di Renato Piscini
Le elezioni sono per i cittadini che si interessano della loro comunità o per gli addetti ai lavori di questa o quella associazione o elite , quando non di tipo autoreferenziale! Insomma far discendere la democrazia dall’alto o dal basso! Questa è la contraddizione in cui versa una società democratica e le vie tortuose che deve seguire per uscirne sono numerose. Scendendo nel nostro ambito ad oggi troviamo in campo due candidature, cosiddette civiche, una dall’alto e una dal basso ma ambedue lontane da un vero processo politico storicistico di azione valoriale. Tale novità può essere una prima alternativa effettiva o una meteora che tenta di interpretare una manifesta insoddisfazione ( verso l’attuale amministrazione) senza però una vera preparazione politico-programmatica (ad oggi).
La risposta la deve dare la politica; si potrebbe dire dalle cose a le non cose essendo da secoli la polis punto di partenza e la sua evoluzione organizzativa, ovvero i partiti , la risposta. Passano i decenni ma il potere ritorna sempre ad attrarre categorie, meno si risolvono i problemi delle singole persone , a vantaggio di una società decente, tanto più forte risuona l’appello a liberarci da “servitù volontarie” ovvero accettare supinamente di essere governati in una sorta di conformismo di massa.
Da che storia e storia questo avviene attraverso i partiti o le rivoluzioni, ma oggi una destra politica strutturata, in senso conservatore, non c’è ancora , allo stesso tempo la sinistra si offre come protagonista alternando forme radicali a quelle riformiste. Il realismo politico, oltre all’esempio della prima repubblica, ci fa intravedere una terza via possibile, si tratta solo di farla decollare e interpretare. I partiti finora hanno fatto “gli sdraiati” siamo in attesa; alcuni partiti, ritornando a fare congressi e abbandonando il dirigismo, tentano il ritorno al futuro.