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Home Cronaca

“Fermiamo la guerra e i massacri! Orvieto solidale con la Palestina, occupata, colonizzata e sotto feroce attacco israeliano”

Redazione by Redazione
30 Ottobre 2023
in Cronaca, Secondarie, Archivio notizie
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“L’esasperazione della popolazione palestinese che quotidianamente vede espropriati i propri territori dagli insediamenti dei coloni, e il totale blocco di Gaza, ha portato all’affermarsi di una radicalità alla quale ci si è aggrappati come una soluzione. Hamas rappresenta il popolo di Gaza e potrebbe rappresentare quello della Cisgiordania se si votasse. Dal 2006 in quei territori non ci sono state elezioni, il gruppo dirigente dell’OLP non è più un riferimento politico e la mancata politica di supporto dell’Europa e dei Paesi Arabi ad Abu Mazen ha ulteriormente delegittimato la capacità di incidere sul processo di pace.

Israele in circa 60 anni ha occupato gradualmente territori abitati da milioni di palestinesi – limitando libertà, demolendo case, espropriando terreni con continue provocazioni della destra israeliana – costringendoli a vivere in campi profughi, e vorrebbe oggi poter custodire la sua democrazia negando al tempo stesso il diritto all’autodeterminazione al ‘vicino di casa’.

I media occidentali vorrebbero distogliere l’attenzione internazionale dal genocidio in corso in Palestinacontro la popolazione civile, etichettando le operazioni della Resistenza come terroriste e orientate a livello religioso. Il loro racconto dei fatti cerca di trasformare un conflitto politico tra una potenza coloniale, Israele,e un popolo colonizzato, i palestinesi, in una ‘guerra di religione’, e anche in Italia tentano inutilmente di oscurare la presenza in piazza di decine di migliaia di persone, che dalle grandi città ai centri minori manifestano il loro sostegno alla causa palestinese. In tutto il mondo si stanno svolgendo manifestazioni a sostegno della Palestina, chiedendo alle organizzazioni internazionali per i diritti umani di fermare il massacro in corso a Gaza.

Dati del Ministero della Salute di Gaza, aggiornati al 15 ottobre 2023, hanno reso noto che sono stati uccisi 2.329 palestinesi, tra cui 724 bambini e 458 donne; sono rimaste inoltre ferite 9.042 persone tra cui 2.450 bambini e 1.536 donne. La striscia di Gaza è uno dei territori più densamente popolati del mondo: 2,3 milionidi abitanti (dei quali i bambini rappresentano oltre il 45% e la popolazione tra i 15 e i 29 anni è circa il 27%) vivono in un’area lunga circa 40 chilometri e larga 16 chilometri nel punto più largo.

Per tali ragioni, l’attacco di Israele, anche attraverso la privazione di cibo, luce e acqua, e l’enorme numero di vittime già raggiunto in pochi giorni, rappresenta una vera e propria pulizia etnica mascherata da ‘lotta alterrorismo’. Oltre all’indiscriminato attacco su Gaza, sono notizie di questi giorni le operazioni militari da parte israeliana anche su territori vicini, quali Libano, Iraq e Siria, come il bombardamento degli aeroporti di Aleppo e Damasco. E’ evidente pertanto il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere tutto il Medio Oriente ed aprire ulteriori scenari di guerra.

Le stragi di civili e persone innocenti sono sempre da condannare, da qualsiasi parte provengano, ma non è comunque accettabile quella narrazione degli eventi che vorrebbe rovesciare le cose, trasformando le vittime in carnefici e viceversa.

Una pace ‘giusta’ e forse duratura potrebbe nascere dalle risoluzioni dell’Assemblea generale dell’ONU n. 3236 (con la quale riconosce il diritto dei palestinesi all’indipendenza e all’autodeterminazione) e n. 3237 (con la quale si accorda all’OLP lo status di osservatore permanente sulla questione palestinese), ma anche la formula dei ‘due Stati per i due popoli’ non necessariamente condurrà alla pace, e fintanto che non termineranno l’occupazione e i soprusi da parte israeliana, sarà naturale aspettarsi la Resistenza anche armata della popolazione palestinese.

Noi, associazioni, sindacati, donne e uomini, come componenti della società civile orvietana, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie locali a schierarsi chiaramente per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato.

Nel contempo, avendo ben chiaro chi sia l’aggressore e chi sia l’aggredito da almeno 60 anni a questa parte, lanciamo un appello per la costituzione di un coordinamento del territorio orvietano a sostegno delle lotte per l’autodeterminazione del popolo palestinese e il riconoscimento del loro Stato. La pace si costruisce soltanto rimuovendo le cause del conflitto, pertanto: l’ultimo giorno di occupazioneisraeliana sarà forse il primo giorno di pace!”.

Costituendo Coordinamento Orvietano per la Palestina in collaborazione con Libreria Sovrappensieri

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