di Renato Piscini
Sappiamo tutti che creare liste civiche è previsto dalla Costituzione e che queste servono ad una comunità di cittadini a presentarsi alle elezioni con un programma e ideali al di fuori dei partiti. La massima aspirazione nazionale è quella di creare una federazione nazionale che unifichi tutte le liste civiche omogenee a tali principi. Da queste possono nascere movimenti politici comunque sempre per scopi occasionali o di federazione nazionale. Per essere un partito a tutti gli effetti, però, bisogna avere un seguito di almeno mille sostenitori , una struttura che possa fungere da sede, avere un simbolo, il nome del nuovo soggetto ed un programma.
Tanto il nome quanto il programma devono essere originali. E poi occorre l’individuazione di un segretario, di un tesoriere, una partita IVA e un conto corrente, nonchè iscriversi alla Prefettura, al fine istituire un congresso. Siccome l’obiettivo e il programma-finalità deve essere comune, mi domando da subito se ciò può esserlo con più comunità nel momento della creazione di una federazione nazionale. Oltremodo nel momento in cui poi tali finalità sono del tutto simili a quelle di un partito, con cui magari la stessa o le stesse condividono programmi e ideali, quale pro a tale azione di distinguo!
È evidente, come lo è e sia sempre stato, le liste civiche sono atte ad un momento storico e fattuale ben preciso e particolare di una comunità specifica e non altro. La nascita di alleanza civica nazionale, come preannunciato, è apprezzabile per l’intento: “Riforma del regionalismo e del sistema istituzionale centrale ed enti locali” ma lascia aperto il perchè non aderire direttamente ad un partito che ha le stesse idealità e finalità e non un percorso parallelo”. Ritorna ad insinuarsi il male pensiero: la cosa nasce dal basso a da parte di alcuni! I recenti fatti richiamati, Comune di Terni , posizionamenti dopo elezioni in differimento con le idealità di nascita, il protagonismo eccessivo dei referenti, hanno in se la volontà di una comunità e/o degli aderenti (mille) con la possibilità poi di estenderli a livello nazionale.
Credo che in un momento storico come questo, dopo la consapevolezza che un metodo ed uso di fare politica è stato sbagliato, sia necessario ricomporre idealità comuni ed azioni politiche attraverso forme tipiche di un partito che rappresenta le aspirazioni e le aspettative unitarie di comunità nazionali seppur differenti. Lontano da me redarguire alcuno o censurare iniziative ma sottolineare che è il momento di riassettare il metodo e l’azione politica del nostro sistema, sia esso regionale o nazionale, sia più necessario del fare comunque. Buon lavoro per un vero fine di idealità e se mi è permesso verso un riformismo liberale!