La distanza emotiva che da tempo viene avvertita dagli abitanti di Orvieto è quel disagio provocato dalla distanza tra la vita vissuta come cittadino e il racconto stellare che quotidianamente viene fatto di questa città. Questo è uno dei motivi per cui un gruppo di cittadini, Abitare Orvieto, da alcuni mesi, si sta incontrando e confrontando. Il tema che accomuna questo gruppo è quello dell’abitare, inteso nella sua accezione più ampia e, uno degli obiettivi, è tentare di rimettere al centro della politica locale, il suo abitante, protagonista attivo e non solo destinatario delle decisioni del governo territoriale. Un modo semplice per essere aggiornati di quanto viene discusso e deciso rispetto alla nostra città è quella di collegarsi al sito del Comune e vedere in streaming le sedute del Consiglio comunale ed è in seguito a questo che alcuni cittadini hanno segnalato quanto ascoltato durante l’ultimo Consiglio dell’anno, quello del 27.12.2023 (https://www.youtube.com/watch?v=fqakxUJ1ljE)
Durante questo Consiglio, c’è stato un passaggio breve ma intenso: circa due minuti e mezzo in cui questa distanza di cui sopra ha vibrato più di altre volte. Nella conclusione della lettura della relazione del bilancio di previsione, l’Assessore Pizzo afferma: “Orvieto è già una città ideale, dove la sofferenza che ho sentito in questi giorni è solo nella testa dei soliti soloni. È una città che attrae investimenti dall’estero. Certo non abbiamo imprese grandi, non abbiamo Amazon che viene ad investire, ma abbiamo una nutrita comunità di privati stranieri che acquistano ed investono in città quotidianamente”.
La lettura della relazione è proseguita dichiarando che l’obiettivo di questa amministrazione è quello di potenziare i trasporti con Roma per facilitare l’accesso alla città. Questo sarebbe il preludio “alla fase due”, quella che “attraverso una azione di promozione porterebbe nuovi residenti in cerca di una qualità di vita eccezionale”.
Seppur abituati a certi interventi da parte di questa amministrazione che invece di affrontare le questioni poste, risponde piccata ad ogni tentativo di rappresentazione delle problematiche dei residenti, riteniamo necessario ricordare che un rappresentante del popolo dovrebbe rivolgersi alla cittadinanza ponendosi in una modalità di ascolto, di confronto, di apertura. E invece, ancora una volta, le difficoltà, i disagi e le preoccupazioni per le mancate risposte su sanità, trasporti, politiche abitative, viabilità e parcheggi, lavoro, politiche per i giovani e ambiente non esistono perché, appunto, per il nostro Assessore al bilancio, “Orvieto è già una citta ideale” e la sofferenza è solo nelle teste di alcuni saputi. Soloni, così l’Assessore chiama i cittadini che manifestano il proprio sentire e il proprio vissuto.
Sarebbe interessante comprendere cosa significhi investire in città per l’Assessore. Se per investimento ci si riferisce all’acquisto di immobili, allora bisognerebbe anche chiedersi perché da diversi anni a questa parte il potere di acquisto degli orvietani è calato di molto con il risultato che solo chi viene da fuori è in grado appunto di investire in un immobile nel centro storico. Sarebbe utile sapere se l’amministrazione comunale sia in possesso di dati e stime su quale sia l’apporto economico reale di tali investimenti sul territorio. Cioè, in parole povere, cosa lasciano e cosa portano ai cittadini orvietani questi investimenti in termini di qualità della vita, servizi, prospettive di lavoro.
Sorvolando sulla questione dei trasporti ferroviari che è talmente centrale per la vita di questo Comune che necessita di una politica reale e non di facili semplificazioni e richieste spot, secondo quanto viene riferito, in sostanza si tratterebbe di attrarre residenti attraverso coloro che fuggono da Roma per ripopolare Orvieto, che invece perde ogni anno i suoi abitanti più giovani per mancanza di opportunità di lavoro. Certo è che questa prospettiva risponde agli interessi di una parte precisa della città: chi ha immobili di proprietà ed ingenti risparmi, chi ha già un lavoro sicuro, chi non deve spostarsi per andare a lavorare, chi può permettersi cure a pagamento in tempi rapidi, insomma: chi sta bene.
Ma anche chi, fortuna sua, “sta bene” come si sente nel vivere in una città che perde, giorno dopo giorno, abitanti, attività commerciali, servizi, socialità? Il volume di presenze legate al turismo certamente ha comportato lo sviluppo di attività quali affittacamere, b&b, il settore della ristorazione e l’accesso ad alcuni monumenti. Ma tutto questo movimento, se non organizzato e governato, porta inevitabilmente a delle storture che stiamo già vivendo. Quotidianamente i giornali locali e i social vengono invasi da notizie ordinarie a cui si da un rilievo fiammante, nel frattempo Orvieto sta diventando una città del fine settimana.
Quanto affermato dall’Assessore, è stato confermato dalla Sindaca in un’intervista che continua ad ignorare la problematica dell’abitare e tenta di spostare l’argomento sulla “contrapposizione”. Questa è una semplificazione che fa comodo ma che non corrisponde alla complessa realtà.
“La città senza chi la vive e la abita è inutile, è vuota di bellezza. Ci vuole il cuore, la mente, l’energia, l’intelligenza delle persone perché tutta questa complessa città respiri” (The Passenger – Venezia).
Quale è la visione di questa città da parte di chi si candida a governarla? Questo è uno dei quesiti che Abitare Orvieto vorrà porre per comprendere quale è la strada che si vuole percorrere per il futuro di Orvieto. Gli altri quesiti saranno frutto del contributo che arriverà da coloro che hanno manifestato interesse verso questo gruppo e che a breve saranno coinvolti in questa azione.
Per info: www.abitareorvieto.com
Abitare Orvieto