Il racconto di uno strumento secolare che passa attraverso le mani di una liutaia, l’anima di un musicista e il racconto di un anziano guardaboschi della Foresta di Paneveggio, in Trentino. Il docufilm “Storia di un violino e del suo albero”, proiettato mercoledì 7 giugno nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto in occasione della 17esima edizione del Festival Internazionale d’Arte e Fede racconta la storia di tutti i violini.
Di tutti quei violini che, per secoli, sono stati portatori di bellezza e musica. Di come uno strumento musicale da secoli ripropone la sua magia. “Per varie vicissitudini – ha spiegato il regista, Matteo Ceccarelli, che ad Arte e Fede due anni fa aveva proposto ‘Segni. Miracoli Eucaristici’ – mi sono trovato a fare questo lavoro. Avevo timore, ma anche stimolo a raccontare un mondo, quello della musica, che conoscevo bene. E per farlo ho trovato la via dell’ascolto di voci autentiche.
Quella di Alessandro Quarta, musicista virtuoso, dall’anima e l’aspetto rock ma sensibile conoscitore della musica classica a dimostrazione della trasversalità di un suono che sa emozionare. Quella di Elisabetta Giordano, maestra liutaia di Cremona che nel suo lavoro riversa un’attenzione maniacale e che tiene in braccio i suoi violini come fossero figli accompagnandone la crescita in un rapporto che plasma.
E quella del guardaboschi Marcello Mazzucchi della Val di Fiemme, una figura d’altri tempi che parla agli alberi della Foresta dei Violini, scelta già da Stradivari, e ne ascolta il suono. Un insieme di forze e di segni capaci di far funzionare le idee, di desideri e sacrifici sorretti da una passione o, meglio ancora da una fede. Ho colto in loro i segreti di una cultura che ha radici cristiane che custodiscono un mistero universale che non può essere messo in discussione”.
Ad accompagnare il regista “mai così libero ed autonomo di girare”, anche il montatore del docufilm Filippo Lupini. “Sapevamo – ha sottolineato il direttore artistico, Alessandro Lardani – che la proiezione di questo docufilm si sarebbe rivelata una scelta azzeccata e coerente. Conosciamo e apprezziamo da tempo l’originalità e la poetica dello sguardo di Matteo Ceccarelli e, anche stavolta, quello sguardo si è mostrato limpido e profondo di fronte a temi come la natura, la musica, la creazione. E ancora il fare artigiano che implica capacità, ingegno e creatività. Nel cuore di legno degli alberi c’è una spiritualità che suona. È lì la sacralità della natura che si serve degli alberi per far ascoltare la sua voce”. “Storia di un violino e del suo albero” sarà proiettato gratuitamente anche giovedì 8 giugno alle 16.30 sempre in Sala Eufonica. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite WhatsApp al numero 348.7946373.








