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Home Cronaca

Lav Orvieto e Gli Amici di Charlie su Festa della Palombella: “Si ponga fine all’impiego anacronistico della colomba viva”

Redazione by Redazione
6 Giugno 2023
in Cronaca, Secondarie, Archivio notizie
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Anche quest’anno a Orvieto, in occasione della Pentecoste, il 28 maggio, è stata celebrata la Festa della Palombella, per rievocare la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli. Come da tradizione, una colomba bianca, rinchiusa in un tubo di plexiglass circondato da una raggiera, è stata fatta discendere a gran velocità lungo un cavo per centinaia di metri, dalla Chiesa di San Francesco al sagrato del Duomo, fino a raggiungere, con un forte impatto, un baldacchino, simbolo del Cenacolo. Il suo viaggio è stato accompagnato da fumogeni fissati alla raggiera, proseguiti anche all’arrivo, momento in cui, vicino a lei, sono esplosi, con un grande frastuono, numerosi mortaretti, accompagnati da un boato finale.
Fino a non molti anni fa, la palombella veniva addirittura legata ad ali spiegate alla raggiera di ferro, costretta a un volo innaturale immobilizzata in una posizione innaturale, subendo al contempo il rumore frastornante di scoppi e botti accanto a lei.
Negli anni ’90, il dissenso di molti per l’utilizzo di un animale vivo in occasione di questo evento e per il maltrattamento inflittogli, si è ampiamente palesato con sentite manifestazioni e appelli alle Autorità religiose e civili. Sono state molte le personalità di spicco del mondo della cultura, della scienza e anche dell’etologia in particolare a intervenire per promuovere un cambiamento significativo in questa tradizione. Invano.
La colomba è ancora oggi imprigionata in una scatola di plastica e ancora costretta, per spettacolo, a subire una serie di azioni insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, che le provocano ingiuste sofferenze psicofisiche. Azioni che possono essere ritenute vere e proprie forme di maltrattamento, secondo quanto stabilito dall’art. 544 ter del Codice penale.
Nel maggio del 2006, il Consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo scriveva di aver apportato delle modifiche allo svolgimento della Festa, relativamente al trattamento dell’animale, nel rispetto primario della legge dello Stato (Legge 20 luglio 2004 n. 189, in cui si disciplinava specificamente la materia del maltrattamento degli animali anche nell’ambito di spettacoli o manifestazioni).
Eppure, purtroppo, ancora oggi si continua ad assistere ad una manifestazione che prevede l’uso di mortaretti e botti vicino ad un animale che non può liberarsi. In un’occasione, nel 2011, la colomba riuscì a fuggire, arrivata al Cenacolo e, come narrano gli spettatori di allora, volò via lontano dalla piazza in festa, dopo aver rivolto un ultimo sguardo ai tanti occhi all’insù… Un’occasione fortuita, che avrebbe dovuto comunque far riflettere molto.
Perché continuare a utilizzare un essere senziente? Non è l’animale vivo che deve dare valore alla festa, ma lo spirito religioso dei cittadini che anima la piazza.
Nel tempo, le tradizioni hanno sempre subito dei cambiamenti e sono sempre più le manifestazioni in cui un simulacro ha preso il posto dell’animale vivo, segno di rispetto verso di esso.
Così, anche la Festa della Palombella potrebbe ulteriormente trasformarsi, sostituendo un simbolo inanimato ad un uccello in carne ed ossa, e arricchirsi grazie a nuove idee, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni, gli artigiani e gli artisti del territorio.
D’altronde pure la società dai tempi dell’origine della festa è molto cambiata. Oggi solo in Italia gli animali d’affezione sono 64,769 milioni, di cui 12,88 milioni sono uccelli (dati Euromonitor 2021) e, anche se la colomba non rientra in questa categoria, ciò è senz’altro segno dell’esistenza di un rapporto ormai molto stretto ed emotivo tra esseri umani e animali.
Si continua a giustificare il mantenimento della tradizione con disparate motivazioni ma maltrattare un essere vivente non può mai essere giustificato. E lo sosteneva anche San Francesco, divenuto simbolo cristiano del rispetto dovuto a qualsiasi specie, colombe comprese. LAV Orvieto e Gli Amici di Charlie rinnovano al Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi, al Consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo, al Sindaco e all’Amministrazione comunale di Orvieto, ancora una volta, la richiesta di porre fine all’impiego anacronistico della colomba viva e la proposta di trovare insieme una soluzione alternativa per le
prossime edizioni della festa. Pensiamo che sarebbe una dimostrazione di civiltà e di empatia nei confronti degli animali e di tutti i cittadini e turisti sensibili al loro benessere, un passo avanti culturale di grande rilievo, che la meravigliosa città di Orvieto merita di compiere.

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