ORVIETO – Cinque giorni di festival, circa 140 ore di musica, 22 band, 79 eventi, circa 140 artisti e 6 location. E poi una mostra, un annullo filatelico speciale, una guida e una grande festa in piazza per salutare l’arrivo del nuovo anno. Presentata giovedì 7 dicembre all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, la 30esima edizione di Umbria Jazz Winter Orvieto. Presenti il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, il presidente della Fondazione Umbria Jazz, Gianluca Laurenzi, il direttore artistico del festival, Carlo Pagnotta, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Libero Mario Mari, il direttore de Le Guide di Repubblica, Giuseppe Cerasa, e in collegamento da remoto la governatrice della Regione Umbria, Donatella Tesei.
“Il programma con cui celebriamo i 30 anni di Umbria Jazz Winter è di assoluto livello – ha detto il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – e racchiude la storia di questo festival che è diventata anche un pezzo della storia della città di Orvieto. Sulla qualità artistica dell’evento parlano i volti e le note dei più grandi musicisti italiani e internazionali che hanno calcato questi palcoscenici e quelli dei giovani talenti che da qui sono stati lanciati. Così come è ormai evidente l’importanza dal punto di vista economico e turistico dell’indotto che la manifestazione ha generato in questi anni. Per questo mi preme sottolineare un altro aspetto ancora più rilevante e significativo e che parla di emozioni. In 30 anni Umbria Jazz ha dato tanto alla città in termini di crescita culturale e ha dato a Orvieto una dimensione internazionale. Ma allo stesso tempo in 30 anni Orvieto è stata però il valore aggiunto dell’evento – ha aggiunto – ha dato a Umbria Jazz un contesto unico e autentico da cui trasmettere i propri valori e la propria identità. Il jazz qui, immerso nelle bellezze di una città incomparabile, ha tutto un altro sapore e crea un’altra atmosfera. A Orvieto con Umbria Jazz Winter la musica è diventata una vera e propria esperienza da vivere”.
Umbria Jazz Winter compie 30 anni
Nel 1993 Umbria Jazz viveva una fase di grande crescita, complice anche il supporto, per la prima volta, di importanti marchi commerciali che le facevano da sponsor accompagnando il suo cammino verso una dimensione di evento di portata mondiale. Il festival dunque era maturo per giocare una nuova scommessa: una manifestazione “gemella”, da svolgersi in inverno. Era certamente un rischio, ma il rischio è sempre stato nel dna di Umbria Jazz, ed era di conforto il fatto che la stessa idea era venuta, con successo, ad altri grandi festival estivi europei, per esempio l’olandese North Sea, che aveva creato un evento autunnale a Maastricht.
Un festival nel periodo tra Natale e Capodanno era una novità, ed in qualche modo riempiva un “buco” nell’offerta culturale e turistica dell’Umbria. Orvieto fu la città scelta, per molti motivi che vanno dalla bellezza del suo centro storico alla disponibilità di location adeguate (il Teatro Mancinelli, le sale del Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Sette, grandi strutture per la ristorazione…). Da non trascurare anche la favorevole posizione geografica, lungo l’asse autostradale e ferroviaria Roma-Firenze. Decisivi furono però l’entusiasmo degli orvietani, dalle istituzioni locali al mondo del commercio, e, come sempre, il sostegno della Regione. Un entusiasmo che non è venuto meno in questi trent’anni di storia.
Fin da subito, si segnalarono alcune analogie con il festival estivo perugino, ma anche notevoli differenze. Analoga era la formula, ovvero musica tutto il giorno senza soluzione di continuità nell’acropoli orvietana, sfruttando uno scenario unico per bellezza e suggestione. Il diverso periodo dell’ anno imponeva però scelte artistiche, dunque una identità musicale, originali. Il festival si svolgeva in luoghi chiusi e non poteva, ne’ voleva, aprirsi a grandi audience. Da qui la scelta di programmi curiosi, “colti” ma non elitari, che privilegiavano la qualità artistica più che la popolarità. E anche questo spiega perché alcuni dei momenti chiave della storia di Umbria Jazz siano accaduti a Orvieto: un episodio su tutti: il magico duo di chitarra Jim Hall- Bill Frisell, serata da non dimenticare, nemmeno per il frequentatore di jazz festival più smaliziato. Ma anche Roy Hargrove, Martial Solal, Jan Garbarek, Brad Mehldau e altri ancora. Sottolineatura imprescindibile è la sezione più cameristica ambientata nel Museo Emilio Greco, che può forse essere presa come simbolo dell’anima più autentica di UJW.
Un altro tratto distintivo di Umbria Jazz Winter è che gli artisti sono quasi tutti residenti, dunque si possono ascoltare tutti i giorni del festival, ed il pubblico può ritagliarsi un itinerario giornaliero a proprio piacimento. La residenza permette anche incroci tra musicisti e/o la presentazione di progetti diversi dello stesso artista. Tutte opportunità che il direttore artistico, Carlo Pagnotta, ha sfruttato a dovere.
Con il tempo il festival aggiustò il tiro, e aggiunse anche una apertura più decisa alla sua vocazione turistica con i veglioni di fine anno e la performance dei cori Gospel nel magnifico Duomo il pomeriggio di Capodanno, giornata mondiale della pace. Performance che ha anche, e soprattutto, una forte valenza culturale e spirituale. Senza dimenticare l’impatto spettacolare della marching band (Funk Off, naturalmente).
Trent’anni dopo, in definitiva, Umbria Jazz Winter è un festival con alle spalle un percorso importante che lo descrive come una manifestazione dotata di una precisa e forte identità. Non sono molti i jazz festival italiani con trent’anni di vita, e sono anche meno quelli che possono vantare una tale qualità di cartelloni. Nell’anno dei compleanni simbolici, i trent’anni del festival orvietano sono da festeggiare con la più convinta partecipazione.
