La nuova accelerazione del ciclo economico globale (testimoniata dalla positività di dati indicativi come la disoccupazione in calo ed i margini aziendali in ascesa) sorprende e sul mercato dona inatteso vigore agli asset azionari. Ma perchè tutto ciò, al momento, non è un bene? Prima di rispondere a questa domanda cerchiamo di riassumere l’attuale quadro macroeconomico in 3 step: la decelerazione dell’inflazione vista nei mesi di ottobre, novembre e dicembre è stata, con il senno di poi, una temporanea conseguenza del ritrovato equilibrio nelle catene di approvvigionamento mondiali (leggasi riaperture post-covid cinesi); con eccessivo ottimismo gli attori governativi e privati hanno pensato si trattasse di un segnale duraturo e continuativo.
Nell’ultimo mese abbiamo avuto modo di constatare che, riassorbita la precedente “euforia”, i dati reali riportano un’inflazione ancora eccessivamente alta.
Gli indicatori ciclici, in riduzione per larga parte del 2022, hanno mostrato segni di accelerazione economica anomala, non coerente con ciò che gli organi nazionali di policy si aspettavano dopo le severe politiche di restrizione monetaria messe in atto. Ecco dunque che le principali banche centrali in tutto il mondo si trovano nella scomoda situazione di avere a che fare con un ciclo economico reale “disobbediente” ed apparentemente insensibile alle manovre monetarie da loro portate avanti, con conseguenti effetti a rialzo sull’inflazione; quando il dichiarato obiettivo numero uno, da diversi mesi a questa parte, era proprio quello di abbattere l’aumento dei prezzi.
Un sentiero, quello da percorrere, che si fa sempre più stretto con il passare del tempo dal momento in cui le aspettative di un veloce miglioramento del quadro generale si riducono con il protrarsi dell’attuale situazione, lasciando spazio ad ipotesi di un ciclo di stagnazione più duraturo del previsto; ne traggono beneficio gli asset obbligazionari che, nel breve termine, appaiono come un’ottima occasione da sfruttare in un momento di mercato di estrema volatilità.