Nella ricorrenza dei cinquanta anni della fondazione della Caritas diocesana, sabato 18 novembre, presso la parrocchia di San Crispino in Ponte del Sole, si è vissuta una intensa mattinata per celebrare l’importante traguardo. Nell’occasione è stata inaugurata anche la nuova sede e vi è stato il passaggio del testimone ai nuovi responsabili nominati dal Vescovo.
Un momento di preghiera presieduto da mons. Gualtiero, iniziato e concluso, rispettivamente, con l’Inno alla vita di Madre Teresa e la Preghiera semplice di san Francesco, ha dato il via alla giornata, che ha avuto come filo conduttore il versetto 4,7 di Tobia: “Non distogliere il tuo sguardo dal povero”, ripreso dal titolo stesso del messaggio di Papa Francesco per la 7a Giornata mondiale dei Poveri 2023 (19 novembre). A seguire ha preso la parola il direttore uscente Marcello Rinaldi, per un saluto introduttivo e per presentare il video commemorativo realizzato per questa circostanza. La visione del cortometraggio è stata intervallata da significative testimonianze dei volontari, in riferimento alle diverse “Opere segno”.
Nell’ordine, hanno raccontato la loro esperienza: Gabriella Casasole (sulle Caritas parrocchiali), Sara Neri (Servizio civile), Umberto Bizzarri (distribuzione alimenti), Veronica Lupi (volontariato penitenziario), Elena Marcucci (missione diocesana in Albania), Marco Greco (lavoro) e Luca Fiorentini (Comunità Papa Giovanni XXIII).
Il momento successivo, invece, ha visto gli interventi degli ex direttori, don Nello Bertoldi e don Ruggero Iorio, mentre venivano proiettate foto relative agli anni del loro mandato. Terminata la prima parte dell’incontro, nella seconda, dapprima il Vescovo ha offerto una riflessione su “Il servizio della carità in questo tempo”, poi hanno portato i saluti le autorità presenti: Roberta Tardani, sindaco di Orvieto, Libero Mario Mari, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, e Mauro Masciotti, delegato regionale Caritas Umbria. Con i nuovi responsabili, a cui va l’augurio di un servizio fecondo in questo ambito tanto prezioso quanto ‘delicato’, si è, infine, parlato delle prospettive pastorali dei prossimi anni.
L’impegno – alla luce delle linee pastorali della Chiesa particolare – sarà quello di rendere concreta la Carità, di continuare a far fiorire le “Opere segno” e di camminare sinodalmente. Fondamentali saranno le relazioni che si intendono rendere sempre più feconde e generative sia con le Unità pastorali della diocesi sia con le istituzioni, per camminare insieme per il bene comune, per riconoscere le tante e diverse forme di povertà che, oggi, stanno emergendo nel territorio e nel mondo, al fine di intervenire poi nella forma più adeguata e dare voce a chi voce non ha.
“Vorremmo – ha affermato Irene Grigioni, concludendo il suo intervento – poter stare a servizio di questa Chiesa, e a servizio degli ultimi, con la veste cinta ai fianchi come Cristo, sapendo che nel fratello che incontreremo ci sarà Lui ad aspettarci. La carità che viviamo, ciascuno a suo modo, possa sempre nascere dall’incontro e dall’ascolto, dall’accoglienza e dalla misericordia, per camminare nell’accompagnamento e nel sostegno, fino alla promozione umana e al raggiungimento di una buona qualità di vita per ogni persona.
Vi invitiamo a pregare per noi e con noi, perché il nostro servizio sia disinteressato e puro, guidato dall’amore e dalla misericordia, in comunione con la Chiesa e ogni suo membro […].
Possa la nostra carità essere sempre declinata con tutte le caratteristiche che san Paolo le attribuisce (1Cor 13,4-8): “La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine”.
Il Signore ci conceda tutti di essere suoi strumenti di carità, testimoni di Dio che è amore, con gioia e semplicità di cuore”. (Michela Massaro)