di Renato Piscini
La cultura appartiene ad una città intera proprio come è stata rappresentata nella partecipazione alla recente candidatura a Capitale Italiana della Cultura. Nella realtà, gli eventi e le attenzioni non hanno una distribuzione omogenea, né come coinvolgimento, né come siti. Di quante spese o ritorni economici ha beneficiato il solo centro storico? La cultura è stata più viva addirittura nella sola zona centrale di tutta la Rupe a discapito delle realtà di prossimità, figuriamoci delle periferie.
I patrocini privati, in queste ultime, hanno premiato le poche feste del suburbio di alto valore locale ma senza richiami di sorta, mentre l’Amministrazione segue le etichette programmate da tempo all’interno della Rupe. Allora bisogna migliorare la diffusine della cultura nelle periferie rafforzando l’organizzazione dei siti municipali dotandoli di figure professionali per rendere tali aree più attrattive. Il brutto architettonico di queste, prima di abbandonarle a se stesse, va riqualificato incentivando il core business delle attività commerciali per valorizzare le loro aree operative.
Ridare vita, altresì, alle morfologie dei sistemi residenziali a volte troppo amorfi e distaccati dall’insieme. Tutto questo per evitare che gli abitanti vivano nel grigio che allontana dalla cultura del bello, quindi tutela del paesaggio e coinvolgimento di tutte le aree negli eventi. Si faccia uno sforzo per ridisegnare la mappa e l’organizzazione degli eventi in città, certo creando spazi adatti a riceverli. Investendo come amministrazione nella riqualificazione del suburbio coinvolgendo anche i privati che vi risiedono con le loro attività economiche e che vi risiedono. Le scuole meritano un’ulteriore attenzione arricchendole con giardini, fontane, arredi urbani, mostre, spazi interattivi. Il bello è per tutti e la cultura è il bello. La tecnologia può essere di aiuto: Wi-fi, Metaverso, digitale possono essere di aiuto anche se le persone preferiscono ancora il contatto diretto, iniziamo a pensarci.