“Siamo stati silenti qualche mese per consentire uno svolgimento ordinato della campagna elettorale ed anche perché a noi non interessa prendere posizione contro o a favore di qualcuno, bensì interessa che chi abbia assunto e chi assumerà le redini di questa città possa valersi delle nostre considerazioni, dei nostri studi, nelle nostre – all’occorrenza – denunce per cercare di migliorare la vita dei cittadini.
Qualche tempo fa ad Orvieto ci fu una levata di scudi da parte di sindacati ed associazioni, ma anche di migliaia di donne indignate, per l’interruzione del servizio di mammografia presso l’Ospedale “Santa Maria della Stella”.
La Ausl Umbria 2 rispose che si trattava di un’interruzione momentanea, dovuta a problemi di natura organizzativa che sarebbero stati risolti in breve. Per una volta, le promesse della nostra Usl furono mantenute e, sull’onda delle feroci, ma allo stesso tempo giuste polemiche, il servizio fu ripristinato nell’immediato e tuttora sembrerebbe funzionare a dovere, quanto meno in relazione allo screening mammografico di routine.
Sappiamo tutti quanto sia essenziale per la prevenzione di una patologia tipica femminile, come il carcinoma al seno, una corretta e tempestiva diagnosi che potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
Sappiamo altrettanto tutti, invece, quanto sia essenziale per la prevenzione e la cura di patologie tipicamente maschili, quali quelle concernenti la prostata (in primis, i tumori), una corretta e tempestiva diagnosi che potrebbe fare – anche qui – la differenza tra la vita e la morte o comunque la vita in condizioni fortemente invalidanti.
Le cronache locali parlano del pensionamento nel 2021 dell’unico specialista urologo presente nell’Ospedale di Orvieto, mai più sostituito. Segnalazioni ci giungono da utenti del comprensorio, secondo cui da almeno due anni, ogni volta che vi è necessità di tale specialista, sono costretti ad andare a Foligno perché, così pare, l’ambulatorio di Orvieto, di fatto, non esiste.
Da informazioni raccolte presso la struttura menzionata, infatti, sembrerebbe che un urologo in pianta organica a Foligno venga ad Orvieto una sola volta alla settimana, tanto che l’U.O. di Urologia dell’ospedale folignate sarebbe ingolfata proprio dai pazienti orvietani. Così come non esisterebbe ad Orvieto la disponibilità di una sala operatoria per gli interventi chirurgici che, evidentemente, anch’essi debbono essere eseguiti a Foligno o Terni. I pazienti urologici, quindi, sono costretti a praticare l’attività più in voga in Umbria degli ultimi anni, cioè quella del turismo sanitario con mezzi propri ed a proprie spese.
Circostanze che, a parte le battute, aggiungono profonda amarezza per le persone che, alla condizione di malati sommano l’età spesso avanzata (l’orvietano è la zona dell’Umbria con l’età media più alta) e le condizioni economiche e logistiche precarie (gli anziani, se non aiutati dai familiari, debbono rinunciare alle cure perché privi di possibilità economiche, di mezzi di trasporto o della possibilità di utilizzarli per recarsi nelle sedi deputate).
Potrebbe sembrare una provocazione ed invece non lo è: PrometeOrvieto denuncia il fatto che la nostra Ausl non ha ad Orvieto un reparto di Urologia, mentre tiene in piedi lo screening mammografico, riuscendo così nella non trascurabile impresa di realizzare un’odiosa discriminazione di genere (al contrario di come normalmente si verifica ai danni delle donne negli altri campi della vita sociale) creando significativi ostacoli nella diagnosi e cura per i pazienti uomini e di età avanzata.
Eppure, la nostra presidente di Regione aveva detto nell’incontro pubblico al Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto del 29.11.2022 che l’Ospedale di Orvieto è D.E.A. di primo livello e di tutto ciò che la legge prevede lo stesso sarebbe stato dotato.
Le domande suscitate da questa riflessione sono due:
1) può un ospedale DEA di primo livello esistere senza il reparto di Urologia in un territorio composto per la maggior percentuale da persone anziane?
2) è ravvisabile da parte dei dirigenti della Ausl Umbria 2 una responsabilità – anche penale – per un’evidente interruzione di pubblico servizio aggravata dalla discriminazione di genere?
Aspettiamo con fiducia buone notizie entro la fine di novembre 2024, certamente non per celebrare i due anni dal discorso della Tesei ad Orvieto, bensì perché – forse – le elezioni regionali dei primi di dicembre potrebbero fare il miracolo. “Nessuno slogan, solo prostata”, suggeriamo alla Presidente di scrivere sui propri manifesti elettorali per raccogliere qualche voto dagli anziani orvietani. Nel frattempo, però, non tollereremo più alcuna bugia, ritardo o tentennamento: segnaleremo la situazione descritta dal presente documento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, provando così ad aiutare il verificarsi del “miracolo”.
PrometeOrvieto