di Roberto A. Basili
Fu il profumo di un biscotto francese, la madeleine, a ispirare “Alla ricerca del tempo perduto”, il capolavoro di Marcel Proust sull’inevitabile trascorrere del tempo. Da noi, a Orvieto, il tempo invece è quasi fermo, trascorre evanescente. E sì che mancano ormai pochi mesi all’elezione di un Sindaco. La frenesia dell’evento contagia tutti, soprattutto gli spin doctor, coloro che ammaestrano notizie, vere o false non importa, al fine di catturare consenso. Tra questi ce n’è uno, il dottor Spin, stratega raffinato e di successo in precedenti occasioni, poi profondamente deluso dai suoi committenti. Questa volta non vuol sbagliare, ha deciso di essere lui stesso a influenzare la scelta del sindaco che verrà, sovvertendo la regola per cui sono i partiti a proporre il candidato e solo dopo interviene l’opera dell’esperto. Insomma, è lo spin doctor che si fa partito.Nel mirino c’è Roberta Tardani, sindaco uscente che va abbattuto: l’impresa sembra avere il consenso di nemici giurati e di critici insoddisfatti. Tra costoro la “vulgata popolare” annovera il capo di Fratelli d’Italia, primo partito in città alle recenti elezioni politiche, pur in assenza di sue dichiarazioni ufficiali; tra i critici moderati Cantiere Orvieto, che da tempo anima la città con iniziative di ottimo livello culturale; e poi Civici X, vero braccio armato del dottor Spin, “un’alleanza di cittadini che si preoccupano del buon governo delle proprie città e dei propri territori, un soggetto politico serio” così è definita sui social dal loro capo indiscusso, per il quale si profetizza un futuro in Europa o almeno in Regione. Hanno promesso (effetto annuncio del buon marketing), che ci avrebbero stupiti con il nome di una personalità “civica” quale candidato vincente e di ovvio gradimento ai Fratelli d’Italia che hanno i voti; forse un/a manager o un/a gran commis d’Etat. Una sorta di Monti de Noaltri, un Papa straniero? Settembre è finto e fiduciosi aspettiamo di essere stupefatti!Se la Destra non ride, temendo un effetto Bandecchi, la Sinistra non ha più lacrime. Fausto Prosperini, politico di razza, prima del PCI ora nel PD, vista la poca consistenza degli attuali gruppi dirigenti, ha ritenuto di “dare una mano” e ha indossato i panni dello spin doctor alla ricerca del candidato credibile. Non usa i social, preferisce incontri riservati insieme al segretario politico, quando costui è in città; per il resto consuma la suola delle scarpe, al mercato, nei negozi, nelle aziende sondando il gradimento dei possibili candidati.
I nomi? Sono sempre gli stessi: i Barlozzetti, i Conticelli, i Della Fina, il medico, il professionista, il giovane…addirittura una nomination è per un Germani ritrovato. Ma se il sondaggio non darà l’esito sperato, al PD non resterà che stupirci anch’esso con effetti speciali oppure affidarsi all’usato sicuro, a un uomo di solide relazioni in Umbria, sperimentato nel governo di vari Enti, ex consigliere regionale: è Fausto Prosperini, lo spin doctor per caso che diviene candidato sindaco.
E la favola di Cenerentola si fa realtà! Nell’attesa, noi continuiamo a credere che il governo di una città sia cosa ben diversa dalla gestione di un’azienda o della Pubblica amministrazione: ministeri, ambasciate, e via elencando.
Per fare il Sindaco non servono stage bocconiani e curricula impeccabili. Serve la Politica, la radicalità della proposta, la perizia nel governo del bene pubblico, il “comune sentire” tra i cittadini e chi li amministra; servono i partiti insieme ai corpi intermedi, al civismo genuino, non inzuppato di personaggi ormai usurati. Al momento, nella ricerca del sindaco perduto, non si avverte il profumo delicato delle madeleine, ma l’odore di un revanscismo livoroso. Gli attriti personali sono dannosi, in politica vince il valore del compromesso, la capacità di mediazione, il realismo, la migliore unità attorno alla soluzione possibile. Il resto è solo avventurismo, provincialismo velleitario.