Nell’ambito del Festival Internazionale d’Arte e Fede di quest’anno, in linea con l’invito di Papa Francesco a celebrare “una grande sinfonia di preghiera in preparazione al Giubileo”, si inserisce la presentazione del libro “Si ritirò a pregare. Gesù in preghiera secondo i Padri della Chiesa” di don Antonio Grappone.
Alessandro Lardani, direttore artistico del festival, durante la presentazione del libro tenutasi lunedì 27 maggio nella Cappella di San Brizio in Duomo, ha sottolineato l’importanza di questa edizione che si allinea perfettamente con il messaggio del Santo Padre. Don Antonio Grappone, direttore spirituale del Seminario “Redemptoris Mater” di Roma e docente di Patristica presso la Pontificia Università Gregoriana, ha condiviso la genesi del suo libro. “Circa tre o quattro anni fa, le edizioni San Paolo mi contattarono per realizzare un libro in occasione della Giornata della Parola di Dio”, ha spiegato don Grappone.L’autore ha fatto una scelta editoriale peculiare, decidendo di non includere i brani evangelici in cui Gesù insegna a pregare, ma concentrandosi esclusivamente sui momenti in cui Gesù stesso prega. Don Grappone sottolinea come esistano già molti commenti sulle preghiere, ma il suo intento era di riportare l’attenzione sulla preghiera di Gesù come modello. L’Anno della Preghiera è visto dall’autore come un’occasione fondamentale per riscoprire chi siamo e dove stiamo andando. Attraverso la sua esperienza pastorale, ha osservato che molte persone, soprattutto giovani, mancano di una vita interiore autentica.
“I giovani soffrono quando non riescono a dare un’identità autentica a ciò che hanno dentro”, ha affermato. Tale mancanza di interiorità era una caratteristica anche delle religioni pagane di 1900 anni fa, che non richiedevano un’esperienza interiore. Tuttavia, oggi si avverte un crescente bisogno di interiorità, spesso frainteso come una ricerca di vantaggi personali, di “empowerment” o di identificazione con l’energia dell’Universo.
Don Grappone descrive il Cristianesimo come una rivoluzione proprio perché introduce una vita interiore dialogica, basata sul rapporto personale con Cristo. “La verità, che è Cristo, è bellissima”, afferma, sottolineando che, sebbene la fede sia ricevuta dall’esterno, è il rapporto con Cristo a essere determinante. La Chiesa vive della testimonianza degli apostoli e i Padri della Chiesa sono fondamentali perché la rivelazione divina è stata fatta agli uomini. Gli atti umani di Gesù, come alzare gli occhi al Padre, diventano eterni e parte della divinità stessa.
Infine, don Grappone esplora la simbologia dei tempi e dei luoghi di preghiera, rappresentanti il desiderio di elevarsi e staccarsi dalle cose terrene per incontrare Dio. “Gesù mostra come, seppure la condizione umana sia segnata dal peccato, la preghiera abbia una dimensione personale unica, capace di rivelare potenzialità nascoste, di illuminare il cuore, di elevare lo spirito e di trasformare la vita interiore di ogni credente in una novità e in un dialogo continuo con il Padre”. La presentazione di “Si ritirò a pregare. Gesù in preghiera secondo i Padri della Chiesa” ha rappresentato quindi un importante contributo al Festival d’Arte e Fede e al suo pubblico, offrendo una profonda riflessione sulla preghiera in quest’anno di preparazione al Giubileo del 2025, a cui tutti siamo invitati a partecipare come Pellegrini di Speranza. Il Clou del Festival è atteso a settembre con la produzione del racconto teatrale “Scrivere di Dio” , da presentare in prima assoluta nel Duomo di Orvieto per i 750 anni dalla morte di S. Tommaso D’Aquino.