, utile (trasformò il suo locale-ufficio in centro attrezzato per la soluzione di problemi sia di elementare che di raffinata tecnologia).
Lui giornalista, pronto ad accendere la telecamera per una dichiarazione che voleva raccogliere per il suo telegiornale, formula unica e irripetibile di giornalismo locale (RTU Aquesio è semplicemente storia); lui semplicemente Gigi, che amava le occasioni di incontro, le feste, lo stare insieme con simpatia e spirito amicale. E sempre quel “professo’, allora che si dice?” formula con cui sollecitava un giudizio su qualcosa che era accaduto e su cui si aspettava una reazione, un giudizio, che poi accettava senza replicare o al massimo con la sua altra espressione “è la solita”. Se ne è andato e lascia un vuoto nel tessuto civile della nostra comunità.
Siamo stati insieme poco tempo fa, in occasione del compleanno di un comune amico. Stava male, ma era nel suo ambiente, tra amici. Lo accompagnava il nipote, un bel gesto d’amore. Per la prima volta il suo ragionare sempre lucido esprimeva un velo di tristezza. Capivo e anche io sentivo quel velo.
Te ne sei andato. Ciao Gigi, hai vissuto intensamente la vita della tua comunità, la comunità aquesiana, hai lasciato un bel segno di presenza civile. Hai dato, con generosità e modestia autentica. Ricordo la tua ritrosia, il tuo imbarazzo, come se ti stessi chiedendo “ma che ho fatto mai?!”, nel ricevere l’Attestato di benemerenza che con Pier Luigi Leoni e altri amici ti conferimmo come UNIPOPTUS (Università Popolare della Tuscia) il 14 dicembre del lontano 2012 per il contributo che hai dato alla vita civile della nostra comunità. Era la modestia di una persona di valore. Sei stato un cittadino di valore. Spero che non solo Orvieto ma l’intero territorio aquesiano te lo riconoscano. Buon viaggio amico mio! Vicinanza affettuosa a tutti i tuoi famigliari.