di Dante Freddi
Partiamo dall’assunto che gran parte di quel 50% degli italiani, più o meno, che non va a votare lo fa perché non si sente rappresentato da nessuno, perché considera il voto inefficace a cambiare la propria condizione e quindi accetta di assoggettarsi supinamente alle scelte di chi decide con il proprio suffragio chi governa o amministra, chi decide insomma. Di questo 50% vince chi ha la maggioranza, quindi, sempre a grandi spanne, il 50% dei voti e cioè il 25% degli aventi diritto. In questo 25% ha la leadership, normalmente, una forza che ha ottenuto dal 25 al 30% di quel 50%, quindi dal 12,5% a 15% degli aventi diritto.
Questo partito di maggioranza governa a nome del popolo e spesso, a giustificazione di scelte discutibili, afferma con sicumera che ha dalla sua parte il popolo, che gli ha dato la maggioranza. Così è stato per Renzi, Conte, Salvini e ora per Meloni. Il 75% degli italiani con il diritto di voto non conta nulla, governa il 25% rimanente e decide il 12,5%. È ovvio che non può funzionare, che c’è una forzatura e che le regole della democrazia, nel nostro caso, garantiscono soltanto che gran parte del potere sia in mano a una esigua minoranza, che potrebbe anche essere animata da volontà di sopraffazione sulla minoranza.
Étienne de la Boétie sostiene che chi è o si sente sottomesso e vive quindi in servitù non può essere felice e quindi la sua è una condizione di infelicità, a cui non si ribella per cultura famigliare, per abitudine, per convenienza, per paura o perché subisce il fascino del suo sopraffattore. Ma la sua condizione di servitù non è naturale e quindi è sempre vivo il desiderio di ribellione, per tentare di essere felice, nonostante le difficoltà che provengono da se stessi e dal potere. Questo stato di “servitù volontaria” può essere ribaltato.
Possiamo riconquistare il diritto di scegliere una nuova classe dirigente che ci rappresenti, uomini e idee. Qualcuno ribatte al mio ragionamento che abbandonando il voto in questo momento si darebbe campo libero alla Destra, altri che proprio adesso che governa la Destra, rinunciando al voto, si permetterebbe alla Sinistra di ritornare al Governo. Gran parte di questi, a destra o a manca, votano per il meno peggio, perché per vedere la débacle e l’inadeguatezza della classa politica c’è bisogno soltanto di guardare, senza particolare acume.
“Decidetevi a non servire, ed eccovi liberi” sosteneva De la Boétie. Facile, logico, possibile. Riprendiamoci tutti il voto (siamo la maggioranza), ritiriamo la delega, svuotiamo il potere, ricominciamo daccapo con strumenti in cui, da una parte o dall’altra in quanto a idee e visioni, è comunque venerata la democrazia, il rispetto per l’altro, la sacralità del bene comune. Parliamone.
Qui la prima parte del ragionamento: https://orvietosi.it/2024/04/senza-un-cambiamento-rivoluzionario-non-produrremo-risultati-soddisfacenti/