Nel Teatro del Carmine di Orvieto venerdì 3 marzo il giornalista Luca Telese ha presentato il suo ultimo libro, “La Scorta di Enrico”. Luca Telese è stato presentato dal Sindaco di Baschi Damiano Bernardini, che aveva già organizzato l’evento per i suoi concittadini. Il giornalista è stato accompagnato da uno dei protagonisti del libro, uno degli ultimi della scorta di Enrico Berlinguer. L’uomo ha raccontato alcune vicende divertenti del grande leader comunista, umanizzando quella figura che per molti ha avuto tratti religiosi.
Telese, marito di Laura Berlinguer e padre di Enrico, ha ricordato l’attualità della storia politica del PCI nel novecento. Un partito diviso e divisivo ma che sulle logiche democratiche interne, come l’elezione a Segretario, fondava la sua identità politica.
“Le lotte delle sclassi dirigenti della sinistra del novecento si rispecchiano nelle primarie attuali. Berlinguer era l’uomo di apparato, dato in svantaggio nel congresso PCI, in lotta contro il favorito, poi diventato Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.” La sinistra decise Berlinguer, come ora il popolo delle primarie del PD ha scelto una nuova leader Elly Schlein,che obbligherà il partito a girare la barra a sinistra.
Berlinguer è stato un uomo del suo tempo, che in alcune occasioni si trovò a dover scrivere la storia, quella d’Italia. “Nel 68’ fu arrestato per errore avendo incrociato un corteo di proteste, ed essendo portato subito dopo in Questura. Enrico Berlinguer fece battaglie di giustizia sociale a partire dalla lotta ai signori della guerra, impegnati allora in Vietnam, alla questione della scala mobile necessaria per attualizzare gli stipendi operai, mangiati dall’inflazione. Fu anche sommerso dalla gravità della crisi petrolifera del ‘73”. Uno scenario che traslato di 50 anni sembra quello che sta coinvolgendo il mondo degli anni venti del duemila.
“La storia sembra che stia girando intorno a se stessa.” Berlinguer fu anche il leader del PCI che provò, insieme al Presidente Aldo Moro, a scardinare l’imposizione americana di un governo mai composto da membri comunisti.
Berlinguer disse: “Con l’uccisione di Moro, non venne colpita la Democrazia Cristiana, ma proprio il Partito Comunista Italiano”. Nel libro numerose sono le storie dei militanti che scortavano il leader, una di queste riguarda l’incontro con la scorta di Moro. “Le scorte si incontrarono nei giorni della trattativa del “Compromesso Storico”. Quella di Moro composta dalle forze di polizia e quella di Berlinguer composta dai militanti erano ciò che più dissimile può essere nell’esercizio della protezione di una persona. Gli uni per lavoro, gli altri per ideologia e fede. Entrambi convennero che “sarebbe stato difficile difendersi da un nemico che prosperava nell’ombra, essendo quindi invisibile.”
Il giornalista ha concluso ricordando che i politici e la società devono tenere gli occhi sulla storia così da avere una bussola per il futuro. Si dovrebbe ripensare anche la Sinistra, sfruttando l’opportunità con la nuova Segreteria. Ricominciando dal canto che rappresenta l’identità progressista: “Bella Ciao”, che non è un canto di vittoria, ma è nata come una marcia di battaglia fondata sul dolore, che ha portato la luce della democrazia nell’oscurità dei tempi totalitari. (Andrea Impannati)
