“La fase che prepara la campagna elettorale per la nuova Amministrazione della città di Orvieto è contrassegnata da una certa confusione nella prospettazione di candidature e alleanze che, tuttavia, non rappresenta uno scenario solo negativo, e certamente va letto anche come un sintomo di riflessività da parte degli attuali candidati. Stando alle rappresentazioni giornalistiche, predomina però l’incertezza, persino nelle alleanze che sembravano più organiche e messe alla prova. Ma proprio per questo, una breve analisi della situazione che si delinea nelle forze in campo spinge a presentare alla città e alla politica orvietana una proposta alternativa di merito e di metodo.
Osservando gli schieramenti che si prospettano, e senza alcuna intenzione di dichiarare contrarietà che sarebbero assolutamente ideologiche, resta il fatto che sembra mancare agli elettori la disponibilità di un programma e di un’area convintamente radicate al centro, non nascondendo la duplice anima di un’ispirazione cattolica e riformista, e di un’apertura a tutte le liste che vogliano ispirarsi al Bene comune.
Al momento questo spazio sembra poco rappresentato almeno sulla carta, e comunque in attesa di ulteriori pronunciamenti, ma la fase politica che stiamo vivendo ha estremo bisogno di un’offerta che punti a riportare “Orvieto al Centro”, non solo perché dobbiamo sottrarci all’influenza restrittiva del meccanismo maggioritario (che del resto ha ridotto seccamente il numero dei votanti), ma anche per la buona ragione che avvertiamo la necessità di un’innovazione politica e amministrativa ispirate ad un vincolo di trasparenza e condivisione delle scelte strategiche.
Per quanto possa sembrare protocollare, dunque, non c’è nulla di pregiudiziale o polemico nella proposta di una nuova Lista, aperta al mondo cattolico e alle forze laiche, ma soprattutto interessata a dar voce a quanti negli ultimi tempi ritengono strategica una diversa attenzione ad un centro democratico. Un tale progetto trae spunto fra l’altro da una riflessione condotta in pochi mesi da un gruppo promotore di una lista attenta alla Dottrina sociale della Chiesa e al centro democratico, ma decisamente aperta a quanti ambiscono o sperano in un cambiamento, a partire dalla riduzione delle distanze tra eletti ed elettori e dall’imperativo certamente comune di aspirare, tutti, ad una nuova stagione per Orvieto.
Dunque la sollecitazione che proviene dalla conflittualità di queste giornate può tradursi in una proposta capace di contribuire sia alla semplificazione del quadro politico, ma anche alla presa d’atto che tutti i progetti presentati debbono andare incontro alle aspettative dei cittadini; la confusione di questo momento non deve essere acuita da una prolungata incertezza che finirebbe per incoraggiare l’astensionismo. Il Gruppo di proposta che in questi mesi ha elaborato un progetto preliminare per Orvieto ritiene che si debbano individuare le ragioni per esprimere una candidatura di servizio alla città in nome di una nuova stagione di fiducia e partecipazione che intravveda nel titolo “Orvieto al Centro” non solo una convocazione di tanti in vista delle elezioni, quanto un impegno che convintamente si metta alla prova dopo le elezioni e qualunque sia il risultato.
Non è dunque una risorsa solo elettorale quella avanzata, anche se fino ad oggi la riflessione è stata prevalentemente orientata a lavorare ad un programma da condividere con la città ma entro una visione per il futuro oltre la legislatura. Non ci nascondiamo la criticità di una sfida che matura a pochi mesi dall’appuntamento di giugno, ma non saranno questi ostacoli ad incrinare una volontà civile fondata sull’assunzione di un impegno profondo per tutto ciò che Orvieto rappresenta già in termini di “effetto di annuncio” e risorsa comunicativa: riserva viva di valori, tradizioni, culture e visioni, forti di un nome antico (Urbs Vetus) da proiettare con convinzione e amore nel futuro.
È coerente con quanto detto l’apertura immediata di un cantiere per pubblicare un progetto-pilota da sottoporre alla città e a tutte le forze sociali e politiche interessate, così come la messa a disposizione di una candidatura pronta ad interpretare valori e programmi che da troppo tempo ci mancano“.
Mario Morcellini, professore ordinario emerito in Sociologia della Cultura e della Comunicazione alla Sapienza, dove è stato direttore di Dipartimento e preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione, che ha contribuito ad istituire. Fondatore del Master Universitario in “Sicurezza, Coordinamento e Cooperazione Internazionale” nella Scuola Interforze di Polizia, ha presieduto la prima consiliatura del Comitato di Controllo e Corporate Governance dell’Auditel, interrotta dalla sopraggiunta elezione, da parte del Parlamento, a commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.