Lenta ma costante, come una goccia cinese, l’imprenditoria femminile scava. E le donne che guidano un’azienda si fanno sempre più spazio nel panorama imprenditoriale regionale umbro. Dal 2014 al 2023 la presenza di donne nelle compagini societarie ha registrato un incremento costante (+1,2%) che non ha subito scossoni neanche durante la fase di shock economico esploso con la pandemia. Ma la disparità di genere nei ruoli apicali è ancora forte e la performance economica delle aziende a guida femminile è molto al di sotto di quella a guida maschile. Lo scenario è emerso lunedì 4 marzo nel corso del convegno “Impresa, singolare femminile. Caratteristiche e fabbisogni dell’imprenditoria femminile dalla voce delle protagoniste” che si è svolto a Terni presso la sede della Camera di Commercio dell’Umbria, moderato da Federico Sisti, Segretario Generale Camera di Commercio dell’Umbria. Sala Conferenze gremita di Istituzioni tra cui il Comune di Terni con l’assessore comunale al commercio Stefania Renzi e l’amministrice delegata di Sviluppumbria, Michela Sciurpa.
L’evento fa parte del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, la manifestazione itinerante organizzata da Unioncamere in collaborazione con le Camere di Commercio e i Comitati per l’imprenditoria femminile, per stimolare occasioni di conoscenza e approfondimento delle dinamiche di genere.
Dopo i saluti istituzionali di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria che ha sottolineato come il tema della disparità e dei ruoli di comando in azienda “sia anche un problema culturale che ha a che fare, ad esempio, con una organizzazione familiare che nel nostro Paese è ancora troppo sbilanciata sulle donne”, la Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile Dalia Sciamannini ha ricordato “come sia ancora centrale per le imprese femminili il tema della qualificazione e della formazione continua”.
Appassionato l’intervento di Caterina Grechi, presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, che ha annunciato dal palco ternano “l’avvio dal prossimo sedici marzo del Point Donna Lavoro, un progetto che mira a indirizzare e sostenere le donne in cerca di una occopazione, non dimentichiamo – ha detto – che il tema dell’indipendenza economica da parte di una donna è prioritario per emanciparsi ed essere libera di scegliere della propria vita”. “L’imprenditoria femminile in italia e in Umbria” al centro dell’intervento tecnico della vicepresidente nazionale di Unioncamere, Tiziana Pompei. Evidente la situazione di squilibrio di genere in Italia e nella nostra regione: “In Italia – ha detto – il tasso di femminilizzazione delle imprese al 31 dicembre del 2023 arretra per la prima volta e arriva al 22,2%, quasi un punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente, l’Umbria si conferma comunque nella top five con un tasso che arriva al 24,8%. I settori dove più donne decidono di fare impresa sono “servizi alla persona, sistema moda, sanità e assistenza sociale. In totale sono 20.146 quelle registrate in regione, valore che genera un tasso del 24,3% a Perugia e del 26,3% a Terni”.
Il dato che fotografa il fatturato parla chiaro: Le imprese femminili, anche a causa della loro dimensione generalmente più piccola, raggiungono un fatturato mediamente più basso rispetto alle imprese non femminili (72mila euro annuo fatturato per addetto rispetto ai 168mila euro fattuaro delle imprese non femminili). Una forbice pesante, al punto che quello generato dalle imprese maschili è più che doppio.
Dal Report “La presenza femminile al vertice delle società umbre – Analisi dei dati del Registro Imprese” illustrato da Giuliana Piandoro, Conservatore Registro Imprese Camera di Commercio dell’Umbria realizzato in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti della provincia di Perugia, emergono dati inediti e poco esplorati, utili a comprendere qual’è la presenza delle donne lì, dove le decisioni si assumono.
Le donne al vertice: È Ceo (al 31 dicembre 2023) appena il 17,4% delle donne che ricoprono cariche in azienda, pari a 23 imprenditrici in tutta la regione. Dato esiguo che scende ulteriormente rispetto al 2014 quando erano 32, che tradotto in percentuale significa -28,1% in meno. Presidenti di consigli di amministrazione donne, in Umbria ce ne sono 534 al 31 dicembre 2023 su 2.672 Presidenti totali(erano 501 nel 2014). Emerge dunque come esista ancora forte, una disparità di genere nelle leve del comando. Le Consigliere delegate sono il 18,3% delle donne impegnate in ruoli aziendali. Scendendo la piramide, alla qualifica di “socio” la percentuale cresce di molto e si arriva al 40,6%.
La seconda parte della mattinata incentrata sul tema “Oltre il soffitto di cristallo. Imparare dalle storie di successo” con le testimonianze di donne Presidenti di Camere di commercio italiane. A Terni la testimonianza di Antonella Ballone, Presidente Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia e Loretta Credaro, Presidente Camera di Commercio di Sondrio e Dalila Mazzi, Presidente Camera di Commercio di Pistoia – Prato, in collegamento da remoto. Sono le tre donne (su quattro in totale) presidenti di Camere di Commercio in Italia su un panorama nazionale che conta 65 Camere di Commercio. “Io sono stata la prima donna nel 2019 ad essere eletta – ha raccontato Loretta Credaro – oggi dopo cinque anni, siamo diventate quattro. Dei passi sono stati compiuti, ma non è stato facile, perché dobbiamo sempre dimostrare di essere più brave degli altri. Serve per arrivare in alto, una famiglia alle spalle che ti sostenga, determinazione e un po’ di presunzione”.
“Non amo parlare di quote rosa o soffitto di cristallo – ha detto Antonella Ballone, presidente della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia – io credo invece che noi donne, che abbiamo svolto un percorso di carriera, siamo andate semplicemente a prenderci quello per cui avevamo lavorato. Mi auguro per cui che tra alcuni anni non si debba più parlare di quote o di impresa al femminile”. Per Rosita Garzi, sociologa del lavoro presso Università di Perugia, “una parte del soffitto si è incrinata, ma tanta strada è ancora da fare”.
Le conclusioni affidate a Michele Fioroni, assessore regione a Sviluppo Economico, Innovazione, Digitale e Semplificazione che ha fatto riferimento ad un processo di “femminilizzazione della società, che ha cominciato ad abbracciare valori come quelli di collaborazione, comprensione, inclusione e che oggi si riflettono sul fatto che le imprese femminili sono più attente alla sostenibilità, alla transizione verde”. “Un modello da valorizzare”.