Era un mercoledì, esattamente mercoledì 17 ottobre 2018. Nell’aria uggiosa e umida di quella mattinata di inizio autunno, sulla Rupe già si respirava un clima pre-elettorale, anche se ancora mancavano una manciata di mesi alla conclusione dell’Amministrazione a guida Germani. L’opinione corrente che andava per la maggiore tra il popolo orvietano, era che con le nuove elezioni ci sarebbe stato un cambio a 360 gradi nella guida amministrativa della cittadina sulla Rupe.
In quella umida e uggiosa mattinata, l’aspirante candidata maggiormente accreditata come futuro primo cittadino, sulla sua pagina Facebook, poneva in bella evidenza un post che testualmente recitava: “A sette mesi dalla fine della consiliatura, dopo quattro anni di torpore, l’Amministrazione si sveglia e comincia a parlare di rifacimento di strade, illuminazione, impianti sportivi, promozione della città, valorizzazione del patrimonio pubblico e chi più ne ha più ne metta. Persino qualche nastro è stato già tagliato in queste ultime settimane. Io un’idea sul perché me la sono fatta…Voi?”.
Erano piaciute queste belle parole da parte della candidata sindaca, parole che esprimevano rabbia e risentimento per questa moda malsana di cancellare gli anni di inerzia e assenza amministrativa dando vita a una miriade di lavori e cantieri negli ultimi mesi di legislatura. Spargendo fumo e cenere negli occhi e nella mente dei cittadini, bombardandoli con mirabolanti promesse di milioni di euro in arrivo, incredibili finanziamenti pronti a entrare dalla finestra per costruire piccole e grandi opere, appalti già predispisti per sistemazione di vie pubbliche e rifacimento di strade, con la sempre ammaliante promessa di aver già pronto nel cassetto un validissimo piano per valorizzare al massimo il patrimonio pubblico locale, senza tralasciare la sempre attraente proposta di costruire impianti sportivi per tutti i gusti.
Qui il banale e “normale” cittadino una domanda spontanea se la porge: “Ma perché tutte queste belle cose non sono state fatte nei soporiferi e ‘dormienti’ quattro anni e mezzo di amministrazione già trascorsi?”. Sorvolando su questo arcano e non facilmente spiegabile (più che legittimo) dubbio, osservando quello che sta accadendo nel territorio orvietano in questo periodo che precede la data del prossimo voto, non si puo non aver contezza di quanto l’attuale primo cittadino ben abbia appreso e fatta propria quell’arte, esercitando quello stesso “mestiere” ancora di più, e meglio, dei suoi predecessori.
Manifestando pubblicamente, sotto un punto di vista politico, un pessimo esempio di onestà e coerenza intellettuale. E un sempre non facilmente comprensibile attaccamento a quella dorata poltrona. I nuovi candidati potrebbero mettere in pratica un saggio detto antico, “chi di spada ferisce di spada perisce”, evidenziando sulle loro pagine Facebook lo stesso post, con una semplice opera di copia incolla. E il post di quel lontano mercoledì 17 luglio del 2018 risulterebbe attualissimo e “azzeccatissimo” anche oggi, cinque anni dopo. Cambierebbero solo l’oggetto e il soggetto.
Quel post del 17 ottobre del 2018 l’aspirante sindaca (sarà poi effettivamente eletta), lo usava per mettere in cattiva luce quell’agire, quel modo di fare non rispettoso né della politica, né degli elettori. Oggi gli attuali aspiranti primi cittadini potrebbero tranquillamente imitarla, mettendo in luce la piena similitudine del comportamento del sindaco a fine legislatura di cinque anni fa con l’attuale.
Nel caso questa pratica funzionasse e venissero eletti, dovrebbero però ben ricordararsi, tra cinque anni, in prossimità della fine della propria legislatura, di non commettere lo stesso errore, di non ricorrere a loro volta a queste tecniche fumose e “distraenti”, poco rispettose dell’intelligenza e capacità critica dei cittadini e mortificanti per la politica vera, quella con la “P” maiuscola, che dovrebbe essere asservita al bene supremo del popolo e della comunità e non alle proprie ambizioni o interessi personali.