di Renato Piscini
Ci siamo alzati con una notizia che ha da subito riempito la nostra giornata attraverso giornali, tv, social stupefatti e attoniti ma col passare delle ore si evinceva sempre più un tran tran che faceva intravedere un vero e proprio cambio di paradigma. Come valutare tutto ciò, sicuramente un risveglio complessivo dalle consuetudini o prasi di lettura dei vari momenti politici passati unitamente alla variazione, questa volta reale, delle opinioni sul presente, sulla situazione del Paese e della sua fase.
Come una ubriacatura che si è ripetuta per anni si sono presentate all’improvviso valutazioni, reinterpretazioni dei fatti del tutto differenti dai ritmi del passato, forse con più coraggio, dando il giusto e elencando il meno limpido. Insomma una presa d’atto improvvisa che qualcosa potrebbe cambiare o sta cambiando. Per ora sordamente emergono sensazioni, supposizioni, previsioni che però conducono verso un revisionismo di prassi di non poco rilievo per i toni usati e la lettura che si è data del passato ma anche del giorno.
Per essere costruttivi politicamente con l’analisi dopo la notizia, si deve da subito dire che tutti i partiti debbano cambiare la loro agenda rappresentativa a cominciare dai simboli, abolendo quelli populisti e personalistici, sostituendoli con veri obbiettivi e visioni, ovvero riproporre con forza gli aspetti valoriali e sociali come lavoro, welfare, sanità. L’indebolimento dei partiti è stato pari a quello delle istituzioni le quali hanno subito, oltre al venir meno del legame con i cittadini, una deviazione dei loro compiti (Magistratura, Corte dei Conti, governi).
Oltremodo si è evidenziato che il tempo trascorso in simbiosi con la personalità che è venuta a mancare, ingombrante , abbia determinato una altrettanto mancanza di sicurezza e legittimità operativa degli avversari. Il termine più esatto è dismisura delle proposte e azioni politiche e delle stesse applicazioni istituzionali e sociali del paese, comprese le leggi (ad personam, mirate o punitive etc). Si chiude un’epoca e chi capisce per primo quale sarà la via di uscita, intesa come reinterpretazione dell’agire politico, sarà vincente.
Il nuovo paradigma oltre al fare politica entrerà di nascosto nella realtà governativa. Quel che è sicuro si riparte dal 94esimo dopo una parentesi o ubriacatura del maggioritario o di una narrazione di cui non si è ancora capito il vero senso, per stare all’oggi. Finisce la politica per spot per tutti, ripartendo dal basso ovvero rimettendo in gioco i cittadini. Assistiamo alle prime conversioni, ci saranno composizioni e scomposizioni, segnaliamo le prime forme di partito, rimbombano opinioni più coraggiose, ci si spinge più in là senza patemi nel parlare, si intravedono più incerti, il tutto in un solo giorno…è proprio vero basta il tintinnio di una attimo di vita.