Quando manca meno di un anno alle prossime elezioni comunali nella città di Orvieto, la campagna elettorale ha avuto inizio con l’annuncio della candidatura da parte di Stefano Spagnoli, seguita, a breve distanza, dalla presentazione di Roberta Palazzetti, che ha manifestato la volontà di candidarsi a fronte del preventivo appoggio di alcune forze politiche. Manca ancora il candidato o i candidati che rappresenteranno i colori del Centrosinistra. Secondo alcuni commentatori, all’interno della maggioranza, eletta nelle scorse comunali, si è inserito Stefano Spagnoli, orvietano d’hoc, padre di due giovani, già Comandante della Polizia Stradale di Orvieto, oggi in pensione, e Segretario nazionale del Sindacato di Polizia Coisp. La discesa in campo di Spagnoli ha certamente “sparigliato” le carte di tutti coloro che pensavano di avere, a loro dire, “la strada spianata” per affermarsi alle comunali del 2024. Antonello Romano, Direttore di Orvieto e Tuscia TV e Direttore Responsabile del quotidiano nazionale on line TFnews, lo ha intervistato.
Stefano Spagnoli, lei si è inserito trasversalmente rispetto alle correnti politiche esistenti in città e si è candidato a Sindaco di Orvieto per le prossime elezioni comunali con “Sicuramente Orvieto”. Andiamo diretti alla domanda, evitando i soliti preamboli di circostanza: cosa l’ha convinto a candidarsi come Primo cittadino della nostra città?
La risposta la può dare direttamente il mio percorso lavorativo: sono stato per 40 anni al servizio delle comunità, conosco il territorio orvietano, i suoi pregi, ma anche le sue criticità e le esigenze dei residenti. Negli ultimi anni, in particolare, maturando l’idea di abbracciare questo nuovo percorso, ho approfondito e sto approfondendo tutti i problemi primari della città e degli orvietani. Il giorno stesso in cui ho presentato la mia candidatura ho potuto riscontrare l’interesse e la vicinanza di tantissimi cittadini, che hanno accolto da subito e con grande favore la mia partecipazione alla corsa per l’elezione a Primo cittadino.
Spagnoli, “Sicuramente Orvieto”, oltre ad essere concretamente un suo progetto per rendere la città e la vita dei suoi concittadini più “sicura”, immagino che sia significativo anche dell’attenzione che lei vorrà porre ai diversi problemi della nostra comunità e all’impegno che intenderà assumere per mettere in atto soluzioni concrete e non le solite facili promesse. Si sente responsabile, come l’accusa qualche quotidiano locale, di aver spaccato la maggioranza di governo del Centrodestra con la sua candidatura?
Quando ho comunicato la mia candidatura a Sindaco, ho fatto un quadro preciso della situazione in cui versa l’attuale maggioranza. Le contraddizioni e le contrapposizioni di quest’ultima dovevano inevitabilmente venire alla luce, la spaccatura era ed è sotto gli occhi di tutti.
Chi teme di più, tra i possibili candidati?
Guardi, penso che quando ci si ritrova dalla parte giusta non si debba temere nessuno! Come le ho già detto, anche in virtù del mio precedente lavoro, sono sempre stato presente sul territorio e soprattutto vicino alla gente. Presenterò le mie proposte e i mie progetti per risollevare la città e abbracciare i bisogni di tutti coloro che non hanno ricevuto risposte dalle passate e dall’attuale Amministrazione. Saranno i cittadini a scegliere.
Quale sarà la forza politica sulla quale lei potrà contare per il sostegno alla sua campagna elettorale?
Ho l’appoggio di Dirigenti politici di vari partiti e quello di tantissimi cittadini, che ogni giorno mi fermano per strada e mi manifestano la propria stima e vicinanza.
