di Renato Piscini
A giudicare dai commenti in città siamo in una fragile situazione di credibilità di questo territorio. A partire dalla destinazione dei finanziamenti regionali, dalla sanità, dall’eterno rinvio delle opere infrastrutturali, dal fermo economico, solo il turismo ci dà un sussulto, del tutto in autonomia, rispetto al resto della regione.
L’intervento pubblico, riconoscibile solo in alcune aree del suburbio, riesce parzialmente a mitigare l’assenza di governo rispetto alla potenzialità di risorse che la città ha e potrebbe avere.
Gli interventi vengono soddisfatti appunto in ambito di quartiere come leva di possibile ritorno elettorale. L’attenzione per la categoria degli impiegati (assunzioni oltre il necessario in Comune) salta di pari passo quella per gli artigiani, commercianti, imprenditori. Quest’ultimi si autogestiscono per quello che possono quando non chiudono. La macchina amministrativa si esalta nelle occasioni di eventi consueti o d’occasione dimenticando battaglie politiche più confacenti per una nuova identità cittadina, battaglie verso Regione, Provincia nonchè nazionale.
Così non si incoraggia l’imprenditorialità che fa grande un territorio, invece di essere saccheggiato da multinazionali o da imprenditori avventurieri. I cittadini assopiti nella dinamica annacquata dello status quo di una gestione manutentiva si risvegliano quando è troppo tardi. Sta per iniziare il risveglio elettorale, i primi sussulti ci consegnano un movimentismo del già visto; alcuni segnali di difformità si affacciano nel panorama politico, adesso inizia il vero compito per chi ha a cuore questo territorio.
Prendiamo coscienza che siamo in una fase di emergenza e di inadeguatezza: strade, ferrovia, attrattive economiche, turismo improvvisato, nel segno dell’arte: “Me ne frego”. Demoliamo la sommersione (gestione) del potere all’interno della amministrazione (non è chiaro chi guida la carovana). La gestione parrocchiale dei quartieri (come un comune piccolo) non di una città intera ci penalizza e non assicura una corretta gestione. Evitiamo il tramonto di questa città divenendo testimoni attivi del nostro tempo con lo sguardo verso il futuro. Senza prevaricazioni si richiede un ripristino intellettuale da parte di tutti nel segno del fare demolendo quel silenzio che si è insinuato nelle menti.