“Sono apparsi sui mezzi di informazione, provenienti da diverse fonti, ripetuti interventi in merito al poco o nulla che l’attuale Amministrazione Comunale ha posto in essere e sarà in grado di concretizzare fino alla scadenza del mandato. Quello che si sarebbe potuto fare, detenendo se non una visione chiara del futuro per Orvieto, una ipotesi di strategia a medio lungo termine, o semplicemente un’elementare idea di pianificazione di sviluppo eco sostenibile appropriato per le nostre caratteristiche: riteniamo in ogni caso non sia il peggiore dei mali, anche se non assolve dal doverne comunque rendere conto soprattutto alle future generazioni, per le occasioni sfumate e per l’ennesimo ritardo; generazioni che volendo vivere in questo comprensorio, purtroppo dovranno scontare.
L’elemento indubbiamente più grave, rispetto al non fare nulla per carenza di idee e quindi vivere alla giornata, sono quelle estemporanee decisioni, carpe diem, che tradotte in fatti, e quindi in opere, normalmente producono solo costi ed essendo sostenute null’altro che dalla presunzione di vendere sogni, lasceranno solo alla realtà della mattina dopo, quando il risveglio farà emergere criticità, problemi irrisolti e debiti (questi ultimi da non sottovalutare). Potremmo elencare molti dei ‘risvegli amari’, ai quali siamo stati abituati: una discarica spacciata come risorsa di lavoro e benessere, un progetto fiume dove oltre che cabina ed omonimo regista, non ci sono neanche le comparse, e speriamo che non piova!
Inoltre, un Palazzo dei Congressi e servizio turistico, grossolanamente proposti all’interesse privato e chiaramente ignorati, la recente corsa ad ostacoli (esterni?) verso il titolo di capitale della cultura e l’ enfatizzazione della promozione fatta attraverso il web per attrarre turismo. Tutti processi dei quali sarebbe utile conoscere gli avanzamenti, gli ostacoli e le soluzioni.
Analizzare sapendolo fare: i progetti, i dati sulle presenze, i flussi, i ritorni economici, strutture, servizi, carenze lamentate, aspettative disattese, criticità da eliminare, ma parliamo di operazioni che esulano dal sogno, rappresentando una realtà, altrimenti definibile come la capacità di costruire, presidiare e finalizzare un processo. Vale per tutti i processi, da quelli più elementari a quelli più complessi. Dovrebbe essere il requisito alla base di qualunque presunzione di voler amministrare, ancora di più, quando l’oggetto di ciò che si vuole amministrare, non è il proprio patrimonio, ma quello di tutti.
Per tutto questo, non possiamo non associarci alle perplessità sollevate da Val di Paglia Bene Comune’, in ordine alla opinabile modalità di utilizzo della somma di circa 5 milioni di euro per edificare una struttura discutibile in un altrettanto discutibile sito. In modo particolare sosteniamo le ragioni già ampiamente espresse sul beneficio, in termini di servizio percepito, che ricadrà sugli abitanti di Orvieto Scalo, rispetto a quante e quali cose, molto più richieste e necessarie, avrebbero potuto essere realizzate. Cose, tutte peraltro riconducibili alle finalità coerenti con il PNRR, con i fondi verrà finanziato il “mausoleo”, definizione più che appropriata, che prendiamo in prestito.
Non rinnoviamo considerazioni già espresse sulla complanare, sul degrado della Rupe e dell’Anello che la circonda ed in generale sul nulla di nuovo in ordine a salvaguardia e tutela del patrimonio naturale che vantiamo, al netto di quello che abbiamo affidato a privati. Abbiamo, inoltre, perso le speranze di riacquistare la fruibilità della fortezza Albornoz e della Caserma Piave. Ci piacerebbe anche sapere se, dove e come, si voglia finalmente promuovere aggregazione sociale, tra persone e generazioni di persone: manca del tutto un luogo fisico, dove soprattutto i giovani possano esprimere la propria personalità e sfuggire dalla liquidità della società contemporanea.
…E che dire poi delle frazioni, dei centri minori e del loro inesorabile declino. Vogliamo, invece, sottolineare, con sincero interesse, alcune affermazioni pubblicate dal PD locale, che fanno eco alla nota richiamata di Val di Paglia, sulla necessità di sensibilizzare le coscienze.
Ci permettiamo in particolare ad evidenziare quelle più giovani e quelle che più di altre hanno a cuore questo territorio, riguardo l’improrogabile necessità di rimboccarsi le maniche, scrollare di dosso inutili e superate sudditanze di struttura o vecchi blasoni e cercare di concentrarci su quanto oggettivamente indispensabile per costruire, da orvietani, una proposta concreta, sostenibile e adatta a questo comprensorio. A nostro avviso non abbiamo bisogno di sogni ma di opportunità. Non abbiamo bisogno nemmeno che qualcuno dai palazzi regionali o da altra posizione elevata, decida quello che ci serve e chi possa darcelo.
Smettiamola anche con le mediazioni o le candidature di scambio per armonizzare equilibri più grandi ed estranei a noi, che non danno più alcun valore aggiunto, ma solo poltrone. Noi sosteniamo che quello che ci serve lo abbiamo qui, idee, capacità e competenze. Se vogliamo costruire qualcosa di migliore è ormai tempo, noi ci rendiamo disponibili e faremo la nostra parte.
PCI Federazione di Orvieto