di Roberto A.Basili
In un villaggio, in un anno di forte miseria e carestia, un povero boscaiolo e sua moglie, non avendo più cibo per sfamare i loro sette piccoli figli, decidono di abbandonarli nel bosco con la scusa di farsi aiutare a tagliare legna.
Il più piccolo dei fratelli, Pollicino, avendo udito per caso la conversazione dei genitori, si riempie le tasche di briciole di pane per segnare il sentiero e garantirsi il ritorno a casa. Ma le briciole vengono mangiate dagli uccelli!
Orvieto non è un villaggio, non c’è miseria e carestia, ma di certo è città che abbisogna di una radicale trasformazione, di una vera rinascita politica e democratica della società, dell’economia, della salute, dell’ambiente, dell’innovazione: davvero servirebbe un effetto speciale.
Una persona speciale, ma chi sarà? E poi, accetterà? Lo sapremo in questo mese di ottobre. A mo’ di Petit Poucet, intanto tracciamo l’identikit e cerchiamo gli indizi, le briciole di pane.
Una sigaretta tira l’altra, la mia stanza si riempie di fumo e i pensieri si rincorrono a seguire le tracce. Lo so “fumare fa male, la cosa migliore è non iniziare, o smettere: ma molte persone non ce la fanno”. Ecco una prima briciola di pane che consegno al lettore.
Il prossimo Sindaco lo voglio donna, orvietana, che abbia fatto il Liceo classico F.A. Gualterio, adulta ma non troppo, tra i 55/60 anni; ed ecco una seconda briciola di pane. E poi che abbia un ottimo curriculum, una vasta esperienza internazionale, una vera manager, una fuoriclasse dell’inclusione, della sostenibilità olistica, dell’innovazione, dei social; una Ceo di una multinazionale. Ecco una terza briciola di pane.
Che sia tra le 100 donne di successo scelte da Forbes Italia nel 2019 e recensita da Fortune Italia nel 2022. Ecco la quarta briciola che è anche l’ultima perché, una tira l’altra, io ho finito le sigarette.
Ah, dimenticavo! La voglio antifascista e che lo dichiari con vigore appena scesa dal treno che da Milano la porterà a Orvieto, perché dovrà fare il Sindaco e non più la Ceo.