di Alessio Tempesta
Sui social mi fanno sempre un po’ sorridere, ma soprattutto mi fanno pensare un po’ di più, quei post di matrice politica con foto raffiguranti esponenti politici che camminano nelle città. Questo perché la foto ferma l’istante, e fissa quel passo, che di camminata o di marcia, anche solo per similitudine iconografica, mi appare uno come prodromo dell’altro. A Roma ho visitato la mostra su Giacomo Matteotti, che mi ha fatto riflettere sul senso profondo di tragici e per nulla edificanti anniversari.
Per esempio che 100 anni fa, in questi giorni, il pensiero libero, opposto al pensiero autoritario del nascente regime, veniva stroncato con la violenza. Il 30 maggio 1924 Giacomo Matteotti pronunciò il suo ultimo discorso alla Camera: tra qualche giorno, di 100 anni fa.
Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti fu rapito da appartenenti ad una squadra, ed ucciso: 1 giorno dopo, di 100 anni fa, del prossimo 09 giugno 2024 che sarà quello di nuove elezioni amministrative per gli amministratori comunali e dei rappresentanti italiani al parlamento europeo.
Ma questo anniversario, che è una delle tante pagine nere della nostra storia, mi ha fatto pensare che a giorni andremo a votare per esercitare un diritto di pensiero e di libera espressione, diritto per il quale tanta gente si è spesa, a costo anche della propria vita.
Un voto dal valore inestimabile quindi, per quanto sopra esposto, e soprattutto se confrontato a tanti luoghi nel mondo dove la democrazia proprio non c’è. Ovviamente viviamo in Italia, un Paese democratico dove i nostri rappresentanti sono eletti, sostanzialmente, dal popolo. Nessuno oggi avrebbe da temere democratiche derive totalitarie o autarchiche. Ma un consiglio, o solo un desiderio, ho piacere di condividerlo: ognuno di noi vada a votare, e lo faccia come crede, ma lo faccia in nome del supremo diritto alla libertà!
Ed in nome di quella libertà, voti però aspirando e tendendo, attraverso i propri futuri rappresentanti, ad una civiltà rispettosa dell’altro, di ogni essere vivente e dell’altrui pensiero. Libertà quindi non come spesso oggi viene esclusivamente intesa, cioè il diritto “di fare ognuno come ci pare”, ma libertà di preservare ed ambire, pretendere ed impegnarsi per una civiltà veramente libera dall’ignoranza, dal pregiudizio e dal sopruso.