Nel suo primo comunicato di annuncio della candidatura, tra le altre cose lei scrive che di fatto “non esiste più una vera e propria maggioranza politica” nell’Amministrazione Tardani che, lei sottolinea, “ha una Giunta che di fatto non ha mai governato”. Ha già in mente i nomi di coloro che farebbero parte della sua Giunta? Le sue scelte saranno orientate di più al merito, alla conoscenza della macchina amministrativa o alla militanza politica che sino ad oggi, però, non c’è mai stata?
Certo, è molto tempo che sto lavorando su questo progetto e i componenti della mia squadra risponderanno a criteri di competenza e conoscenza della macchina amministrativa senza tralasciare alcuni elementi che ritengo indispensabili, la correttezza, la disponibilità ad ascoltare le istanze delle persone, ad accettare e se necessario affrontare le critiche senza inutili reazioni di saccenza e di arroganza, la serietà e la consapevolezza della responsabilità che deve contraddistinguere chi amministra la “cosa pubblica”.
Stefano Spagnoli lei ha scelto di fare politica per passione, perché lo sente come un dovere civico o perché le piace anche il potere che gliene potrebbe derivare?
Nessuna ricerca del potere. Come le ho appena detto, credo che in questo caso la passione e la politica non possano prescindere dal dovere civico. Io avverto entrambe.
Lei, con il suo lavoro nella Polizia di Stato e la sua attività di sindacalista, per moltissimi anni si è occupato di far rispettare le leggi e di prevenire ed eliminare i pericoli che minacciano l’incolumità delle persone e anche degli operatori della Polizia di Stato e delle Forze dell’Ordine in genere. Se un Sindaco riuscisse a garantire queste certezze ai propri cittadini, con i fatti e non solo con le parole, sarebbe già a metà dell’opera. Il clima di incertezza e di insicurezza nazionale e internazionale, coinvolge ovviamente anche i più piccoli comuni. Quale potrebbe essere il suo asso nella manica per poter garantire a tutti i cittadini orvietani il pieno rispetto della legalità, dell’ordine e della sicurezza?
Si può fare molto per aumentare il livello di sicurezza nella nostra città ed io ho un sogno nel cassetto, rendere Orvieto la città più sicura dell’Umbria e magari non solo dell’Umbria. La nostra città ha una connotazione geografica strategica che può favorire il controllo del territorio, se opportunamente sfruttata. A questo si aggiunga che abbiamo la fortuna di avere ad Orvieto la presenza di tutte le forze di Polizia: ben 3 uffici della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale. Bisogna sfruttare sinergicamente queste risorse. Nel 1991 la cittadina di Todi fu dichiarata, dall’architetto urbanista Levine dell’Università di Lexington, la “città più vivibile del mondo”, pensi se noi potessimo rendere Orvieto, statisticamente, la città più sicura anche solo del centro Italia. Diventerebbe senza dubbio molto più attrattiva per potenziali residenti e per i turisti innescando così il circolo virtuoso per un incremento dell’economia e delle attività lavorative.
La sicurezza per la nostra città e i nostri concittadini deve tenere conto anche dei luoghi che sono stati meno attenzionati dalle precedenti Amministrazioni e da quella attuale, quanto meno sotto il profilo della sicurezza personale e della proprietà privata. Sbaglio o lei quando era ancora in servizio, aveva già presentato un piano per un maggior controllo delle zone a rischio della nostra città?
Si può e si deve fare molto di più per garantire la sicurezza in città. Prenda, ad esempio, il parcheggio della stazione con un’illuminazione praticamente assente e senza un controllo capillare di telecamere. Di sera, soprattutto d’inverno, i pendolari devono attraversarlo, per raggiungere le proprie autovetture, facendosi strada con la luce del proprio telefono cellulare con il timore di incontrare malintenzionati. E questa situazione si ripete anche nei parcheggi presenti sulla Rupe. Per non parlare, poi, dei furti nelle abitazioni e dei danneggiamenti alla proprietà privata, che si sono intensificati nell’ultimo periodo. La sicurezza delle persone, prima di tutto, si realizza con la prevenzione. C’è molto da fare a tutti i livelli.
