Sabato 22 aprile a “Lo Scalo” Community Hub di Orvieto Scalo si è affrontato il fenomeno dell’immigrazione in modo accurato mettendo da parte la propaganda politica e analizzando le tematiche più discusse in merito all’argomento grazie alla voce di testimonianze che in campi diversi sono attivi sul tema. Protagonisti dell’incontro “Dalla parte giusta”, Corrado Mandreoli, vicepresindente di Resq, Cecilia Strada, responsabile della comunicazione Resq, e Angela Capponnetto, corrispondente di RaiNews24.
Si tratta della quinta iniziativa avviata da Articolo 21 per approfondire e far luce su fatti che è importante comprendere nella loro totalità. Il punto di partenza della riunione è stato riconoscere come gli eventi migratori siano intrinseci nella storia italiana e nella storia del mondo. Le persone continuano a muoversi da decenni a causa delle guerre, della fame, dei cambiamenti climatici, per cercare condizioni migliori in cui vivere.
Questione che ha vissuto anche l’Italia e che continua a vivere con lo spostamento di molti giovani che ricercano all’estero condizioni lavorative vantaggiose. Oggi, però, con la dichiarazione dello Stato d’emergenza da parte del governo, l’abolizione della protezione speciale, e la limitazione delle iniziative delle Organizzazioni Non Governative, c’è la necessità di esaminare il tema, per capire l’origine di tali proposte, e avere più chiaro dove finiscono le questioni politiche e iniziano le verità.
Per testimoniare quello che sta avvenendo nel Mediterraneo è stata ascoltata la voce di Mandreoli che ha raccontato l’attività di Resq People saving People, nata nel 2018 e che ha compiuto la prima missione di soccorso il 7 agosto 2021. L’idea nasce nel 2019 quando in Italia la narrazione politica sull’immigrazione iniziava a creare poca solidarietà e maggiore chiusura, tanto da culminare con i decreti sicurezza dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Così un gruppo di persone che si è sempre occupato di accoglienza, integrazione e migrazione, ha deciso di agire concretamente: “Nasce dalla necessità di fare qualcosa”.
Trovare i fondi per compiere le operazioni di salvataggio non è semplice ma nel corso degli anni la nave di Resq è riuscita a salvare 225 persone in più interventi. La caratteristica principale di Resq è la presenza, oltre dell’equipaggio della nave, dell’equipaggio di terra; cioè di “persone che si riuniscono in un territorio e attraverso la nave diffondono il messaggio che la nave vuole trasmettere”. Si chiede, quindi, alle persone di salire a bordo per raccontare quello che la nave incontra, per guardare e ascoltare le storie di chi viene salvato.
Si dedica molta attenzione all’immagine e alla narrazione, tanto da essere sempre presenti due figure che se ne occupino come film maker, giornalisti o fotografi, in quanto il ruolo dell’informazione deve essere forte. C’è la necessità che si racconti la verità di ciò che avviene in mare e le responsabilità dei governi, in modo che questi non possano più raccontare interpretazioni del fenomeno diverse dalla realtà: “Salire a bordo significa questo – prosegue Mandreoli – raccontare una realtà diversa da quella che ci fanno credere perché la nave concretamente racconta immagini”.
Si devono considerare le vere cause che mettono in moto le persone “riconoscere e mostrare le nostre responsabilità rispetto ai processi migratori”. Nel raggiungere questo obiettivo si è quindi parlato delle azioni avviate, nel corso degli anni, dai vari governi italiani per trattare l’immigrazione. Da “Mare Nostrum” con il Governo Letta, che in un solo anno riuscì a salvare 150 mila persone arrestando 325 scafisti, passando per le ragioni per le quali il Governo successivo decise in interromperla, arrivando al Decreto Cutro del Governo Meloni;
riscontrando come quest’ultimo e le motivazioni politiche che portarono ad eliminare Mare Nostrum, siano frutto di un tipo di narrazione che cambia gli obiettivi da colpire senza considerare le persone che partono. Il governo Meloni ha per esempio imposto alle Ong di fare un solo salvataggio in mare, sostenendo che queste facciano accordi con gli scafisti per portare i migranti in Italia, questione smentita più volte dalle varie indagini fatte, e ha poi dato tutta la responsabilità agli scafisti che rappresentano invece solo una parte della questione.
Intervenuta da remoto Cecilia Strada, ha spiegato come l’abolizione della protezione speciale, la quale esiste in altri 17 Paesi europei, porterà ad estromettere dai centri di accoglienza persone che si ritroveranno quindi in mezzo a una strada. “Persone che prima erano in un sistema e quindi controllate e controllabili, integrabili” saranno ora in balia della criminalità organizzata ritrovandosi “a vivere in quelle condizioni che lamentano gli Italiani, situazioni comunque di disagio e in assenza di diritti e di protezione, che crea problemi con la nazione ospitante”.
Il messaggio della Strada è che continuerà a esserci bisogno delle ONG, le quali intervengono sul 10% delle persone attraversano il mare, nate per l’assenza dello Stato e, che finché continueranno a mancare canali di accesso sicuri e legali queste continueranno a salvare vite. Strada ha anche spiegato come il lavoro di Frontex, che controlla le frontiere, consista in azioni di polizia e di come quindi questo rappresenti un problema in quanto “la gente che è in pericolo, il fenomeno dell’immigrazione non può essere trattato con azioni di polizia”.
Anziché azioni di polizia bisognerebbe attuare azioni di soccorso, “la questione viene trattata come un’emergenza quando l’unica emergenza è quella che vivono le persone che affrontano queste traversate”. La tragedia di Cutro è un terribile esempio di quale possa essere il rischio e di quanto possa essere alto. E’ intervenuta all’incontro anche Angela Capponnetto di RaiNews 24 che da anni è in prima linea nel testimoniare gli eventi migratori. Ha infatti scritto un libro “Attraverso i tuoi occhi. Cronache delle immigrazioni” nel quale racconta come “essere nei luoghi in cui le cose accadono ti fa entrare in empatia con le persone con cui si entra in contatto. Entro negli occhi degli altri”.
Capponnetto fa capire come non ci si possa dimenticare della componente emotiva che ci ricorda come si stia parlando sempre di persone che hanno bisogno di aiuto e sostegno; mettersi nei loro panni non è un fattore secondario. La giornalista ha anche accennato a come ora per i giornalisti sia più difficoltoso avvinarsi ai luoghi di sbarco e questo vuol dire che si cerca di impedire di informare completamente l’opinione pubblica, rendendola così meno consapevole di ciò a cui determinate scelte portino.
Mandreoli ha annunciato poi che la nave di Resq è pronta a partire per una prossima missione da Napoli e ha inoltre deciso di aprire un’iniziativa sulla rotta balcanica, di collaborare quindi con chi da tempo interviene su “chi attraversa la rotta balcanica perché le condizioni in cui le persone arrivano sono drammatiche” a causa degli strumenti utilizzati per allontanarli dalla frontiera Triestina (come gli idranti o la privazione delle scarpe). L’incontro andrà in onda nel programma “Task Force” sul canale Explorer di Sky, canale 176 e sarà visibile oltre che sul sito internet Explorer.it, su Facebook e sui telefoni Samsung al canale 4417 Samsung.
Fonte: Articolo 21