di Roberto Pace
L’immagine del Convento di Santa Chiara, sull’omonima piazza, sede, da sempre, dell’Istituto Professionale di Orvieto e comprensorio, rimane austera. Al contrario di come è, oggi, la Scuola al suo interno. Un Istituto tutto a colori dove le attività scorrono e sembrano sempre più pertinenti alle aspettative dei giovani che la frequentano. Il settore meccanico, componente più antica tra quelle presenti, vuole tenere il passo con l’evolversi del mondo del lavoro. Le attività teoriche e pratiche, grazie ai finanziamenti destinati alle Scuole, hanno il supporto di strumenti tecnologici già propri dell’Industria avanzata.
Il dinamismo e le competenze dei docenti che vi operano fanno il resto. I rapporti con il mondo del lavoro non dipendono più dallo spirito d’iniziativa dei singoli ma certificati da protocolli utili a salvaguardare sia le aspettative dei ragazzi come quelle delle aziende del territorio.
Il prof. Benedetto Vagnetti, collaboratore del Dirigente Scolastico, insieme alla prof.ssa Annalisa Bacciottini incaricata di tenere le fila del discorso, raccontano di un entusiasmo nuovo dei ragazzi. Adesso, dicono, tutto ciò che organizziamo con il mondo esterno si muove con finalità mirate. Le stesse gite, di recente abbiamo visitato la Dallara Automobili, fiore all’occhiello del Made in Italy nella produzione di macchine da competizione e la Ducati Meccanica, leader mondiale nel mondo delle due ruote, come, l’anno scorso eravamo stati ospiti della Ferrari.
Con la differenza, di non aver limitato le visite al solo guardare, ma inserendo i nostri studenti all’interno della produzione in base ad accordi presi in precedenza con le omonime aziende. Altrettanto spazio è quello che dedichiamo alla Sicurezza sul lavoro, vera roccaforte da scalare per l’accesso a tutti i mestieri.
Il prof. Vagnetti afferma che, anche i numeri, paiono confermare la bontà di quanto stiamo proponendo. Partiamo da una posizione di retroguardia, essendo il tipo di Scuola valutato di seconda fascia a differenza dei Licei, ma possiamo contare sulla spinta di quanto sta accadendo a Orvieto, in Italia, nel mondo. La mancanza di mano d’opera specializzata si sente, pesando moltissimo sull’industria della trasformazione nella quale noi italiani siamo all’avanguardia.
I ragazzi, aggiunge Bacciottini, si stanno rendendo conto di come la meccanica non sia più riconducibile alla tuta e alle mani sporche di grasso. Capiscono come, nel contesto generale del settore, esistano molti altri ambiti interessanti. Cerchiamo tutti i mezzi che consentano loro di presentarsi con le carte in regola per l’ingresso nel mondo del lavoro. Neanche a farlo apposta bussano alla porta. Entra uno studente, raggiante per aver ricevuto una chiamata, proprio dalla Ducati Meccanica, con la quale è convocato all’indomani per un colloquio di lavoro. Che è un po’ la conferma di quanto si stava dicendo.
“Non mancano – interviene Vagnetti – richieste provenienti dal territorio. I nostri numeri non sono ancora soddisfacenti e per noi diventa complicato tener fronte alle aspettative. Adesso, comunque, c’è una strada nuova, che potrebbe facilitare l’interazione. Si tratta, lo spiego sommariamente, dell’opportunità data alle Aziende per sottoscrivere un rapporto di lavoro di apprendistato anche con studenti ancora impegnati in ambito scolastico. Un modo nuovo, poco conosciuto, riguardo al quale lancio un messaggio agli imprenditori “Informatevi, anche presso di noi”.
Il MotorSport è una parte della meccanica che ha sempre affascinato i giovani. La Cronoscalata della Castellana, in auge da oltre 50 anni, rappresenta il miele cui attingere per esaudire parte della loro passione. L’indotto prodotto dalla corsa, oltre ad avvicinarne parecchi, per provare a essere pilota, ha aperto la strada per nuove, ancorché piccole attività imprenditoriali. Sono nate Scuderie, sorte factory dove si preparano vetture da competizione. Perché non agganciarsi a questo treno – spiega la prof. di Matematica.
