È stato pubblicato il provvedimento relativo al progetto eolico Phobos (7 pale da 200 metri nei comuni di Castel Giorgio e Orvieto e nuova stazione elettrica estesa 5 ha a Castel Giorgio, a confine con Bolsena e Acquapendente). Si tratta di un provvedimento con motivazioni indecorose e strumentali, che purtroppo potranno fare da apripista ai procedimenti di VIA in corso presso il MASE di molti progetti della Tuscia (previste al momento oltre 200 megapale talora di altezza intorno ai 250 m!), cui si sommeranno altri impianti eolici di competenza regionale e migliaia di ettari di impianti fotovoltaici e agrivoltaici.
Verranno stravolti i progetti e le attività improntate alla salvaguardia e valorizzazione dei territori rurali e dei piccoli borghi della incontaminata Tuscia, ove una rivista prestigiosa come FORBES era giunta addirittura ad inserire Bolsena tra le 10 città piccole più belle d’Europa. Chi “ringraziare” per questi atti impuri? L’ex presidente Mario Draghi che ha adottato a suo tempo norme liberiste più che liberali per facilitare le “rinnovabili” ad ogni costo, dovendo ubbidire ai potentati europei e tedeschi in particolare;
La presidente Ursula Von der Leyen che non manca quotidianamente di sollecitare i nostri governi a realizzare rinnovabili ad ogni costo, mentre la sua Germania continua ad avere il primato delle emissioni di CO2 in Europa per il funzionamento e la riapertura delle centrali a carbone. La presidente Giorgia Meloni ed il Consiglio dei Ministri che hanno partorito il provvedimento su Phobos, interpretando le poche norme a tutela del paesaggio e dell’ambiente secondo quanto sostenuto dalle ditte proponenti i progetti piuttosto che in armonia con le leggi dello Stato;
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che, per affrontare il tema riguardante una fetta minimale del fabbisogno energetico nazionale, sta dando attuazione ad una strategia basata su fonti rinnovabili intermittenti e basate su risorse per gran parte in mano ad uno stato autoritario come la Cina;
La Regione Umbria che ha espresso un parere favorevole trascurando le proprie norme su ambiente e paesaggio e non partecipando alla seduta decisoria del Consiglio dei Ministri sebbene invitata;
La Regione Lazio che ha rilasciato un parere favorevole facendo inorridire gli esperti della biodiversità;
I mass media nazionali che hanno censurato le voci di protesta che venivano da associazioni, comitati, organizzazioni e cittadini;
Le associazioni ambientaliste, Legambiente in testa, che sostengono la necessità di superare le visioni passate sul paesaggio, criticando le Soprintendenze e parlando di nuovi paesaggi energetici e di parchi eolici che potrebbero consentire iniziative turistiche con appositi manuali e guide;
Infine un “ringraziamento” complessivo alle istituzioni sopra elencate che costringeranno molti Cittadini ad affrontare una dura e costosa stagione di ricorsi per pretendere il rispetto delle leggi!
Gli Amici della Terra e molte altre associazioni e comitati saranno a loro fianco!”.









