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Home Cultura

Musei viventi

Redazione by Redazione
9 Gennaio 2024
in Cultura, Secondarie, Archivio notizie
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Museo dell’Opera del Duomo

di Mirabilia Orvieto

Orvieto, come quasi tutte le città italiane ed europee, è un museo a cielo  aperto. Ma esiste un sistema per meglio valorizzare e promuovere il  nostro Patrimonio?  Oltre a educare e a sensibilizzare i cittadini verso la propria identità  storica, fondamentale per capire chi siamo e da dove veniamo, è  necessario elaborare idee stimolanti in grado di intercettare l’interesse  dei visitatori che, anche inconsapevolmente, sono alla ricerca di qualcosa  di nuovo, di forte, di significativo. Questa esigenza deve però fare i conti  con il problema dei musei che è quello di tenersi in piedi, soprattutto in  un tempo in cui i finanziamenti pubblici stanno diminuendo. Ad essi –  che non hanno scopo di lucro e rientrano tra i servizi pubblici essenziali-  è chiesto di aumentare la propria capacità di ‘auto-mantenersi’ per  garantire il lavoro del personale, la funzionalità delle strutture, la  conservazione delle collezioni, l’attività di ricerca.  A incidere negativamente sono poi i cosiddetti ‘luoghi comuni’ molto  diffusi tra il grande pubblico. Un museo è molto di più che uno spazio  vecchio, immobile, noioso e polveroso, comprensibile solo agli  specialisti, piuttosto è un “motore del cammino dell’umanità” verso la  “partecipazione alla vita democratica e alla cittadinanza attiva”. Il museo è un organismo vivente, sempre in trasformazione e,  soprattutto, sempre contemporaneo. L’interesse aumenta notevolmente  quando il museo riesce a migliorare la qualità della percezione dei  visitatori che andrebbero meglio ascoltati per trovare nuovi contenuti e  modalità di comunicazione finalizzati a un turismo del senso. Solo allora  il turista rimane colpito e ritorna, fino a farsi promotore in casa propria  di ciò che ha visto e sperimentato nel suo viaggio.
Da qualche anno si stanno ormai diffondendo nei musei nuove forme di  narrazione dove l’esperienza della visita viene arricchita da significati e  simboli veicolati da suggestive tecnologie, dove il passato continua a
parlare, a emozionare e a suscitare l’immaginazione delle persone.  Qui gli orizzonti dell’innovazione sono apertissimi! Non c’è dubbio che  bisogna partire dal linguaggio e dalla comunicazione. Non va  dimenticato che un museo è sempre attuale, è un antidoto alla povertà  educativa, un luogo di conoscenza e di sviluppo di capacità critiche, un  deposito di memoria individuale e collettiva, locale e globale. Un museo  non è solo un museo, ma un moderno laboratorio per progettare, per  sperimentare nuove forme di fruizione della cultura che non deve più  identificarsi con una visione nozionistica e puramente accademica. Per fare tutto questo è però necessario un impegno corale fra le varie  componenti istituzionali e imprenditoriali, una sapiente ed efficace  politica di reperimento di risorse umane e finanziare in cui intervengano  esperti del settore culturale ed economico.

Museo Claudio Faina

Insomma bisognerebbe avviare un serio lavoro di programmazione e  prima ancora d’individuazione strategica degli obiettivi che si vogliono  raggiungere. Dall’irriducibile “staticismo” della cultura, che non riesce a  coniugare conservazione e innovazione, si deve passare a modelli di  fruizione più partecipativi dove i musei, come i monumenti, acquistino  la capacità di comunicare l’attualità che li eleva a ‘beni immateriali’ di  grande valore culturale ed etico, come “l’educazione ai diritti umani e  alla pace”. Il problema della valorizzazione dei beni culturali appare  infatti sempre più attuale perché correlato alla funzione ‘umanizzatrice’  ed educativa dell’arte che -come afferma il Consiglio d’Europa e  l’Unesco – favorisce senza dubbio la crescita e lo sviluppo della  personalità e della dimensione sociale per la costruzione della civiltà del  futuro.  Ed ecco allora che si fa largo una proposta ‘shock’: unire la forza e la  creatività del sistema privato e associativo con il mondo museale, al fine  di acquisire quelle conoscenze e quelle esperienze pratiche capaci di  orientare le preferenze dei fruitori verso ciò che si ritiene più  desiderabile dal punto di vista sociale; in breve riuscire a dare ai  visitatori proprio quello che oggi s’aspettano di trovare! Diceva Glenn  Gould, pianista e compositore: “Credo che il senso dell’arte sia la  combustione interna che essa accende nel cuore degli uomini e non le  sue manifestazioni pubbliche superficiali, esteriorizzate. Lo scopo  dell’arte non è il rilascio di una momentanea erogazione di adrenalina  ma è, piuttosto, la costruzione graduale e permanente di uno stato di  meraviglia e serenità”.

Museo archeologico nazionale

Spesso ci si concentra sul marketing turistico quando invece occorre riscoprire e attualizzare continuamente il nostro Patrimonio, sviluppando un modello di turismo culturale che sappia offrire forme di fruizione più adatte al nostro tempo, come la realizzazione di mostre e percorsi espositivi nei diversi luoghi cittadini per dare una visione d’insieme del nostro territorio, così da armonizzare il centro con la periferia. Ma non bisogna illudersi: uno sforzo di questo tipo ha senso soltanto se gli obiettivi dell’offerta sono chiari.

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