Il palmares dei Tre Bicchieri firmati Gambero Rosso si arricchisce con il nome di un’azienda emergente tutta al femminile: Argillae, cantina di Allerona guidata da Giulia Di Cosimo, produttrice giovane ma dalle idee molto chiare che sta dando nuovo impulso al territorio, come ha già dimostrato con il progetto culturale Signorelli 500. L’Azienda si aggiudica il massimo riconoscimento dalla più prestigiosa guida nazionale con il Primo d’Anfora 2020, vino simbolo che racconta la sfida personale della vigneron e l’amore per la sua terra.
Primo d’Anfora, oLenuto da uve di GrecheLo, Malvasia e Drupeggio (proveniente dalla “Vigna Vecchia” di oltre 45 anni), è il fruLo di un forte desiderio di Giulia Di Cosimo di creare un vino che rappresentasse un cerchio vitale che parUsse dalla terra e ad essa ritornasse. Primo vino figlio diquesta filosofia, deve il suo nome al parUcolare processo di vinificazione e affinamento che avvengono interamente in anfore di terracoLa realizzate con l’argilla estraLa direLamente dai vigneU dell’Azienda.
“L’argilla, che è la principale componente dei nostri terreni e ci idenUfica, tanto che abbiamo deciso di indossarla nel nome aziendale, – racconta Giulia Di Cosimo – nutre le viU, donando la forza necessaria per produrre le uve di cui, una volta raccolte e rese mosto, soLo forma di anfora diventa contenitore e custode. Il cerchio, dunque, si chiude: tuLo parte dalla terra e ad essa ritorna”.
Dopo la raccolta manuale e la selezione, le uve vengono vinificate separatamente, per essere poi assemblate e fatte affinare 9 mesi in anfore, realizzate esclusivamente da arUgiani locali, e ancora due anni in bottiglia. Un bianco che non teme la sfida con il tempo, dal profumo ampio e complesso, e che si mostra elegante e potente al palato. “Ho voluto fortemente questo progetto, perché, guardando al futuro, credo davvero che l’anfora possa rappresentare una nuova cultura” spiega Giulia Di Cosimo.
E conclude: “Ricevere il premio dei Tre Bicchieri con questo vino è un forte incentivo e conferma le potenzialità del percorso intrapreso, nonchè un premio alla lungimiranza e alla grande intuizione del nonno di investire in una zona fortemente vocata per il vino di qualità!” Un riconoscimento che si aggiunge ad altri importanti ottenuti con il Primo d’Anfora, come i 95/100 punti e il “faccino” da DoctorWine e la Corona della guida ViniBuoni d’Italia. Traguardi che premiano la chiave stilistica di quest’Azienda che vuole dimostrare come passato e contemporaneità possano convivere in un punto d’incontro rappresentato da vini importanti che richiedono tempo per esprimersi al meglio. L’intera Tenuta vanta un’estensione totale di 120 ettari caratterizzati da vigneti, uliveti e boschi, componente di grande valore per la salvaguardia della biodiversità. Attualmente gli ettari vitati produttivi sono 15, coltivati principalmente a Grechetto, Procanico, Drupeggio, Verdello, Grero oltre agli internazionali Chardonnay, Merlot e Cabernet Sauvignon, per una produzione di circa 80mila bottiglie.