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Home Cronaca

“Tre ore con l’Intercity delle 18.15 da Roma ad Orvieto. Sempre più amara la vita dei pendolari orvietani…”

Redazione by Redazione
10 Gennaio 2024
in Cronaca, Secondarie, Archivio notizie
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di Pasquale Di Paola
Battuto, venerdì 5 gennaio 2024, dal treno Intercity delle 18.15 che permette ai pendolari del comprensorio orvietano di poter rientrare nella propria abitazione dopo una stancante giornata di lavoro nella Capitale. Partito alle 18.50, con 35 minuti di ritardo rispetto all’orario canonico da Roma Termini, il treno è arrivato a Orte alle 21.30 e finalmente ha fatto sosta nella Stazione di Orvieto pochi minuti dopo le 22. Poco meno di tre ore di ritardo visto che l’arrivo a Orvieto da orario è previsto alle 19.21. Infuriati e rassegnati i tanti pendolari orvietani, e non solo, presenti a bordo treno.

Esasperati da condizioni di viaggio sempre più proibitive e senza avere certezza di rispetto dei tempi previsti sia in partenza che in arrivo. Come era stato ampiamente previsto, non promette nulla di buono questo anno appena iniziato per gli orvietani che usano il treno… L’aumento della offerta Alta Velocità renderà sempre più affollata la Linea Direttissima, con conseguente istradamento su Linea Lenta dei treni Regionali e Intercity. Con dilatazione tempi di percorrenza da e per la Capitale. Già adesso, se va tutto bene, occorre un’ora e mezza. Con dirottamento sulla Linea Lenta si superano abbondantemente le due ore.

Nell’ultimo Consiglio Comunale è stato reso noto che ci sarà un incontro con la associazione pendolari per analizzare la situazione dei treni per quanto concerne il comprensorio orvietano. Solita litania di fine anno. Solita perdita di tempo. Solita presa in giro per i lavoratori del territorio che usano il treno. Tutti conoscono le criticità legate al mondo dei pendolari. Ogni anno diminuisce la qualità dell’offerta. Cosa che non avviene per il prezzo dei biglietti o abbonamenti. Che, a dispetto dell’offerta del servizio ritoccata al ribasso, viene ritoccata costantemente all’insù. Occorrono 1.500 euro, euro più euro meno, per un abbonamento annuale abbinato alla Carta TuttoTreno Umbria.

Tutti sanno che rientrare a casa la sera è diventato un incubo. Il Regionale in partenza da Roma Termini alle 17.20 è un vero e proprio carro bestiame, carico di viaggiatori stipati in ogni angolo. E diventa un pesante, insostenibile calvario il percorso nella tratta Roma Termini-Orte. Calvario doppio perché il più delle volte, con annuncio sorpresa all’ultimo minuto, il treno viene spostato sulla Linea Lenta con conseguente raddoppio del tempo di percorrenza. Un po’ di anni fa dava sicurezza per il rientro l’Intercity delle 18.15. Ora non più. Non si sa mai se partirà dai binari principali o dai binari secondari, 1 o 2 Est. Costantemente in ritardo perché incastrato tra altri treni, anche regionali, ai quali deve dare la precedenza. E spesso a sua volta dirottato sulla Linea Lenta.

Per non parlare della vergognosa copertura del servizio offerto da Orvieto verso Roma tra le 7.25 e le 11.20. Un unico treno a disposizione, alle 8.57, che calcolando il cambio con un regionale in arrivo da Terni a Roma Tiburtina, permette di poter giungere a Roma Termini non prima di mezzogiorno. Se i politici locali veramente, almeno per una volta, vogliono rendersi utile e provare a dare una mano, possono fare a meno dei soliti, inutili e grotteschi incontri con la solita associazione pendolari (molti pendolari ancora si chiedono a cosa serva e da chi sia composta) e intervenire seriamente con chi di dovere chiedendo poche semplici cose. Limitare il più possibile lo spostamento di percorrenza sulla Linea Lenta. E che lo stesso sia sempre annunciato prima della partenza, per un minimo di rispetto per chi viaggia.
Chiedere poi che il Regionale in partenza da Roma Termini per Foligno delle 17.07 fermi anche a Orte, in maniera da rendere umano e sostenibile il rientro per i viaggiatori del comprensorio orvietano che devono obbligatoriamente usufruire del regionale delle 17.20. Assurdo che un treno  viaggi semivuoto fino a Orte e l’altro che parte un quarto d’ora dopo debba viaggiare con i bagni pieni perché non c’è spazio per salire. Occorre poi attivarsi per pretendere che il treno delle 8.57 percorra la Linea Direttissima nel tratto Orte-Roma e che sia prolungato alla stazione di Roma Termini, visto che è l’unico servizio offerto nella tratta Orvieto Roma nell’arco di quattro ore.

Pretendere poi che l’Intercity delle 18.15 parta, come sempre avvenuto in passato, dai binari principali, in maniera da garantire una maggiore affidabilità di orario. Non chiedono la luna i pendolari orvietani. Già rimuovendo queste poche e semplici da attuare criticità le loro condizioni di viaggio migliorerebbero. Già è pesante recarsi tutti i giorni a Roma per poter avere un lavoro dignitoso,e continuare a portarsi addosso questa croce legata a queste condizioni di viaggio è davvero ingiusto, e costituisce una vergogna per tutti coloro che potrebbero, anzi dovrebbero, fare qualcosa. E che, invece, non fanno altro che abbaiare alla luna (puramente casuale ogni riferimento ai politici locali).

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