La fortezza Albornoz è un luogo di cui gli orvietani e le orvietane hanno dimenticato la bellezza, a causa di un susseguirsi di amministrazioni che ne hanno spento le potenzialità. La rocca, che, come recitano vari siti Internet di attendibile credibilità, ospita i principali giardini pubblici della città, risulta avere una serie di criticità che, con un investimento ragionevole e mirato, potrebbero trasformarla in un luogo nevralgico per lo sviluppo della cultura e per il sano divertimento della gioventù orvietana.
Anzitutto la mancata messa in sicurezza dei terrazzi impedisce l’utilizzo dello spazio nella sua interezza, così come la scelta di non mettere un’illuminazione fissa all’interno dell’area, la rende inaccessibile di sera a chiunque, nonché una zona ipoteticamente ad alto tasso di rischio. Per non parlare della casa in cui è nato il giornalista e scrittore Luigi Barzini: una abitazione decrepita, in stato di semi-abbandono che merita una ristrutturazione e rivalutazione, anche attraverso la creazione di uno spazio aggregativo, culturale e artistico.
Per la verità, un investimento è stato fatto, rispetto agli interventi che qui si stanno proponendo. Si tratta del progetto Rupe-Valle per il recupero e la valorizzazione del collegamento fra fortezza e Pozzo di San Patrizio, restauro della fontana di San Zeno e riqualificazione del percorso Le Piaggie. Il progetto ha risolto solo parzialmente il problema della sicurezza, costruendo un’uscita di emergenza ma non preoccupandosi affatto dell’accesso alle terrazze, e per nulla quello dell’illuminazione, la cui sistemazione pesa sulle tasche di chi decide di organizzare eventi all’Albornoz, con la conseguenza di disincentivare ogni tentativo di utilizzo.
Bella Orvieto non può abbassare lo sguardo quando individua un luogo in cui poter vedere fiorire il libero scambio di idee e lo sviluppo spontaneo di identità singole e reti sociali, aperto a tutte e tutti, nel cuore pulsante della città. La nostra proposta è diretta anche alla realizzazione di un palco fisso, che permetta di dar vita a un programma estivo, e non solo, che coinvolga trasversalmente la comunità in attività istruttive, ludiche e, finalmente, popolari.