La formula non si tocca
L’edizione del trentesimo anno ricalca la ormai consueta e ben definita formula di Umbria Jazz Winter, riproponendo location e orari nella loro articolazione più estensiva e completa. Si comincia dunque alle 11.30 con la Street parade dei Funk Off e si finisce alle ore piccole. Una non stop di musica in cui è possibile disegnare il proprio personale itinerario, anche grazie al fatto che quasi tutti gli artisti sono residenti. Le location, tutte nel cuore del centro storico, sono il Teatro Mancinelli, la Sala dei 400 e la Sala Expo del Palazzo del Capitano del popolo, il Palazzo dei sette, il Museo Emilio Greco.
A queste bisogna aggiungere un’altra “location” tutta particolare, ovvero le vie del centro, scenario delle parate dei Funk Off. Nel Teatro del Carmine si terranno le iniziative della sezione UJ4KIDS. Il Duomo infine ospiterà i canti religiosi del coro Gospel il pomeriggio di Capodanno, Giornata Mondiale della Pace, mentre sul sagrato della Cattedrale la sera del 31 dicembre si brinderà al nuovo anno in piazza con la musica dei Funk Off.
I cenoni per festeggiare l’arrivo del nuovo anno con tanta buona musica dal vivo si terranno nel Palazzo dei Sette – Meeting Point Bistro e nella Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo. Qui saranno anche i Jazz Lunch e Jazz Dinner, per chi vorrà coniugare la musica con la buona cucina orvietana.
Nel Palazzo dei Sette va in scena musica no-stop dall’ora di pranzo fino a notte. Blindfold test di Ashley Kahn a Cecile Mclorin Salvant in collaborazione con Downbeat
Ashley Kahn, critico musicale, giornalista e scrittore, una delle grandi “penne” della letteratura jazz contemporanea, sottoporrà a un blindfold test Cecile McLorin Salvant. Il test, a ingresso gratuito, si svolgerà il 30 dicembre alle ore 11 nella Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo.
Il blindfold test, ovvero un test “alla cieca”, fu inventato più di 60 anni fa da Leonard Feather per DownBeat, la storica rivista americana. Si fanno ascoltare dei brani ad un musicista che deve indovinare l’esecutore. Che si indovini oppure no, dall’ascolto nasce uno scambio di vedute che si traduce molto spesso in un vero e proprio breve approfondimento sulla musica e sull’artista. Non una sorta di quiz televisivo, dunque, ma un ragionato esame di un musicista, un genere musicale, un brano. Per un appassionato di jazz è una stimolante occasione di conoscenza, anche per il livello di chi conduce il test e dell’artista coinvolta.
Trenta anni di festival nella mostra dei manifesti
Riassumere una storia lunga 30 anni in una mostra dei manifesti del festival. È uno sguardo di insieme alle immagini che di edizione in edizione hanno annunciato Umbria Jazz Winter. La mostra, inaugurata questa mattina, è allestita nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e si può visitare fino al 7 gennaio. Il manifesto di quest’anno, come quello di Umbria Jazz 50, è firmato dall’artista inglese David Tremlett.
Tra le altre iniziative collaterali anche l’annullo filatelico dedicato alla 30esima edizione di Umbria Jazz Winter Orvieto nella giornata inaugurale del festival, giovedì 28 dicembre alle 17. Nei giorni della manifestazione tornerà disponibile in edicola la Guida di Repubblica “Umbria Jazz – Storie e musica, 50 anni di successi”, dedicata ai 50 anni dell’evento di Perugia e ai 30 anni della manifestazione di Orvieto.
Umbria Jazz Winter 4 Kids
Con Umbria Jazz 4 Kids continuano le iniziative dedicate ai più piccoli che la Fondazione Umbria Jazz porta avanti da alcuni anni, in collaborazione con il mondo della scuola e le istituzioni, per rendere più familiare la musica, favorire lo sviluppo di una sensibilità verso il suono, abituare all’ascolto, stimolare la creatività. La musica anche come formidabile strumento di socialità, condivisione e inclusione.
Il 29 e 30 dicembre due eventi sono in programma al Teatro del Carmine, ed uno, il 31, nelle piazze e nei vicoli del centro storico con la collaborazione della Scuola comunale di musica “A.Casasole” di Orvieto.
Il primo ha come titolo La Musica delle Emozioni e coinvolgerà alunni della Scuola Primaria di Ciconia dell’Istituto comprensivo Orvieto- Montecchio sui temi “movimenti del corpo, percezione del ritmo e attività motoria”: la musica come strumento di crescita dei ragazzi. Il secondo sarà un “Concerto Clownesco” con Le Clownné & Little Brown Jug Band: uno spettacolo musicale di clownerie per tutti.
Infine, il 31 dicembre, “La Buona Strada”, evento itinerante di musica, letture e giocoleria da piazza della Repubblica a piazza Duomo per le vie del centro storico con la Banda giovanile della Filarmonica Luigi Mancinelli.
Umbria Jazz Winter Orvieto è un evento organizzato dalla Fondazione Umbria Jazz, di cui sono soci i Comuni di Orvieto e Perugia, la Regione Umbria e la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, con il sostegno dell’Unione Europea e del Ministero della Cultura, dei partner istituzionali Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e Camera di commercio dell’Umbria, e con il contributo degli sponsor Arvedi Ast, Cassa di Risparmio di Orvieto e Cosp Tecno Service. Mediapartner della manifestazione è Radio Monte Carlo.