La prossima conferenza dell’Istituto Storico Artistico Orvietano si terrà venerdì 16 febbraio alle 17 presso l’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L’evento vedrà la partecipazione di due rinomati storici dell’arte internazionale, Claudio Strinati e Clovis Whitfield, che dialogheranno sul tema “L’occhio di Caravaggio: Viaggio nella tecnica del reale”.
Secondo l’architetto Raffaele Davanzo, presidente dell’Isao, Caravaggio è giustamente considerato l’artista più ambito dai grandi musei di tutto il mondo, i quali competono per ospitare le sue opere e i relativi primati. Quest’anno, la National Gallery di Londra celebra il suo bicentenario con una mostra eccezionalmente ricca dedicata a Caravaggio.
Tra gli eventi di spicco di queste celebrazioni, spicca una mostra su “Ultimo Caravaggio”, che presenterà a Londra due capolavori: il “Martirio di Sant’Orsola”, dipinto nel 1610 per Marcantonio Doria e oggi custodito presso palazzo Piacentini a Napoli, e “Salomé con la testa del Battista”, parte della collezione londinese dal 1970. Questa esposizione si prospetta un grande successo grazie al richiamo che Caravaggio esercita su un pubblico di ogni provenienza e generazione.
Per comprendere appieno l’eterna seduzione esercitata dall’artista e le ragioni della sua rivoluzionaria figura nel campo dell’arte, interviene l’esperta competenza di Clovis Whitfield, storico dell’arte londinese con una particolare passione per l’Umbria. Il suo lavoro, riflesso nel libro “L’occhio di Caravaggio” pubblicato nel 2011, offre un’indagine estremamente documentata sulla tecnica, lo stile e il contesto storico-culturale in cui operò Caravaggio. Whitfield dimostra come l’innovazione dell’artista derivasse non solo da aspetti stilistici e compositivi, ma anche dal progresso tecnologico dell’epoca, in particolare nel campo della scienza ottica e della produzione di lenti speciali. Queste lenti, sapientemente utilizzate da Caravaggio, contribuirono a creare effetti visivi straordinari che stupirono i suoi contemporanei.
Attraverso il suo lavoro, emerge chiaramente il quadro della Roma di Clemente VII, l’epoca e il contesto culturale in cui visse e operò Caravaggio, nonché l’influenza della committenza artistica, in particolare del cardinale Francesco Maria del Monte, mecenate dell’artista. Questi erano gli anni in cui le teorie di Galileo sull’osservazione dell’universo e il nuovo modo di rappresentarlo di Caravaggio si intrecciavano, offrendo nuove prospettive sulla complessità del reale. Il volume e la locandina dell’evento riproducono l’affascinante immagine di Santa Caterina d’Alessandria (Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid), ritratta da Caravaggio con i tratti seducenti di Fillide Melandroni, la sua modella romana. Il volto malinconico e sensuale di Fillide rimane un elemento costante nelle opere di Caravaggio, fino alla sua ultima opera, forse rappresentata anche nella Salomè londinese.
In conclusione, la conferenza offre un’occasione unica per immergersi nell’arte e nella tecnica straordinarie di Caravaggio, attraverso l’analisi approfondita di due esperti del settore, Claudio Strinati e Clovis Whitfield.