di Felice Roberto Danielli
In località Chiusamorra, al foglio 29 particella 110 del catasto del comune di Allerona, trovata una moneta di diametro cm 1,5 di bronzo, databile 352 d.C, con l’effige dell’imperatore Costanzo II figlio dell’imperatore Costantino. L’imperatore Flavio Giulio Costanzo, nato il 7 agosto 317, morto il 3 novembre 361 di febbre, regnò nell’impero d’Oriente dal 337 al 361 d.C. Sulla moneta al dritto c’è l’immagine di profilo dell’imperatore con la testa coronata di perle con diadema, nel rovescio ci sono simboli e numeri; secondo il parere di un esperto di monete romane antiche, dalla numerazione si risale alla zecca dove è stata coniata la moneta che risulta essere la zecca di Antiochia di Siria.
Chiusamorra è nello stesso versante esposto ad est della collina di Allerona a poche centinaia di metri dalla zona archeologica etrusca romana di Sant’Ansano. Nel 1814, in prossimità di Chiusamorra, è scritto nel manoscritto delle “Memorie di Calcedonio Bernardini” l’acquisto dell’Ara Selciata, probabile area sacra destinata ai sacrifici per le tante divinità pagane romane, nel libro sullo studio sistematico della toponomastica alleronese è scritto che da questi terreni sono emersi nei decenni scorsi, durante la lavorazione di aratura, tratti di pavimentazione d’epoca romana e suppellettili sacre in pietra.
Lo storico ficullese Moretti ha scritto che la strada Traiana Nova saliva dal fosso Ripuglie a Meanella, Campitelli, Chiusamorra al fosso Rivalcale, ma non è verosimile, deve essere confutato perché come affermato da più ricercatori archeologi, questo tracciato è un diverticolo della Traiana Nova che dava accesso al villaggio etrusco romano di Sant’Ansano. La Traiana Nova, concepita come variante alla Cassia Antica ne accorciava il percorso di 5 Km ed aveva un percorso fatto di ripide discese ed irte salite procedendo dritto per dritto, il diverticolo avrebbe allungato il percorso.
Comunque è certo che la Traiana Nova attraversava il territorio di Allerona per circa 4 miglia romane dal fiume Paglia al fosso Ritorto, in base ai reperti che ho riscontrato nel tratto iniziale del tracciato, dopo il fosso Ripuglie partiva il diverticolo per il villaggio di Sant’Ansano, mentre la Traiana Nova saliva a sinistra di Montemoro per poi scendere verso la Fornace ed andare verso il ponte romano sul fosso Rivalcale.
Chiusamorra era collegata anche con l’altro villaggio etrusco romano di Pianociano dal fosso Ripuglie salendo la strada tagliata sul tufo fino al Pratale poi alla Quercia dell’Impiccato dove s’immetteva nel diverticolo scendendo a Chiusamorra per poi ricollegarsi alla Traiana Nova presso il ponte romano di Rivalcale.
L’ipotesi di villa termale è dovuta al tipo di reperti ritrovati per la presenza di mosaici e tubo di piombo per la canalizzazione delle acque, sono state raccolte testimonianze dai contadini che in alcuni periodi dell’anno quando lavoravano il terreno c’erano esalazioni di zolfo e puzza di uova marce.
Nel versante collinare opposto, ad Ovest, c’era la sorgente dell’Acqua Bianca, cosiddetta per i residui calcarei che depositava nel suo scorrimento, dove alcune famiglie alleronesi coltivavano gli orti e dove sono stati distrutti con le mine grossi blocchi di cementizio romano di fondazione, sbriciolati con le mine per guadagnare qualche metro di terreni per gli orti.
Negli anni 1600 e 1700 le carte topografiche riportavano la località Chiusamorra denominata Chiusamora o Chiusa Mora, tale toponimo potrebbe avere origine dalla parola etrusca Murai per passare in latino a Murra che indica un nome e/o aggettivo di persona o cumulo di sassi. Considerato quanto sopra, ipotizzo che Chiusamorra, ovvero Chiusa del Moro, moro di carnagione scura, riferito ad un legionario romano in congedo, assegnatario della terra, proveniente dall’Oriente e probabile latore della moneta di bronzo ritrovata nel terreno coeva del periodo. La concessione terriera prevista per legge romana prevedeva dopo 20 anni di soldato, il congedo con premi in denaro e/o terre da lavorare, oltre privilegi ed esenzioni.
Chiusa, intesa come sbarramento per fare un invaso, tutta la collina di Allerona esposta ad est era ricca d’acqua, basta ricordare i toponimi che lo confermano: a partire dalla fontana della Madonna dell’Acqua, Fontalone o Fontanone, Monte Guizzo (schizzo d’Acqua), tra Casa Bassa e Chiusamorra scendeva il fosso Leggero che nasceva tra il Po’ Vecchio e Pozzarella dove forse c’era la chiusa, poi l’acqua confluiva nel Rivalcale, scorrendo vicino alla strada dei Fontanellacci e poi Le Fontacce, Acquaviva e la fontana e/o sorgente legata alla leggenda del miracolo di Sant’Ansano che confluiva nel fosso della Casaccia, sul versante ovest ci sono ancora tre fontane e la sorgente dell’Acqua Bianca. L’area di Chiusamorra è detta Lignite, perché è stata anche oggetto d’estrazione della lignite, chissà che non siano stati proprio i romani antichi a scoprire il giacimento fossile prezioso già allora, forse più di oggi, esiste ancora il casottino in muratura di mattoni attraverso il quale si accedeva al pozzo che conduceva alle gallerie. Il giacimento è stato abbandonato forse per l’eccessiva presenza dell’acqua nel sottosuolo che rendeva instabile e pericolosa l’estrazione di lignite, oggi la strada d’accesso all’area è una serpentina in continuo movimento, probabilmente per il crollo sotterraneo delle gallerie che non sono mai state bonificate.
Elenco e foto dei reperti ritrovati che sono stati consegnati al comune di Allerona:
1) Moneta in bronzo dell’imperatore Costanzo II;
2) Circa 50 pezzi di pavimento in losanghe di terracotta che compongono il disegno di petali di fiore, tessere laterizie pavimentali – Opus Signum
3) Frammento di cmq 5 di pavimento con mosaico a tessere di pietra bianca
4) tubo di piombo peso kg. 5,6 lungo cm 30 ovoidale del diametro di cm 8 – Fistola Tumblae
5) Frammento di antefissa in terracotta;
6) Vari fittili di terracotta e di pietra levigata.
7) Tessere sciolte di mosaico in pietra bianca, qualche decina