di Giorgio Santelli
Non è questo il momento in cui si può stare alla finestra e fare finta di niente. Lo dico con cognizione di causa, per quel che mi riguarda, pensando anche a quel che sta accadendo in Rai. Mai come oggi si respira un’aria pesante e chi guarda la tv lo capisce. Non mi piaceva quando mostravamo Renzi in ogni momento del suo premierato. Non mi piace quello che stiamo facendo con Meloni.
Noi giornalisti, almeno quelli che la pensano come me, protestavamo allora e protestiamo oggi. Allora la protesta non poneva dei “rischi” rispetto al proprio lavoro. Oggi si. Per questo abbiamo fatto e faremo scioperi, per difendere il servizio pubblico. Per difendere una informazione corretta per i cittadini, che non può essere quella di una Tv che racconta quasi esclusivamente ciò che fa la premier e il governo, che nasconde le notizie importanti. Anche perché quelle notizie comunque escono e la Rai perde giorno dopo giorno di credibilità, sbeffeggiata da tutti.
Poi c’è il mio territorio, c’è Orvieto. In questi 5 anni ho contestato più volte, come tanti altri, questa amministrazione, per scelte che non ha voluto o saputo fare. La sindaca era al nostro fianco quando come #saveorvieto protestammo per la discarica. Poi, diventata sindaca, si è dimenticata quelle proteste e non ha saputo nemmeno trovare misure utili ai cittadini orvietani che “subiscono” la presenza della discarica senza trarne alcun beneficio. Ho contestato l’idea di Orvieto città della Cultura non per l’obiettivo ma per la scelta di provare quella strada in solitudine, con troppa autoreferenzialità, non immaginando che questo nostro territorio di confine era l’arma migliore per un progetto che coinvolgesse il territorio della Tuscia: Noi, Bolsena, Civita, Bagnoregio. Sarebbe stato un progetto vincente. Invece ha avuto modo di litigare con Bolsena fino a due giorni fa, per poi innescare un rapporto di intesa proprio con le due città a fini meramente elettorali. Alla fine, last minute, come tante altre cose che ha fatto. Quei fuochi d’artificio di fine mandato, nebbie offuscanti per nascondere il non fatto.
Ho contestato questa amministrazione perché non ha saputo cogliere la potenzialità e realizzabilità di un progetto per la ex Caserma Piave quando, come associazione Orvieto Città Aperta, le avevamo servito su un piatto d’argento, anzi d’oro, il progetto, la possibilità di un investimento per la realizzazione della stessa e i possibili fruitori del Campus. Il 13 giugno lo spiegheremo anche ai cittadini.
Altro potrei dire ma mi fermo qui. Sono ragioni sufficienti per non votare questa amministrazione uscente e per invitare a non votarla. Poi le alternative. Belle, importanti, nuove.
Quella di Stefano Biagioli, un uomo dagli occhi buoni, che ha curato in 40 anni migliaia di persone. Che ha deciso di candidarsi a capo di una coalizione completamente rinnovata, che ha al proprio interno ogni professionalità. Dove c’è una lista, quella del Pd, che ha la media di età più giovane di qualsiasi altra lista. Dove c’è, tra i cattolici, il Prof. per eccellenza, Mario Morcellini che si è messo in gioco. Dove c’è la bella sinistra di Bella Orvieto e dove c’è la lista di Stefano, aperta, ricca, civica.
Ma c’è anche il civismo: quello di Roberta Palazzetti. Lei ha capacità straordinarie. Coriacea, indipendente, con un’idea forte di città che farebbe crescere Orvieto. Con liste eterogenee, di persone che stanno insieme nonostante appartenenze diverse ma che, in un modo o nell’altro, si sono scelte. Una alternativa, anche questa, ad una amministrazione uscente che ha saputo fare ben poco di quello che si era ripromessa all’inizio. E che utilizza i vecchi metodi delle cose che appaiono negli ultimi giorni per mostrare che si è fatto molto.
Infine, da ultimi ma non per ultimi, quelli della Piazza Nova, guidati da Giordano Conticelli. C’è davvero tanta soddisfazione nel vedere giovani che scelgono di impegnarsi in politica, partendo dal basso, dal proprio territorio, mettendosi in discussione. In un’epoca lunga, in cui i giovani in politica arrivavano solo perché prescelti dalle segreterie politiche questo, per Orvieto, è un segnale straordinario.
Tre alternative. Io vi racconto il mio sogno, se volete. La divisione non è più prettamente politica, ma è legata al Bene Comune che è rappresentato dalla città e dalla Comunità che abitano e abiteranno questo territorio (perché dobbiamo crescere). Bisogna andare a votare, in tanti, davvero in tanti. E bisogna dare un segnale di cambiamento, scegliendo una di queste tre opzioni. Bisogna arrivare al ballottaggio e poi bisogna stare insieme, contro quella amministrazione che Biagioli, Palazzetti e Conticelli hanno contestato con i loro programmi di governo. Da queste esperienze può uscire una squadra coesa, efficiente, forte, capace. Ne sono convinto. Insomma, guardate gli uomini e le donne delle liste alternative a quelle della maggioranza uscente. E se questo accadrà, beh, allora forse questo territorio, tra un anno, riuscirà a eleggere anche un proprio rappresentante in Regione, con la stessa capacità unitaria per il Bene Comune. Come diceva Roberto Morrione, un grande giornalista, primo direttore di Rainews24 e fondatore e direttore di Libera informazione, il portale dell’associazione di Don Luigi Ciotti, ognuno di noi deve fare quel che deve, poi, succeda quel che può!