La mancanza di visione sulla sanità umbra sia da parte della giunta regionale sia dell’opposizione che la insegue è palese. La prima si limita a girare per i territori e promettere che saranno assicurati, in un prossimo futuro naturalmente, i servizi sotto casa, abbattute le lista di attesa e risolta ogni altra criticità nel rapporto tra sanità pubblica e sanità privata.
I secondi si limitano a protestare e a promettere le stesse cose. Tuttavia entrambi fanno confusione tra il concetto di investimenti e quello di gestione. Il problema, infatti, non sono i soldi per costruire nuovi ospedali o le nuove case della salute e nemmeno i soldi per acquistare le macchine e le nuove tecnologie.
Mancano del tutto, invece, i soldi necessari per programmare strutturalmente anno per anno la gestione corrente della sanità pubblica ovvero i soldi per i medici, il personale sanitario, e per tutti i servizi che ruotano intorno a un sistema che già così come si trova è arrivato alla canna del gas figuriamoci da rinnovare ed espandere secondo i desiderata di tutti. Il risultato di questa ambiguità sulle politiche sanitarie in Umbria da parte sia del centrodestra e sia del centrosinistra più che a calmare l’indignazione dei cittadini la amplifica a dismisura fino a generare la più totale sfiducia verso la politica e le istituzioni.
Due sono i nodi da sciogliere per rimettere sui binari giusti il futuro della sanità in Umbria:
– abbattere le componenti ideologiche e campanilistiche di chi vuole gli specialisti e gli ospedali sotto casa;
– costringere il privato convenzionato ad accettare di erogare anche le prestazioni più onerose e meno convenienti;
Tutto il resto è fuffa. Anche se proprio con la fuffa si sono abituati a prendere i voti. Purtroppo.
Massimo Gnagnarini,
presidente regionale Umbria di Italia Viva