Stiamo leggendo sempre più frequenti notizie riguardo un progetto per l’installazione di un campo fotovoltaico nell’area a confine tra i comuni di Orvieto e Castel Giorgio, in località Torre San Severo. La veridicità della notizia e i timori sono avvalorati dall’iniziativa promossa per venerdì 12 aprile (Transizioni energetiche. Impianti eolici e fotovoltaici” è il titolo dell’incontro pubblico promosso dagli Amici della Terra Onlus e comitati locali per venerdì 12 aprile alle 18 al Centro Sociale Anziani di Torre San Severo).
Bella Orvieto, tanto per chiarire le posizioni, è del tutto favorevole alla adozione di fonti alternative al combustibile tradizionale per la produzione di energia elettrica “pulita”, tra queste, anche i pannelli fotovoltaici; crediamo sia utile incentivare l’utilizzo di questi ultimi, negli edifici pubblici, impianti sportivi e scuole.
Bella Orvieto è del tutto contraria invece, all’applicazione del processo virtuoso anzidetto, prescindendo da qualunque considerazione e subordinando al principio dell’energia pulita, ogni e qualunque altra seppur sostenibile considerazione su dimensioni, ubicazione, danni prodotti.
Del resto, dobbiamo constatare che anche la normativa di legge, con la buona intenzione, forse, di semplificare gli adempimenti procedurali, ha aperto la strada a fin troppo facili e spregiudicate speculazioni. Come già occorso qualche anno fa per la località San Faustino, pericolo scongiurato almeno per ora, se i termini dell’impianto in previsione sono quelli che sentiamo dire, il beneficio dell’energia pulita prodotta, sarà decisamente ed irrimediabilmente vanificato dal danno arrecato al sito.
Non solo, troppo spesso si cerca di annebbiare le coscienze omettendo di comprendere nell’impatto di un campo fotovoltaico di questa potenzialità e quindi negli elementi per la sua esatta e completa valutazione ambientale, le opere necessarie per immettere sulla rete elettrica nazionale, la potenza prodotta. Nel caso in parola, come del resto in quello che abbiamo citato, l’ordine di idee della potenza da connettere, prodotta dal campo alla tensione di 20 KV, riteniamo sia superiore a 10 MW e di conseguenza da allacciare alla rete ad alta tensione (almeno 150 KV).
Questo vincolo di carattere elettrico, comporta, e non certo per una migliore disponibilità dell’area rurale dei due Comuni, già elettricamente servita e priva di criticità, la costruzione di linee a media tensione, impattanti ancorché previste in cavo interrato, una stazione elettrica di trasformazione, quindi i raccordi ad alta tensione per il suo inserimento sulla linea di pari potenza. A lume di naso, e ci scusiamo per l’approssimazione dovuta alla mancanza di elementi progettuali precisi, ci sembra che la linea ad alta tensione più vicina, guarda caso attraversa l’area dell’Alfina, manco a dirlo, riconducendo questo progetto ad un tassello di un piano molto più ambizioso il cui fine, decisamente più speculativo che di transizione ecologica, verrà misurato in termini non di energia pulita, bensì di utile netto degli investitori.
Sarebbe oltremodo doveroso integrare la nostra contrarietà con una serie di considerazioni sulla bontà della scelta di sacrificare ettari di superficie agricola utile, sottolineiamo utile e non incolta, anziché votarla alla sua naturale destinazione. Non mancheremo di farlo, assicurando fin d’ora la nostra condivisione e la nostra adesione a quanti si renderanno promotori di iniziative contro questo progetto, non contro il fotovoltaico. Di una cosa però siamo certi già da adesso, molto probabilmente, l’affitto per “la coltivazione di pannelli fotovoltaici” assicura, senza rischi di siccità o grandine, redditi ben superiori a quello agrario. Restiamo in contatto!
Fonte: Bella Orvieto