Sarà l’Arch. Raffaele Davanzo, attivissimo in questo inizio di primavera nel calendario culturale dell’Unitre di Orvieto, a condurre la tappa marzolina di “Tesori dell’Urbe”, la rassegna coordinata dal Presidente Riccardo Cambri e dedicata alla scoperta e riscoperta di siti, luoghi, ambienti e monumenti presenti sulla rupe orvietana e caratterizzati da particolari pregio ed interesse.
Giovedì 30 Marzo 2023, alle ore 11, l’Unitre proporrà la visita alla Chiesa di Santa Maria dei Servi, in Corso Cavour 122; 30 i posti disponibili: ci si potrà prenotare telefonando al 3387323884 (M° Cambri).
Orvieto fu una delle città medievali italiane che dopo il 1240 accolse gli insediamenti di tutti gli ordini mendicanti: francescani, domenicani, agostiniani, Servi di Maria e poi, in ultimo, i carmelitani. E, eccetto questi ultimi, tutti scelsero zone periferiche, quasi sui bordi della rupe: da una parte perché ingrandirono chiese preesistenti non molto importanti, dall’altra perché in quelle zone vivevano i ceti più poveri, quelli da poco immigrati in città e che, in un certo senso, rappresentavano il proletariato, a cui tutti i mendicanti si rivolgevano di preferenza. Il loro rappresentante più conosciuto era san Filippo Benizzi.
L’ordine si insediò nella zona della parrocchia di San Martino, all’estremità nord orientale della città. Anche i serviti, come gli altri ordini mendicanti, vollero una chiesa molto particolare: l’unica navata era a forma di trapezio, cioè si allargava visibilmente verso l’abside per permettere che un grande numero di persone potesse addossarsi verso l’altare, per meglio ascoltare le predicazioni. Ma è una configurazione planimetrica che purtroppo non è più ravvisabile perché, alla metà dell’Ottocento, l’architetto Virgilio Vespignani (lo stesso che aveva progettato in quegli anni il Teatro Mancinelli) praticamente inserì nella vecchia chiesa una nuova: neoclassica, più precisamente neo-palladiana. Da notare infatti il colonnato trasparente cioè con le colonne libere ad imitazione della chiesa del Redentore a Venezia. Nella visita si vedranno alcuni resti della Chiesa medievale e specialmente l’antica abside, poi sacrestia, con una serie di affreschi del primo ‘500. (Raffaele Davanzo)