di Davide Orsini
Nella sua ultima conferenza stampa come Presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini, che è anche un dirigente di punta di Fratelli d’Italia ad Orvieto e a livello provinciale, ha ribadito senza mezzi termini che non appoggerà mai la ricandidatura di Roberta Tardani. Sempre Garbini ha fatto sapere con chiarezza ch’egli non è solo: una parte sostanziale di Fratelli d’Italia ad Orvieto ha espresso le sue stesse posizioni. È evidente che questo strappo non è frutto di un impazzimento improvviso, né di questioni puramente personali, ma si tratta di una lacerazione che è avvenuta praticamente ad inizio consigliatura e si è allargata nel tempo. I rapporti non sembrano recuperabili, tanto che Garbini, sfidando i dirigenti regionali del suo stesso partito, ha detto che questi dovranno scegliere da che parte stare: se rispettare la volontà del gruppo dirigente orvietano, oppure ignorare gli iscritti orvietani per assecondare logiche di coalizione stabilite a tavolino a livello regionale.
Come era prevedibile la risposta del coordinamento regionale di Fratelli d’Italia non ha tardato ad arrivare: il partito regionale sceglie Tardani e la coalizione di destra, contro il volere di Orvieto. Tralascio lo squallore politico ed umano descritto da Garbini riferendosi ai sistemi di epurazione che l’attuale amministrazione avrebbe messo in atto ai danni dei dissidenti interni e di figure professionali di segno politico opposto (il condizionale è d’obbligo, ma temo che si tratti di cose documentabili). La giunta uscente probabilmente sarà ricandidata secondo una logica spartitoria voluta a livello regionale, esattamente come avveniva nei decenni precedenti (mutatis mutandis), quando sia la regione che il comune erano amministrati dalla sinistra.
Certo fa specie che coloro che accusavano la sinistra orvietana di essere succube della matrigna Perugia, oggi con grande disinvoltura si inchinano al volere dei partiti regionali. Questo fatto, per quanto importante in vista delle prossime elezioni, in realtà è soltanto una conferma di quanto abbiamo visto in questi cinque anni. Discarica, ospedale, ambiente, e pendolari: su questi tre temi fondamentali per i cittadini di Orvieto la giunta Tardani ha nicchiato, è stata zitta e buona per non rompere le scatole ai vertici regionali. Quante volte abbiamo sentito dalla sindaca in carica che sanità e trasporti non sono di competenza comunale? Basta andare a riascoltare i consigli comunali (devo dirlo perché tale è la disonestà intellettuale di questa maggioranza che alcuni dei suoi alfieri sarebbero pure in grado di sostenere tutto ed il suo contrario pur di negare l’evidenza).
La subordinazione della giunta Tardani ai voleri ed alle necessità della giunta regionale a guida Lega danneggia i cittadini di Orvieto. Non è un caso che su ambiente, sanità, trasporti, politiche abitative, turismo, economia, ed infrastrutture siano nati e stiano nascendo gruppi ed associazioni di cittadini che esprimono disagio e viglia di cambiare. Quando le cose vanno bene i cittadini solitamente se ne stanno a casa, lavorano, ed organizzano il proprio tempo libero, la partecipazione cala in maniera fisiologica (basta leggere qualsiasi statistica al riguardo). Invece i cittadini cominciano a mobilitarsi in massa quando avvertono che solo e soltanto il loro impegno personale attivo potrebbe contribuire a cambiare le cose.
Orvieto è ad un bivio: o riesce a mobilitare le sue forze migliori per imprimere una svolta, oppure sarà destinata a diventare un parco giochi per i turisti del fine settimana. I problemi sono sul tappeto da anni, alcuni da decenni. Le analisi sono state fatte, tutte. È ora di agire, con l’umiltà di chi sa che le questioni elencate sopra sono molto complesse e vanno affrontate con metodo, programmazione, e con lo sguardo ampio e lungo. Facciamo parte di un territorio vasto ed abbiamo bisogno di proiettarci nel futuro (da qui a dieci, venti anni).
Questo richiede uno sforzo di immaginazione e di programmazione insieme, che non possono essere improvvisati. Chi naviga a vista, come l’attuale amministrazione, fa naufragare Orvieto. I cittadini devono riprendere in mano le sorti della loro città, non si può più attendere che i partiti svolgano i loro giochi, con i loro tempi, e con modalità che appartengono al passato. E questo è un monito, o se volete una previsione: o i partiti istituzionali seguiranno l’onda di rinnovamento che si sta alzando fra i giovani ed i cittadini che hanno deciso di riprendersi le sorti della città oppure continueranno a implodere. Questo non significa prendere delle scorciatoie, tipo venire alle riunioni delle associazioni per vedere di intercettare il malcontento, o blandire possibili candidati per cooptarli, ma significa ascoltare e smetterla di credere di poter continuare a dare le carte.