di Antonello Romano
Orvieto è una città dalle grandi potenzialità e di grande bellezza grazie alla sua nobile Storia e ai simboli laici e religiosi che la rapp.
L’attuale Amministrazione ha, inequivocabilmente, curato con un’efficace attività di marketing e di comunicazione, l’offerta turistica complessiva della città, in Italia e oltre i confini del Paese, ma, restano sul tavolo molte questioni irrisolte e di importanza strategica per garantire una miglior qualità della vita ai propri cittadini e che riguardano settori importanti per la vita quotidiana.
Sul tema della salute, ad esempio, c’è da sapere da parte dei candidati, come pensano di riorganizzare la medicina del territorio e sebbene non sia di competenza del Sindaco, se e come pensano di farsi parte attiva nel chiedere a chi di dovere di rafforzare gli organici del personale medico e paramedico del nostro Ospedale, in modo anche di abbattere le lunghissime liste di attesa e in generale di migliorare le risorse del nosocomio che, per le professionalità di cui attualmente dispone, non è secondo a nessuno dei Presidi sanitari, ovviamente di pari livello, presenti nella nostra regione.
Un altro tema su cui lavorare è quello della “sicurezza” che, seppure gestita al meglio dalle Forze dell’Ordine sino ad oggi presenti sul territorio, inequivocabilmente va necessariamente rafforzata negli organici, come peraltro richiesto recentemente anche da alcuni esponenti di un Sindacato di Polizia, in modo da consentire il rafforzamento delle attività di prevenzione e controllo delle aree e delle fasce di popolazione più a rischio.
Non si può omettere il tema che riguarda la gestione delle “isole di povertà”, che sono presenti anche sul nostro territorio come nel resto d’Italia, e che ad Orvieto sono curate prevalentemente e concretamente dalle Parrocchie della Diocesi, che svolgono in silenzio e dietro le quinte un encomiabile lavoro di sostegno alle persone più fragili, unitamente alle numerose e preziose attività svolte dalle tante Associazioni di volontariato del terzo settore che meritano certamente più attenzione e un miglior sostegno da parte delle Istituzioni cittadine.
Ma c’è un altro tema che ci sta particolarmente a cuore. Una città, infatti, che ha nelle varie forme di turismo il motore propulsivo della propria crescita e del proprio sviluppo economico, non può restare impassibile di fronte l’impoverimento di un settore di cui era un’eccellenza, quello dell’artigianato locale, che merita di essere sostenuto con una visione politica in chiave più moderna cercando di capire anche cosa ne è stato, ad esempio, del Museo delle ceramica, del merletto, ecc…
Altro aspetto sul quale ci piacerebbe ascoltare le proposte dei candidati riguarda l’inspiegabile e persino inquietante presenza di importanti e monumentali infrastrutture cittadine che sono da tempo chiuse, inutilizzate e spesso insicure e che, viceversa, sarebbe utile e necessario rivalutare, mettendole in condizioni di poter essere fruibili innanzitutto dai cittadini o quando possibile trasformarle in realtà che possano contribuire allo sviluppo socioeconomico della città: vedi la ex Caserma Piave, la Chiesa di San Francesco, l’edificio che ospita la chiesa della “Madonna del velo”, la Chiesa di San Rocco i cui lavori di restauro sono stati avviati, ma mai ultimati, la possibilità di rendere accessibile ad eventi pubblici di ampio respiro la Fortezza dell’Albornoz adeguandone l’infrastruttura alle misure di sicurezza oggi previste, ecc…
Siamo convinti, quindi, che “alzare la testa” per Orvieto deve, paradossalmente, significare “abbassare umilmente la testa” per lavorare sodo e per realizzare progetti di crescita del benessere collettivo, senza cadere nella trappola perdente delle scontate contrapposizioni ideologiche della politica e delle facili promesse impossibili da mantenere, che hanno storicamente sortito l’unico risultato di tenere lontani dalle cabine elettorali il 50% degli elettori, e a volte anche di più.
Ascoltando per strada i vari cittadini si apprezza una conclamata insofferenza, trasversale a tutti gli elettori di una dell’altra parte e riscontrabile non solo ad Orvieto ma anche in altre parti d’Italia, per i candidati che In campagna elettorale dovessero continuare a ripetere la solita solfa che attribuisce colpe a chi ha amministrato la città precedentemente, invece di proporre iniziative concrete che risolvano problemi irrisolti dalle Amministrazioni che si sono succedute negli anni passati.
Pertanto, come abbiamo fatto con gli altri candidati, auguriamo anche a Stefano Biagioli, l’auspicato successo e tutta la forza necessaria per realizzare quel “Bene comune” del quale ha bisogno la città e che è stato il valore fondante della sua lunga carriera di uomo e di medico e che oggi identifica anche la sua lista.