Le ultime settimane hanno visto una serie di proteste degli agricoltori in varie parti d’Italia e d’Europa, rivolgendo la loro voce contro le politiche agricole del continente. Mentre l’Unione Europea continua a plasmare il quadro normativo per il settore agricolo, gli agricoltori esprimono crescenti preoccupazioni e chiedono un dialogo più aperto e una revisione delle politiche esistenti.
Martedì 30 gennaio, a partire dalle 10:30, anche la periferia di Orvieto è stata invasa da un centinaio di trattori (e altrettanti agricoltori) provenienti da tutto l’Orvietano e la zona dell’Alto Lazio, per protestare contro il “Green Deal” dell’Unione Europa, le multinazionali italiane del settore e le grandi associazioni agricole accusate di tradimento.
Una delle principali preoccupazioni che ha portato gli agricoltori nelle strade è la questione dei prezzi dei prodotti agricoli. Molti ritengono che i prezzi stabiliti dall’UE non riflettano i costi reali di produzione, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle loro attività.
“Noi non siamo contrari a prescindere al Green Deal – puntualizza il portavoce della protesta, Marco Chini – è una iniziativa ambiziosa dell’Unione Europea volta a rendere l’Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050. Tuttavia, le misure proposte stanno suscitando forti preoccupazioni tra noi agricoltori, poiché potrebbero avere impatti significativi sulle nostre attività. La nostra è una protesta pacifica volta però a portare ovunque, fino all’Europa, le nostre preoccupazioni”.
Gli agricoltori lamentano anche la crescente burocrazia e la complessità delle procedure amministrative imposte dalle politiche europee. Sottolineano la necessità di semplificare le procedure e di ridurre l’onere amministrativo per favorire un ambiente più favorevole alle attività agricole. Una delle principali richieste avanzate dagli agricoltori è proprio quella di essere coinvolti in modo più attivo nella definizione delle politiche agricole.
Chiedono un dialogo aperto con le istituzioni europee, in modo da poter esprimere le loro esigenze e contribuire alla costruzione di politiche più adatte alla realtà del settore agricolo. “È essenziale un dialogo costruttivo tra le parti interessate per trovare soluzioni che bilancino le esigenze degli agricoltori, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare altrimenti l’epilogo sarà la chiusura di moltissime attività con ricadute catastrofiche per tutta la filiera. E’ necessario trovare un equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la sostenibilità economica”.
Gli agricoltori richiedono anche un maggiore sostegno finanziario e incentivi per adottare pratiche agricole sostenibili. Molti chiedono una transizione graduale, con investimenti in tecnologie più pulite e formazione per implementare pratiche agricole eco-sostenibili. (Sa.Simo)