Qualche giorno fa Nova ha pubblicato una lettera aperta per chiedere ai candidati sindaco di comunicare alla cittadinanza il proprio impegno rispetto a sette punti chiave per la città, individuati dal nostro movimento. L’obiettivo è stato quello di focalizzare l’attenzione sui contenuti delle proposte e di offrire agli elettori un quadro più dettagliato su cui fondare la propria scelta consapevole e responsabile in vista del ballottaggio.
Nova nasce per incentivare la partecipazione attiva in ogni sua forma e, dunque, invita caldamente l’intera cittadinanza ad esercitarla col proprio voto domenica 23 e lunedì 24 giugno. Questi sono i dati dell’affluenza alle urne al primo turno, relativi alle ultime cinque elezioni amministrative della nostra città:
2004 83,61%
2009 81,38%
2014 75,69%
2019 73,57%
2024 70,89 %
Il calo significativo dell’affluenza di quasi 13 punti percentuali in venti anni, sollecita una riflessione di ampio respiro, che non si esaurisce certo nell’ambito comunale, ma nemmeno può prescinderne. Crediamo infatti che sia necessario costruire insieme, come comunità, risposte credibili alla disaffezione politica per aprire opportunità di coinvolgimento, appartenenza e senso di responsabilità.
Approfittiamo di questo comunicato per fornire ulteriori elementi di chiarezza rispetto alla scelta di Nova di declinare inviti ad accordi, giunti da entrambi gli schieramenti. Scelta, frutto di diversi confronti assembleari, liberi da qualsiasi imposizione o rigidità statutaria, che può risultare difficile da comprendere, specialmente per chi non ha avuto modo di conoscere questo movimento fin dai suoi primi passi.
Nova è nata con una precisa visione politica, è nata per schierarsi dalla parte di un modello differente di intendere e praticare la cura del bene comune. Nova ha senso come movimento inclusivo e trasversale che intraprende la sfida di attivare senso civico e partecipazione diffusa ad ogni livello per rendere la cittadinanza vera protagonista del cambiamento, al di là di etichette che impediscono da decenni una reale condivisione di prospettive e direzione per un piccolo comune.
Ciò significa affermare come priorità assoluta il lavoro di ricostruzione di un tessuto sociale, di azioni dal basso che coinvolgano davvero associazioni, movimenti e reti plurali di cittadine e cittadini, di una comunità informata che discuta, si interroghi, progetti e scelga per il proprio territorio, in cooperazione con figure competenti e con un approccio documentato, rigoroso.
Pensiamo che all’interno di un comune di poco più di 19000 abitanti sia ancora possibile realizzare un vero processo di confronto, profondamente inserito nel contesto sociale, verso la definizione di una visione per la città su cui convergere gli sforzi di tutte e tutti, oltre gli orientamenti partitici. Crediamo che questo processo non possa partire se non in un orizzonte di totale discontinuità con gli schemi politici consolidati. Tradire questo, dopo poco più di quattro mesi dalla nascita pubblica di Nova, significherebbe tradire chi ha avuto il coraggio di imbarcarsi con convinzione e consapevolezza in una rotta di cambiamento sostanziale.
Per noi la Politica si può esercitare anche e soprattutto fuori dalle stanze del potere: è l’azione di connessione dei bisogni e delle proposte di un territorio in uno sguardo comune, che può arrivare nelle sedi istituzionali e ad accordi con altre forze in gioco esclusivamente come espressione di un lungo processo condiviso e costruito dal basso, con un metodo davvero partecipativo. Questo crediamo manchi oggi, questo crediamo sia il punto di partenza. Pensiamo che il percorso di Nova vada rispettato nella sua profonda dignità politica al di là della sua condivisione. C’è una spinta propulsiva e costruttiva che chiede semplicemente di essere ascoltata e riconosciuta nel suo specifico metodo e nelle sue prospettive di lungo periodo, mai figlie di improvvisazione, qualunquismo o inconsapevolezza, bensì frutto di riflessioni accurate e assembleari. Criticabili o meno ma comunque ben meditate, in un’ottica corale.
L’unione e la compattezza del gruppo di Nova, l’adesione a un progetto in cui il movimento ha creduto in ogni singola fase del percorso, ha dato forma a una irrinunciabile scelta di coerenza. Nova non si sottrae al dibattito politico, nè oggi nè in futuro, così come si impegnerà attivamente per collaborare alla realizzazione di progetti validi per il bene comune, oltre qualsiasi pregiudizio, lontana dalla logica di distruggere e criticare a priori ciò che di buono l”avversario” politico di turno abbia prodotto. Nova non si spegne dopo le elezioni per risvegliarsi cinque anni dopo, perché crede che l’azione politica autentica si articoli quotidianamente in una paziente opera di coinvolgimento. C’è lo sguardo di una generazione, intrecciata con altre, che potrà forse essere letto come utopistico di certo non antipolitico. Nova è all’esatto opposto.