Affrontiamo un altro dei temi per lei fondamentali: l’assistenza sanitaria. L’articolo 32 della nostra Costituzione stabilisce che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Come giudica l’attuale situazione dell’assistenza sanitaria sul territorio orvietano e cosa pensa di dover e di poter fare in qualità di eventuale Primo cittadino per migliorarla?
Potrei rispondere solo “disastrosa”, ma preferisco definirla “inadeguata”, “disorganizzata”, frenata dalla burocrazia e dai burocrati, distante dalle esigenze dei cittadini, sorda alle richieste degli operatori sanitari.
Coloro che debbono fruire dei servizi, si trovano costantemente di fronte alle ormai ben note, lunghissime liste di attesa ed a spostamenti che rendono difficoltoso accedere ad esami e cure. Non dobbiamo dimenticare che sono principalmente le persone anziane e a volte sole a necessitare di tali servizi, e sarà importante creare le condizioni per limitare al massimo ogni disagio. Il nostro Ospedale è territorialmente strategico, servendo una zona vasta, che raccoglie anche parte del viterbese, e avendo a pochi passi l’Autostrada del Sole. Mi impegnerò al massimo, per ottenere risposte e trovare adeguate soluzioni.
Il turismo, è una fonte di reddito primario per gli operatori commerciali orvietani e al tempo stesso dovrebbe servire da stimolo per nuovi progetti di sviluppo della città. Come reputa l’attuale offerta turistica della nostra città e cosa si potrebbe fare per migliorarne la qualità, in modo da ridurre il turismo “mordi e fuggi” e far diventare Orvieto più attrattiva anche per un turismo più attento e più di qualità?
Il turismo è di grande rilievo per la nostra città. Bisognerebbe, tra le altre cose, organizzare nei weekend, sistematicamente, eventi enogastronomici, coinvolgendo aziende locali, eventi culturali, musicali e di intrattenimento. Va creata una rete di collaborazione con le località vicine, la creazione di tour di varia durata, che richiedano anche il pernottamento. Dietro una buona offerta turistica da parte di un territorio ci deve essere anche un contestuale sostegno dei propri asset produttivi e logistici e tra questi i trasporti, non solo per i turisti, ma anche per i cittadini che, per motivi di lavoro, viaggiano quotidianamente tra Orvieto e altre città. Il pendolarismo è un’altra piaga non guarita dalle precedenti Amministrazioni.
Senza fare promesse che non possono essere mantenute, ritiene di poter migliorare i servizi per il pendolarismo degli orvietani?
Si, glielo dico convintamente, penso ci siano margini importanti per migliorare i collegamenti ferroviari e per dare un ulteriore sostegno economico sugli abbonamenti.
Fa parte del suo programma di governo anche il recupero del patrimonio storico abbandonato della città?
Cito, un lungo elenco di situazioni che richiedono la necessità di garantire il recupero e la sicurezza ad alcuni beni ambientali e culturali che da anni sono inutilizzati:
– La Fortezza dell’Albornoz, ad esempio, decisamente sottoutilizzata o mal utilizzata rispetto alle sue potenzialità;
– la storica Chiesa di San Francesco più antica del Duomo e dichiarata inagibile da anni per mancanza di adeguati interventi;
– il complesso del vecchio Ospedale divenuto orami pericolante;
– la ex Caserma Piave che inspiegabilmente non trova investitori;
– Il crescente degrado dello storico Palazzo Monaldeschi antica sede del Liceo Artistico;
– la necessaria bonifica del lungo percorso della Confaloniera;
– un maggiore controllo sulla sicurezza, soprattutto nelle ore notturne, dei giardini pubblici di Via Postierla;
– idem per quanto riguarda il grande parcheggio di Piazza della pace della cui scarsa sicurezza nelle ore notturne si lamentano molti cittadini;
– l’abbandono del bellissimo campo da tennis attiguo alla fortezza dell’Albornoz;
– le lamentele di alcuni operatori commerciali che vorrebbero rivalutare Piazza del Popolo ricollocando le autovetture e allestendola in modo più accogliente per i turisti, che molte volte ne ignorano addirittura l’esistenza per mancanza delle necessarie indicazioni;
– un migliore sfruttamento delle potenzialità e delle risorse del Palazzo del Capitano del popolo.
