di Roberto Pace
Il Ghiviborgo ha deciso di sganciare il colpo basso ufficializzando il ricorso, nel quale chiede di invalidare il risultato (1-1) prodotto sul campo, causa la partecipazione di Francesco Fabri alla partita, giocatore che non aveva ancora scontato la giornata di squalifica maturata nel Campionato Primavera 2 dell’Annata Sortiva 2021-2022. Una decisione legittima, che approfitta di uno dei tanti buchi che deturpano ancora le Carte Federali, quanto “amorale”, se avranno conferma le modalità seguite per arrivare a tanto, spiegate dal direttore generale biancorosso Matteo Panzetta:
“Per prima cosa, tengo a sottolineare come si sarebbe comportata la nostra Società a parti invertite, una volta esaminati i trascorsi fra noi e il Ghiviborgo. Nel campionato scorso, non esitammo un attimo ad accogliere la richiesta di posticipare l’inizio della gara di ritorno, perdendo parte dell’incasso, affinchè la squadra ospite potesse evitare le spese per pasto e pernottamento a Orvieto. Hanno il telefono e sanno come usarlo. Anche stavolta, avremmo preferito una telefonata per essere messi al corrente di quanto stava accadendo, considerando la particolarità del caso.
Ho avuto modo di leggere, anche sul vostro giornale, che vi sarebbe similitudine con quanto successo al Seravezza nello scorso campionato. Non è proprio così. In quella occasione la squalifica del giocatore era riferita alla stagione precedente. Allora, il Seravezza aveva dimenticato di consultare l’elenco dei residui di squalifica che va fatta di norma. Per Fabri, nostro tesserato esisteva ma riferita al campionato di due anni fa. Ragion per cui, non eravamo obbligati alla verifica degli elenchi, dando per scontato lo avessero fatto le due Società nelle quali il giocatore aveva militato nella stagione 2022-2023.
Le Società in questione sono, il Grosseto dove è rimasto per un periodo iniziale e l’Olympia Thyrus nella quale ha giocato tutte le partite del campionato d’Eccellenza umbro, tranne una, in quanto squalificato per doppia ammonizione. La situazione di adesso apre un caso totalmente nuovo e l’Orvietana intende compiere tutti i passi consentiti onde evitare la perdita della partita per un reato sportivo che ritiene non aver commesso. Dico la verità: siamo rimasti basiti, prima che adirati, una volta venuti a conoscenza del modo in cui il Ghiviborgo avrebbe ottenuto l’informazione.
Sembrerebbe che, a scatenare il tutto, sia stata una telefonata fatta al club toscano da un non ancora identificato operatore nel calcio umbro evidentemente “seguitore” di Francesco fin da quando il ragazzo era un giocatore di prospettiva. Altre ipotesi porterebbero molto più lontano e, almeno per adesso, vogliamo rimanere ai fatti. Aggiungo soltanto che, potrebbe non essere il primo caso, dando credito alle parole di altri addetti ai lavori incontrati molto di recente. Per chiudere, dal momento che, come avrete capito di carne al fuoco ce n’è parecchia, l’Orvietana è intenzionata a fare i passi che ne tutelino l’immagine e facciano obbligatoria chiarezza. Siamo anche pronti a indossare l’elmetto e prendere la spada, qualora fossimo indotti a contrastare azioni che abbiano poco a che vedere con le parole sport e rispetto”.