Ecco i contatti con l’Associazione della Castellana che assicura subito supporto per quelle che ne sono le competenze e con Gabriele Bissichini, ex alunno dell’IPSIA e oggi titolare di una scuderia (Race Project) oltre che di un’avviata officina dove si preparano macchine per correre. Detto e fatto – prosegue Bacciottini. Abbiamo stilato insieme il programma prevedendo lezioni in classe tenute dal preparatore/pilota e altre sul campo con trasferimento all’Autodromo di Magione. Che dire – concludono all’unisono – quello che incoraggia sono l’interesse e la partecipazione universale dei ragazzi a significare come la formula sia giusta. Aspettiamo a verificare. Nel frattempo, stiamo già pensando ad ampliare quelle iniziative che hanno avuto buoni riscontri, ma anche ad altro.
Non si può certo sostenere che l’abbinamento MotorSport /Didattica rientri nell’ordinarietà. L’unione rientra, viceversa, normale, per i ragazzi dell’IPSIA, oggi inglobati nell’IISACP, settore meccanico. Che, hanno accolto con grande entusiasmo e altrettanta partecipazione il corso che si svolge nelle ore pomeridiane per fornire loro un ampliamento delle conoscenze e mettere a frutto almeno una parte di quanto appreso studiando o navigando in rete. Più in particolare, le attività si focalizzano sulle vetture da competizione. Una disciplina, lo sport motoristico, con tradizione eccellente sul territorio, grazie all’Associazione della Castellana, organizzatore dell’ omonima Cronoscalata. Nel ruolo di docente c’è Gabriele Bissichini, già studente diplomato IPSIA, oggi titolare di un’Azienda ben avviata (RaceProject), dove vengono preparate macchine per correre, nonché pilota di livello oltremodo discreto, ogni qualvolta il lavoro lo lasci libero.
Gabriele, raccontaci come ti sei sentito in un’aula, seduto dall’altra parte: “Rispondo, ‘bene’,in tutta sincerità perché a Scuola lo ero stato altrettanto. I cinque anni trascorsi all’IPSIA mi hanno permesso di acquisire le conoscenze, unitamente alle competenze per avviarmi all’attuale attività dalla quale sto ricavando grandi soddisfazioni. Sono molto grato all’Istituto per aver avuto l’opportunità di interpretare un ruolo diverso dal solito in un luogo che avevo lasciato ventiquattro anni fa”.
A proposito del tempo, hai trovato qualcosa di diverso nei ragazzi di adesso rispetto ai tuoi ricordi personali?
“Tanta curiosità, altrettanto l’interesse da parte della stragrande maggioranza. E ciò mi ha colpito piacevolmente. Ho anche notato come tendano a stabilire il rapporto con il docente, anche se io non lo sono, in un modo diverso, che non direi amichevole ma che, comunque, serve ad accorciare le distanze e, secondo il mio punto di vista, a migliorare le relazioni interpersonali“.
Quali erano gli argomenti previsti dal corso?
“Abbiamo ripercorso, seppur a grandi linee, la storia dell’auto e delle motorizzazioni in particolare partendo dall’800, per poi concentrarsi sui motori di oggi, compreso lo smontaggio e la ricomposizione, con approfondimenti sul come intervenire sui motori da competizione. In proposito, domenica 25 febbraio abbiamo programmato una giornata da vivere in Autodromo. Porteremo tutte le macchine della mia scuderia, con i ragazzi che, divisi in gruppi, potranno partecipare al lavoro che precede l’ingresso in pista prima della gara“.
Si dice, a ragione, che i piloti, fuori dalle piste, siano dei guidatori di regola ligi alle regole. L’argomento sicurezza rientrava nel programma?
“Certamente. Sono stato un giovane come loro, altrettanto appassionato. Comprendo la smania che può prenderli alla loro età, perciò abbiamo dato quei consigli che garantiscano più sicurezza e insistito molto sugli errori da evitare. Provare le capacità di guida non è vietato, però, per la verifica va scelto il posto giusto. Le piste degli autodromi sono fatte per questo e aperte a tutti i patentati. Le voglie, se lo vorrete, andate a togliervele lì“.
Ti renderesti disponibile per l’eventuale, nuovo incarico nel prossimo Anno Scolastico?
“Assolutamente sì. Non tanto per me, quanto per i ragazzi, qualunque sia il tipo di vita che si troveranno ad affrontare una volta completati“.