E’ notizia di qualche giorno fa che l’Italia nel 2024 spenderà 29 miliardi in armi, lì dove sarebbero bastati 5 miliardi l’anno per 5 anni per riportare il nostro SSN alle performance pre pandemia. (cit.) “Evidentemente conviene più investire sulla morte che sulla vita, preferendo una “bella” guerra a una brutta pace. Con 5 miliardi l‘anno avremmo potuto abbattere le liste d’attesa assumendo più personale.
Cinque miliardi l’anno avrebbero consentito investimenti sulla produzione farmaceutica nazionale al fine di ovviare alla sempre più persistente carenza di farmaci, alcuni salvavita; essere indipendenti sulla produzione farmaceutica e in grado di rispondere al fabbisogno farmacologico della popolazione renderebbe meno vulnerabile il sistema Paese.”
Tutto questo nel silenzio assordante delle istituzioni e di quasi tutti i partiti politici. Un silenzio che fa da contraltare al rumore delle bombe, al grido dei bambini sotto le macerie in Ucraina o in Palestina, alla propaganda di guerra che ci viene propinata ogni giorno dall’informazione “main stream”.
Statistiche recentissime certificano che in Italia sono aumentati i nuclei familiari in povertà assoluta – circa 8,9% della popolazione residente – e la metà degli italiani si rivolge alla sanità privata per poter ricevere una prestazione specialistica negata dal Servizio pubblico a causa delle lunghissime liste d’attesa. Servizio pubblico che il 43% degli italiani ha finanziato anche per coloro che reputano le tasse “pizzo di Stato”.
Una situazione frutto dei tagli “bipartisan” attuati da governi nazionali negli ultimi decenni, certificata dal parere della Corte dei Conti dello scorso 3 aprile, nella quale si documenta, numeri alla mano, il fatto che continua ad allargarsi il gap tra la spesa sanitaria pro capite dell’Italia e quella sostenuta dagli altri grandi paesi europei; proprio nel giorno in cui 14 tra i più importanti scienziati italiani lanciano l’allarme sulla crisi del sistema sanitario pubblico.
In questo scenario preoccupante, nel quale i diritti fondamentali delle persone, sulla carta garantiti, vengono quotidianamente messi in discussione, cosa può fare e quale può essere il ruolo di un piccolo ente locale?
Ne parleremo mercoledì 10 aprile alle ore 21 presso la Sala Consiliare del Comune di Porano.
Interverranno
Avv. Carmela Palmieri – candidata Sindaco al Comune di Porano
Dott. Stefano Biagioli – candidato Sindaco al Comune di Orvieto
Gruppo UNITI PER PORANO
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