Daniele Di Loreto non è stato riconfermato alla Presidenza della Fondazione Museo Faina di Orvieto, un fatto che crediamo dimostri, per l’ennesima volta, la totale incapacità di visione programmatica e strategica dell’Amministrazione Comunale. Non vogliamo entrare nel merito della natura e del valore della nuova nomina firmata dal Ministro alla Cultura San Giuliano, va anzi al nuovo Presidente (Andrea Solini, ndr) designato il nostro migliore augurio di buon lavoro, ma Orvieto è ormai una Città senza un Governo.
Va ricordato che durante il suo mandato alla Fondazione Faina, Di Loreto ha saputo guidare una significativa crescita dell’istituzione cercando di infondere vitalità al Museo situato in Piazza Duomo, che per lungo tempo è rimasto sonnacchioso e privo di iniziative. Va attribuito a Daniele Di Loreto l’allestimento della mostra pittorica su Giuseppina Anselmi Faina, nonché l’intelligente tentativo di coinvolgere il territorio circostante in un’ottica integrata di gestione della cultura.
Se è vero che la destra al governo cerca di imporsi come egemone sul tema del “merito” è evidente che da qualche parte qualcosa non ha funzionato e Di Loreto non può pagare il prezzo di un Totosindaco cominciato, come da via Pianzola diciamo da tempo, con troppo anticipo.
Della Città vanno discusse le linee di sviluppo, vanno analizzate le criticità e va individuata una sintesi in tutti quelli che oggi si candidano ad essere alternativa all’attuale amministrazione. Dalle piccole cose a quelle di sistema. Dalla gestione del verde pubblico alle questioni legate alla Fabbriceria del Duomo.
Che tutto debba ruotare, indipendentemente dal merito, attorno alla crisi della maggioranza del Comune di Orvieto, ci sembra, francamente eccessivo. Il Veneto, la Sardegna e l’Umbria stanno dentro un tourbillon che tende a riequilibrare i rapporti di forza tra i partiti del Centro Destra. Così sta succedendo pure a Orvieto.
Dalle politiche culturali scoordinate al trasporto urbano, dove il Comune non vuole mettere risorse ulteriori e sulla lunga percorrenza sbaglia interlocutore per risolvere i problemi dei tanti pendolari che ogni giorno soffrono i disagi provocati da chi si arrabatta senza un piano.
L’urgenza per tutti quelli che vogliono creare un’ alternativa autorevole è fermare le fughe in avanti, la auto refenzialità di certi percorsi, le sommatorie numeriche tra chi non condivide né ideali né valori ! Perché tanto affanno per andare a risolvere i problemi delle altre forze politiche facendo da sponda ai loro balletti ? perché?
Noi invitiamo tutte le forze sane della città a riportare la discussione dove la politica ricorda a se stessa che non esistono scorciatoie e dove è chiaro che per cambiare il senso di marcia a una città in declino occorre uno sforzo gigantesco e democratico. Non si possono piegare le necessità di avere profili competenti nelle varie istituzioni in virtù di logiche da condominio.
Le attuali scelte, compiute con una spasmodica attività di pseudo leaders regionali e nazionali, oltre che da funzionari dello Stato che travalicano il proprio ruolo surrogando una classe dirigente di incapaci e senza l’orgoglio di rappresentare gli interessi della loro città, stanno dando una immagine di Orvieto che dovrebbe essere spiegata nei particolari agli orvietani. Il Partito Democratico di Orvieto non si tira indietro e, sicuro di rappresentare una comunità ampia e plurale, vuole tracciare un prospettiva di futuro e far rialzare la testa alla Città!
Partito Democratico Orvieto