Certo, il nostro patrimonio storico è preziosissimo ed in alcuni casi anche unico; deve essere assolutamente curato, direi “coccolato”, è un dovere morale e civico, ma soprattutto la cura del nostro patrimonio vuol dire economia, attrattività. Non si può abbandonare a se stesso per anni per poi recuperarlo con altrettanti anni di lavori e spese, inevitabilmente, maggiori di quelle che sarebbero servite, vanno previsti interventi programmati. La storia va preservata ogni giorno.
Ci sono due aspetti che da molti anni incidono negativamente sulle Amministrazioni: il primo è quello di non riuscire a colmare il vuoto lasciato in città dai giovani che sono costretti ad emigrare per trovare lavoro e per studiare; il secondo è legato alla chiusura progressiva di moltissime botteghe artigiane, un tempo vessillo della città di Orvieto, e che oggi come accade ad esempio in Via dei Magoni, oggetto di un servizio di Licia Colò su La7, sono caratterizzate da una serie di negozi tristemente chiusi. Come pensa di poter affrontare queste due criticità che sono vitali per l’economia e più in generale per il futuro della città?
Dobbiamo partire da un presupposto: i giovani sono da sempre una risorsa, i giovani dovranno gestire il futuro della città. Ed allora dobbiamo offrire loro la possibilità di vivere Orvieto a 360°, dallo studio, al lavoro, al divertimento. Se i nostri giovani se ne vanno non solo la città si svuoterà demograficamente ma ne conseguirà, inevitabilmente, una diminuzione dei servizi. Servono luoghi di aggregazione culturale, occasioni di studio (Corsi universitari), corsi per incentivare i giovani che vogliono impegnarsi nelle attività artigianali e rilanciarle sul mercato, tutte attività dalle quali la nostra economia non potrà che trarre beneficio, dando risalto alla capacità e all’impegno delle nuove generazioni. Un occhio attento deve essere rivolto alle strutture sportive, che devono essere mantenute sempre efficienti, perché lo sport è alla base del benessere fisico.
In questo ultimo periodo, accanto al costante susseguirsi di eventi, abbiamo assistito e stiamo assistendo ad interventi di manutenzione (strade, luoghi pubblici,ecc.), attività queste ultime che vedono la luce, come è già accaduto, solo in campagna elettorale. Cosa pensa Stefano Spagnoli? E’ evidente anche per lui l’uso “strumentale” di tali attività per attrarre consensi negli elettori?
Come ha dichiarato proprio l’attuale Primo cittadino, si sta intervenendo su situazioni “ereditate” dalla precedente Amministrazione, che però, osservo, vengono affrontate solo dopo oltre quattro anni dall’acquisizione di tale “eredità”. Credo che siano i fatti stessi, a fornire una risposta alla sua domanda.
Stefano Spagnoli, lei è stato ed è un uomo conoscitore delle Istituzioni, del mondo del lavoro, abituato a gestire risorse umane, ascoltare e aiutare in contesti anche drammatici ed estremi le persone, avendo sempre presente il ruolo istituzionale ricoperto, ma non per questo privo di una grande umanità e di un’indiscriminata generosità. Nel caso vincesse le elezioni, sarebbe in grado di essere e fare altrettanto da Primo cittadino?
Credo che la mia esperienza professionale e di cittadino, che ha vissuto e vive il territorio ogni giorno e che ogni giorno si confronta con la gente, mi consentirà di comprendere, anche anticipandoli, i bisogni e le preoccupazioni della comunità e di fare il possibile per dare risposte adeguate. Se sarò eletto occuperò il Palazzo di città e dei cittadini e le sue porte saranno sempre aperte per i cittadini onesti, rispettosi delle Istituzioni, delle leggi e del libero pensiero.