“Quanto condivido in rete si riflette sulla mia credibilità personale. Non produco, diffondo o promuovo notizie, informazioni e dati che so essere falsi, manipolati o fuorvianti. Evito che anche chi comunica per mio conto lo faccia. Educo alla responsabilità le community che mi sostengono.” art.7 del Manifesto della comunicazione non ostile per la politica
Stiamo respirando in queste settimane di campagna elettorale un clima di odio alimentato da una comunicazione volutamente aggressiva e denigratoria, offline e online, attraverso post e condivisioni di informazioni e articoli falsi, fuorvianti, quando non discriminatori. L’attacco personale unito alla calunnia incarna un atteggiamento violento che distoglie completamente il dibattito da temi, argomenti e idee costruttive.
Si dirà che questo accade ogni volta in tempo di elezioni, che in fondo è normale, che “si è sempre fatto così”. Tutto ciò, a nostro giudizio, rientra in una visione e in un metodo della politica limitati e ci richiama tutte e tutti a una vera sfida culturale, alla base di un cambiamento nella prassi di chi ha a cuore la cura del bene comune.
Perché fake news, attacchi ad personam, peraltro privi di qualsiasi fondamento, utilizzo di articoli imparziali per colpire l’avversario non si limitano a svilire altre persone, ma rappresentano un grave danno per l’intera comunità.
Crediamo che sia responsabilità civica di figure politiche, giornalisti, cittadine e cittadini collaborare insieme per un’informazione trasparente al servizio di chi vuole partecipare al dibattito pubblico. Anche questo è un fondamento della democrazia di un paese.
Come Nova, nel ribadire ancora una volta la nostra ferma contrarietà a queste forme di comunicazione, elevate a strategia politica diffamatoria, invitiamo i candidati sindaci, in qualità di rappresentanti delle rispettive liste e dei propri sostenitori, a sottoscrivere i dieci principi del Manifesto della comunicazione non ostile per la politica.
Un impegno pubblico a garanzia di una sfida elettorale (e post elettorale) basata sui contenuti piuttosto che sui toni violenti e diffamatori verso una nuova cultura cittadina che concentri il dibattito su idee orientate al bene comune e alla consapevolezza da parte della cittadinanza.
Di seguito i dieci punti del Manifesto della comunicazione non ostile per la politica:
1. Virtuale è reale
So che la comunicazione è parte integrante della mia azione politica, orientata al bene comune. Dunque mi assumo sempre la responsabilità di ciò che comunico, sia online sia offline. Non considero o uso la rete come zona franca in cui tutto è permesso.
2. Si è ciò che si comunica
La mia comunicazione mi definisce. Faccio sempre in modo che ciò che comunico e ciò che viene comunicato per mio conto sia rispettabile, così come io sono rispettabile in quanto persona che agisce politicamente.
3. Le parole danno forma al pensiero
Sono intellettualmente onesto. Definisco al meglio le mie idee e le mie intenzioni. Non approfitto dei media e della loro brevità per diffondere messaggi attraenti ma offensivi o infondati. Rispetto l’intelligenza di chi mi ascolta.
4. Prima di parlare bisogna ascoltare
Prendo in considerazione gli argomenti dei miei interlocutori anche se non li condivido. Non li interrompo. Non deformo le loro parole per controbattere meglio. Preferisco il dialogo e il serrato confronto delle idee al monologo.
5. Le parole sono un ponte
Credo nella forza delle mie idee e nel potere delle mie parole. Al mio interlocutore, che sia un avversario politico o gli elettori, offro i miei argomenti e la mia passione per dialogare e per convincere, mai per annientare.
6. Le parole hanno conseguenze
Credo che il dibattito pubblico, anche se aspro, debba essere un momento di crescita per tutti. Come persona pubblica, sono consapevole che tutto ciò che dico lascia un segno in molti. Prima di fare un’affermazione, penso alle conseguenze.
7. Condividere è una responsabilità
Quanto condivido in rete si riflette sulla mia credibilità personale. Non produco, diffondo o promuovo notizie, informazioni e dati che so essere falsi, manipolati o fuorvianti. Evito che anche chi comunica per mio conto lo faccia. Educo alla responsabilità le community che mi sostengono.
8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Mi batto per le mie idee e contrasto quelle che ritengo sbagliate, ma lo faccio portando sempre il confronto sul piano dei contenuti. Rispetto il mio interlocutore e la sua sfera personale, non lo derido, non gli attribuisco affermazioni che non ha mai fatto.
9. Gli insulti non sono argomenti
Machiavelli scrive che gli uomini offendono o per paura o per odio. Sono consapevole che gli insulti sono umilianti sia per chi li riceve, sia per chi li fa: per questo non insulto e non rispondo agli insulti, e mi impegno a migliorare il mio Paese cominciando a migliorare il livello del dibattito pubblico.
10. Anche il silenzio comunica
Non parlo solo per occupare spazio o sottrarre spazio ai miei avversari. Quando parlo, faccio discorsi rilevanti, che hanno un peso e un significato. Quando taccio, anche il mio silenzio ha un peso e un significato.