di Proposta Civica e Città in Movimento – Palazzetti Sindaco
Abbiamo letto post e commenti sui social dai toni sgangherati ed aggressivi. Dalla derisione fine a se stessa, all’insulto appena velato, sono commenti che come minimo denotano una scarsa attitudine al fair play (cosa ben diversa dal politically correct) e una discreta propensione alla mistificazione. Da parte nostra non è questione di mal digerire le critiche, quanto di non ravvedere in esse un fondamento, una logica …
Tolta la voglia di avvelenare i pozzi. Prendiamo la questione delle liste d’attesa in materia di sanità. Chi scriveva su Facebook “Una candidata a sindaco di Orvieto, con originale lettura, assume esistano poteri di indirizzo e controllo del sistema sanitario in capo ai Comuni”… avrà visto la prima pagina del Corriere dell’Umbria datata 18 maggio? Avrà finalmente compreso che Proposta Civica ha semplicemente deciso di farsi parte attiva di una rivendicazione legittima, da parte dei cittadini, a vedersi erogate le prestazioni essenziali, che gli vengono negate in base ad un sistema “truccato”? Non ci siamo auto-investiti di un potere normativo, ma rivendichiamo un ruolo politico di tutela dei cittadini (Tralasciamo chi scrive riferendosi a noi “Quindi il problema delle liste d’attesa nella sanità si supererebbe facendo scrivere al proprio medico “urgente” sulla ricetta?
E questo significherebbe alzare il livello???” – perche’ in questo caso sospettiamo eclissi neuronali multiple alle quali, onestamente, non ci sentiamo in grado di contrapporre un argine). Passando ad altro tema, al turismo. Leggiamo sempre su Facebook un paio di memorabili considerazioni: “In attesa del turismo delle élite … chiedo per un candidato sindaco … siamo tutti figli del terzo scaglione IRPEF?” e “Oggi Orvieto è piena di gente … ora io non gli ho chiesto se fossero notai di Lecce o architetti di Piacenza… l’unica cosa che ho notato è che la loro carta di credito è passata”.
Ebbene, fingendoci più prosaici di quello che siamo, mettiamola così: se quella stessa carta di credito passasse due, tre, quattro volte sui POS orvietani, anziché una tantum nel corso di una giornata a spasso per la città … vi dispiacerebbe forse?! Quello cui aspiriamo – se non fosse chiaro – non sono le élite, bensì un turismo che incida in misura maggiore sull’economia complessiva (e dunque sulla crescita) della città, per favorire il quale non sono evidentemente sufficienti le campagne pubblicitarie, i tanti soldi spesi a fare di Orvieto una réclame. Avete presenti i dati in decrescita alla voce “turismo” in termini di arrivi e presenze nel 2023? Vi invitiamo peraltro a leggere correttamente anche i dati in questione relativi al primo trimestre 2024, di cui il sindaco uscente si fa vanto. Potreste arrivare con noi alla conclusione che usa un paio di occhiali non adeguati.
Per inciso, in un altro commento sul profilo Facebook di un consigliere di maggioranza particolarmente in vena di autocommiserazione, leggiamo “… è facile attaccare con dei dati scritti sui fogli”. Come a dire, insomma, che i dati sono buoni solo quando ci danno ragione. Certo è che, anche senza confrontarci con i dati in senso stretto, quando abbiamo ascoltato martedì scorso i racconti degli abitanti di Orvieto Scalo, sui tentativi fatti per coinvolgere l’amministrazione comunale nella riqualificazione urbana dello Scalo (popoloso quartiere d’ingresso alla città) … abbiamo avuto la riprova del fatto che le condizioni di degrado che abbiamo rilevato e che denunciamo derivano solo ed esclusivamente dal colpevole disinteresse di chi governando non governa. Di chi non ha alcun vero scambio con la base della cittadinanza, che chiama a raccolta solo in kermesse di facciata e di cui tradisce bisogni ed aspettative con scelte scriteriate.
Come il progetto del costoso quanto inutile complesso che dovrebbe sorgere al posto della vecchia scuola, imbastito per accaparrarsi lauti finanziamenti del PNRR, che una pianificazione responsabile ed intelligente avrebbe destinato a ben altro che un’ennesima colata di cemento. Progetto già in grave ritardo, oltretutto, che ha un anno e mezzo per essere avviato e portato a compimento, salvo tradursi in un colossale buco nell’acqua. Fin qui vi abbiamo letto i commenti più sciocchi forse, ma meno turpi. In chiusura, un botta e risposta più “colorito” in calce al post di una candidata consigliera in quota Tardani ve lo vogliamo riportare, sicuri che ne coglierete lo spirito e la classe. Riferito a noi, la signora scrive “Ma ci sara’ dietro qualche multinazionale, no? Lì semo de’ casa…” e un lui ribatte “Mi è avanzato ancora qualche spruzzo di saliva per la multinazionale. Che faccio, lancio?”. L’importante in questi casi, sappiatelo, è assicurarsi di stare sottovento.