Stiamo ‘deforestando’ la nostra esistenza. Ecco perché l’ecologia di cui tanto si parla non può riguardare solo la sfera ambientale, ma deve coinvolgere l’uomo in ogni aspetto, sociale, culturale, umano, globale. Lo ha sottolineato fortemente, mostrando alcuni video di un’Amazzonia colpita in questi giorni da un’alluvione senza precedenti, Suor Maria Luisa Gatto del coordinamento di Nova Civitas presentando gli ospiti intervenuti nella recente giornata di formazione dedicata a questi argomenti, il prof. Simone Morandini, membro della Fondazione Lanza, Vicepresidente degli Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia e membro del Gruppo Responsabilità per il Creato della CEI e autore di diversi saggi, e Giorgio Zordan, studente universitario e autore del libro Biodegradabile.
La Terra brucia e lo fa sempre più velocemente, gli esperti stanno rivedendo continuamente a ribasso le stime degli anni in cui le nuove generazioni presenti e future si ritroveranno senza risorse.
Non ha più senso parlare per compartimenti separati, la parola chiave è “ecologia integrale“. Lo ha ben spiegato il prof. Morandini che ha ribadito come affrontare il problema ambientale significa sempre di più parlare di un ecosistema globale. Tutto è connesso perché da sempre l’essere umano cresce e vive attraverso relazioni. Ma la specie umana ha forzato i tempi lenti della natura, tanto che si è coniato il termine “Antropocene” per descrivere l’epoca che stiamo vivendo, in cui la quantità di materia artificiale prodotta dall’uomo si calcola essere più del doppio di quella naturale.
Se da un lato il rischio è quello inflazionare la stessa parola “ecologia” che ormai viene associata ad ogni contesto, essa è innegabilmente una parola chiave potente dell’attualità, che si lega fortemente al nostro prossimo destino. E lo fa a ragione, perché è innegabile che il problema ambientale ha un’urgenza che si moltiplica di giorno in giorno. L’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’, nonostante risalga al 2015, capolavoro di interdisciplinarità, continua ad essere fortemente attuale perché ci pone di fronte a un impegno improrogabile e che richiama, tra le altre cose, a due comportamenti fondamentali a cui dobbiamo tendere: quello della responsabilità, soprattutto verso le prossime generazioni, ma anche verso i più poveri che non hanno i mezzi per difendersi dalla crisi in atto, per cui l’ecologia si lega anche a temi come giustizia e pace per garantire l’integrità del Creato quello della sostenibilità, anche in questo caso necessaria soprattutto per non compromettere le generazioni future.
L’Italia ha agito a livello costituzionale nel 2022 inserendo una modifica importante che va a colmare e completare una lacuna che riguarda proprio la tutela ambientale, la biodiversità, gli ecosistemi che non aveva trovato sufficiente sensibilità dai Padri costituenti del dopoguerra. E se ancora rari sono gli esempi pratici di comportamenti virtuosi generalizzati, soprattutto se si guarda al livello di istituzioni centrali, è anche vero che capillarmente si assiste al moltiplicarsi di iniziative sul territorio che fanno ben sperare; sono ad esempio quelle delle comunità energetiche che puntano all’ecosufficienza e all’ecoefficienza e che sperimentano diverse modalità di produzione, ripartizione acquisto di energia. Troviamo esempi virtuosi a Padova, Assisi, Città del Vaticano, ma anche nel territorio orvietano (Nova Civitas ne ha parlato in un recente incontro), fino all’educazione a stili di vita diversi, più sostenibili.
I giovani sono la voce del futuro, in quanto coloro che stanno per prendere in mano questo importante testimone. Non è facile conciliare i bisognosi del progresso con l’ecologia, bisogna cambiare le priorità. Lo dimostra bene l’intervento di Giorgio Zordan, studente universitario che alcuni anni fa ha pubblicato il libro “Biodegradabile” (Librosi Edizioni) in cui si riscoprono quei comportamenti virtuosi che erano propri dei nostri nonni. Giorgio tuttavia ha ben sottolineato che non si tratta di negare il progresso, ma di cambiare le priorità. Finché il fine ultimo rimane il guadagno economico, il consumismo, l’umanità non ha futuro. Se immaginiamo una piramide in cui al vertice c’è il guadagno economico fine a se stesso, troveremo sempre di più alla base della stessa un mondo inquinato. Qui non c’è futuro.
Ma accanto a questa forte presa di coscienza, quali sono le azioni pratiche che noi possiamo compiere? Possiamo veramente incidere sulle decisioni politiche nello scenario territoriale, nazionale, globale? Certamente è fondamentale che ognuno abbia consapevolezza di cosa sta accadendo e riporti la propria vita alle giuste priorità. Lo ha ricordato Suor Maria Luisa Gatto del gruppo di coordinamento nel salutare i partecipanti.
Il prossimo incontro di Nova Civitas parlerà proprio di sfide pratiche per un mondo più ecologico nell’incontro conclusivo del percorso 2022/2023, il 22 aprile in un’importante giornata-evento organizzata in collaborazione con il Movimento LAUDATO Si’ in occasione del quale verrà proiettato un film-documentario ispirato all’enciclica a cui seguirà un laboratorio e il dibattito su educare e (educarsi) a nuovi stili di vita e nuove scelte.
Appuntamento con Nova Civitas il 22 aprile presso lo Scalo Comunity Hub.