Il 28 aprile ha visto la Cooperativa Sociale MIR dirigersi verso Roma per un convegno sui temi del lavoro, della partecipazione e del social washing. Convegno organizzato da “NeXt nuova economia per tutti” al quale ha partecipato anche il prof. Leonardo Becchetti. Relatori di caratura nazionale si sono avvicendati sul palco della Sala “Cerone” del Municipio VI, scambiandosi esperienze, impressioni e idee. Sempre di più l’investimento delle aziende nella trasparenza è fondamentale per rafforzare un rapporto di fiducia con i consumatori e consumatrici. Ma come comunicare al meglio le buone pratiche?Si è trattato dunque di un vero e proprio Cash Mob Etico con le migliori pratiche individuate dall’indagine BESt Work Life®, condotta da NeXt Economia in collaborazione con Corriere Buone Notizie e Fim Cisl nazionale; le aziende vincitrici sono: Coop Liguria, Denios Italia, Mir Artisan of Peace e Perrotta Group. Il Cash Mob è stato organizzato da NeXt in collaborazione con Adiconsum Nazionale, Adoc – Associazione Difesa Orientamento Consumatori, Fim-Cisl, Fattoria Solidale del Circeo e UCID Nazionale.MIR ha partecipato con la presenza della presidente Alessandra Taddei che ha ricordato il premio vinto a Milano ricevuto in quell’occasione da Anna Savoia, una delle volontarie della Cooperativa. Le parole di Taddei si sono intrecciate con le immagini della presentazione (confezionata da Massimo Ercolani) che scorrevano sui monitor della sala di Tor Bella Monaca così da restituire un affresco quanto più eloquente della articolata vita di MIR e della sua missione legata all’“ecologia integrale”.
NeXt ha acquistato i gadget per il convegno proprio dalla cooperativa MIR. Si è trattato di una tote bag, di un segnalibro e di una storia di inclusione. La bag e il segnalibro sono stati realizzati come segue: I tessuti, in un ottica lavorativa rivolta alla sostenibilità, provengono esclusivamente da esuberi di produzione aziendale e dalle famiglie che con generosità e fiducia conferiscono alla MIR i ritagli e gli scampoli di loro proprietà. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore queste famiglie e invitarle nella sede MIR – in via della Misericordia II a Orvieto – per visionare i prodotti nei quali rintracceranno sicuramente i loro tessuti.
Questa pratica evita sicuramente il conferimento in discarica del tessile, pratica alla quale purtroppo tutto noi spesso dobbiamo ricorrere per lo smaltimento. Sappiamo che il settore tessile è uno dei maggiori fattori di inquinamento, con 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili scaricati nelle discariche ogni anno. La pratica di MIR è un piccolo “gesto concreto” che vuole essere però un progetto pilota sul nostro territorio mostrandosi come buona prassi.
Quest’anno abbiamo recuperato circa dieci quintali di tessuti, ancora pochi, ma la strada che abbiamo intrapreso speriamo vedrà una crescita. La lavorazione di tali tessuti è avvenuta grazie al progetto “Dentro…Casa”. Tale progetto vede la creazione di un arredo casa etico, sostenibile ed inclusivo grazie ad un lavoro di “artigianato diffuso”. Le stoffe per assemblare tali borse sono state infatti tagliate dalle persone private della libertà in carcere. Partecipano al progetto circa quindici detenuti della Casa di reclusione di Orvieto.
Per questo laboratorio così coinvolgente MIR entra fra le mura della casa di detenzione per lavorare a stretto contatto con i detenuti, non solo nel taglio ma anche per l’ideazione di nuovi articoli. Paolo Maddonni, in qualità di Responsabile dell’Area Educativa, coordina il progetto nella Casa di Reclusione ponendosi in continuità con il lavoro pioneristico avviato dalle direttrici ed educatrici precedenti.
I segnalibri invece sono stati tagliati nella sartoria MIR dalla trainer Monica Maggiolino che sta accompagnando Beatrice Purgatorio – una giovane studentessa in PCTO – verso l’apprendimento delle metodologie di taglio e cucito di diversi prodotti. Il percorso di Beatrice è stato reso possibile grazie a insegnanti eccezionali che hanno curato i rapporti con competenza e una passione fuori dal comune per dare inizio a una convenzione fra gli Istituti Majorana e Maitani di Orvieto e la Cooperativa MIR.
Sia i segnalibri che le borse sono state poi cucite nei laboratori MIR da Monica Maggiolino ed Alessandra Taddei con le stoffe sapientemente selezionate e catalogate da Cristina Losinno. Le storie di inclusione poi, sono state affidate alle penne delle dottoresse Chiara Atalanta Ridolfi e Loretta Fuccello e a giovani studentesse e studenti di Majorana e Maitani, coordinati dalla prof. Giulia Ruina.