Una bella mattina di sole ha riscaldato l’inaugurazione de “Il Mascherone”, la fattoria sociale di OASI agricola Cooperativa Agricola e Sociale che recupera l’area – da decenni in stato di abbandono – precedentemente occupata dal Vivaio Conti: un terreno agricolo di 4 ettari nel cui perimetro si trovano magazzini e destinati a laboratori per attività legate al ciclo della produzione agricola, aula didattica, magazzini e rimessa agricola, spazi per la vendita dei prodotti.La giornata è iniziata con la presentazione del progetto da parte del presidente di OASI agricola, Arturo Lavorato, affiancato da Andrea Massino, Direttore della Coop. Sociale il Quadrifoglio. Hanno poi preso la parola Libero Mario Mari (Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Andrea Taddei (Presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto) in rappresentanza degli enti che, assieme al Comune di Orvieto, Oasi Agricola e “Il Quadrifoglio” hanno costituito il partenariato pubblico- privato che ha reso possibile la realizzazione del progetto di fattoria social. Sono poi intervenuti il Vescovo della Diocesi Orvieto-Todi, S.E. Gualtierio Sigismondi, Andrea Bernardoni (presidente Legacoopsociali Umbria), Mariella Mariani (Assistente Sociale USL Umbria 2, Centro Albero delle voci, Alessandra Cannistrà (Condotta Slow Food Orvieto) e Rita Fini (Vicepresidente AFHCO). Presente, sin dall’inizio e per tutta la durata della cerimonia di inaugurazione, la Sindaca Roberta Tardani.
Diversi interventi hanno voluto ripercorrere la storia di questo progetto di agricoltura, inclusione sociale e inserimento lavorativo di persone con fragilità, il cui inizio risale alla creazione della “Serra Fiordaliso” di Allerona, nata dall’ideale e dalla determinazione di Gianfranco Cuboni, presidente dell’Associazione “Il Ginepro”, socio fondatore di AFHCO e artefice delle idealità che supportarono la fondazione di OASI Cooperativa di Comunità di Allerona e dell’Hosteria di Villalba. Dalla “Serra Fiordaliso” si sono originate le prime esperienze di orticoltura sociale e nel 2012 la Cooperativa Agricola e Sociale OASI.
Infine, da Oasi agricola è nato “Il Mascherone” che, grazie anche le risorse della Misura 7.4.1. del PSR dell’Umbria 2014-2020, ha restituito alla produzione e al benessere sociale della città un’area che versava in stato di degrado. Il Vescovo Gualtiero Sigismondi, nel suo intervento, si è soffermato sui legami che uniscono bellezza e cura del creato, sulla meraviglia che può sorgere nell’uomo capace di ascoltare e accogliere anche le più piccole espressioni della natura e sul formidabile valore dell’inclusione sociale, azione che dà concretezza a un mondo plasmato dai più autentici valori umani.
E, diciamo noi, nelle parole del Vescovo ci è sembrato di cogliere i pensieri di Papa Francesco che, nell’enciclica Laudato Si scrive: “Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità”. Andrea Bernardoni, rifacendo velocemente la storia della cooperazione sociale di inserimento lavorativo – dalla prima esperienza triestina voluta da Franco Basaglia nel 1971 ad oggi – ha sottolineato la novità di queste imprese sociali, che rappresentano un nuovo modo di organizzare e gestire i servizi di interesse generale, valorizzando le risorse delle comunità e coinvolgendo i cittadini. Non un ibrido tra filantropia e impresa profit – ha detto – ma di un nuovo soggetto istituzionale che coniuga sviluppo economico, inclusione sociale e sostenibilità ambientale.
Mariella Mariani, assistente sociale della USLUmbria2, ha riassunto le tappe dell’agricoltura sociale nell’Orvietano: dalle prime esperienze della “Serra Fiordaliso”, al sostegno da parte dei servizi sociosanitari del territorio a “Il Mascherone”. Una vicenda che ha visto famiglie, servizi e cooperative scommettere su un modello innovativo che ha prodotto benessere, inclusione sociale e lavorativa e anche una qualità dei prodotti agricoli tutt’altro che banale. Un plauso al cibo buono, pulito e giusto prodotto da Oasi Agricola è arrivato da Alessandra Cannistrà, fiduciaria della Condotta Slow Food di Orvieto, che ha anche ricordato il progetto degli “orti in condotta” a cui partecipano le cooperative OASI Agricola e Il Quadrifoglio e la condotta Slow Food e che, per la prima volta in Umbria, vede protagonisti anche gli asili nido.
A chiudere la serie degli interventi, Rita Fini, vicepresidente AFHCO e “pioniera” delle iniziative di agricoltura sociale nell’Orvietano. Un intervento laico, attraversato da una vibrante carica di umanità integrale, in cui le parole di verità della madre di un ragazzo fragile si sono sommate a quelle di una persona impegnata a non subire le circostanze ma a trasformare attivamente, assieme agli altri, un mondo che, senza la nostra “buona volontà”, diventerebbe davvero storto.